L’Ischia Calcio è attesa domenica pomeriggio allo Stadio Miramare di Manfredonia per la ventinovesima giornata del campionato di Serie D. Antonio Foglia Manzillo è intervenuto in conferenza stampa per presentare la trasferta in programma in terra pugliese, partendo dal commento sulla sfida pareggiata contro la Fidelis Andria nello scorso weekend: “È stata sicuramente la migliore prestazione sotto la mia gestione, perché, oltre ad aver fatto una buona gara difensiva, come lo sono state tutte fino a questo momento, siamo stati in grado anche di creare diverse occasioni. Rivedendo la partita, ho avuto modo di contarle: sei nel primo tempo e quattro nel secondo. Avere dieci opportunità buone contro una squadra come la Fidelis Andria non è cosa da tutti. Abbiamo fatto un solo gol e quindi c’è rammarico. Teniamoci stretta la prestazione e il punto, dobbiamo essere contenti per questo step che abbiamo fatto”.
La gara contro la Fidelis Andria ha restituito una fotografia diversa dell’Ischia: ci sono state organizzazione e fame. Sono aspetti su cui stavate lavorando o è dovuto al processo di crescita?
“Penso che entusiasmo e fame possano arrivare anche dopo pochissimi giorni dall’arrivo di un allenatore nuovo. Quello che bisogna aspettarsi è l’organizzazione e la qualità in una proposta offensiva. Ci vuole tempo, perché non si improvvisa nulla. Si lascia ai ragazzi l’estemporaneità negli ultimi sedici metri, che è frutto anche delle qualità individuali del giocatore. Per arrivare agli ultimi sedici metri, però, ci vuole organizzazione. Per averla è necessario tempo e, all’inizio, un tecnico subentrante non ha a disposizione questo tempo. Sono quasi due mesi che sono qui, quindi si comincia a vedere qualcosa anche sotto questo punto di vista. Non abbassiamo la guardia: abbiamo fatto una grande partita contro la Fidelis Andria e cerchiamo di non cullarci su questo, perché nel calcio non ci vuole nulla a fare un passo avanti e due indietro”.
Mister, rispetto all’ultima gara, cosa l’ha resa soddisfatto e quali dettagli bisogna migliorare?
“Dobbiamo lavorare sul cinismo davanti alla porta, perché queste sono partite in cui bisogna andare in vantaggio se si ha la possibilità di farlo. Se il gol lo trova la squadra avversaria, poi comincia a giocare bene. Dobbiamo migliorare questo aspetto. Mi è piaciuto molto l’approccio, è stato eccezionale. Una volta che siamo andati sotto, non ci siamo sbilanciati nel secondo tempo alla ricerca confusa del pareggio, che ci avrebbe potuto portare a subire un’altra rete. La squadra ha capito che c’era tempo per recuperare la partita. Siamo stati concentrati e pazienti, e questo è un altro punto a nostro favore”.
Abbiamo visto molto bene Padulano, al rientro dall’infortunio. Come giudica la sua prova e l’eventuale impiego nelle prossime uscite?
“Padulano è un giocatore che conosco da tanti anni, l’ho allenato ai tempi della Primavera della Juve Stabia. Nel mio 3-5-2 giocava proprio dietro la punta. Quell’anno fu straordinario, fece grandi partite, era un giocatore di grande profilo. È un calciatore che conosce bene quella posizione. Ha fatto il suo percorso con i grandi. Me lo ritrovo uomo. Ci conosciamo bene. Ho assoluta fiducia in lui, ed è per questo che l’ho scelto domenica scorsa dal primo minuto. Mi è dispiaciuto quel diagonale, avrebbe meritato il gol. È un ragazzo eccezionale e non è da lui fallire un’occasione del genere. Ha talmente tanta qualità che mi ero preparato a festeggiare in panchina. Sono cose che succedono. Nelle prossime gare avrà il suo spazio, non so se dall’inizio o a partita in corso, ma ci conto tantissimo per queste ultime sei partite”.
Mister, altro aspetto rilevante rispetto al match del Mazzella è stata la prestazione di Piszczek.
“Piszczek aveva già giocato in Italia per qualche mese, tanti anni fa. Ha giocato in giro per il mondo e aveva bisogno di tempo per adattarsi al calcio di Serie D. In Europa ti lasciano più libertà di giocare, qui invece c’è subito il difensore che ti viene addosso. Ricordo le prime partite, quando veniva sistematicamente anticipato perché non si aspettava questa aggressione difensiva. Adesso sta cominciando a capire i movimenti dei difensori in questa categoria, sta prendendo le misure e lo sta facendo bene. È un ragazzo molto apprezzato dal gruppo e dalla squadra. Fa un lavoro molto importante. È il primo difensore, i ragazzi glielo riconoscono ed ecco perché gli perdonano qualche occasione sprecata davanti alla porta. Gli vogliamo tutti bene. Il gol è nell’aria, il ragazzo c’è, in allenamento segna ed è solo questione di tempo”.
Poi c’è stato il rientro di Talamo. Cambierete l’assetto tecnico-tattico contro il Manfredonia?
“Più che il rientro di Talamo, è l’infortunio di Onda che mi farà riflettere in questi giorni. Sto pensando molto al modulo da utilizzare. Siamo vincolati al 2006. Non abbiamo un sostituto di Onda come quinto a sinistra, dobbiamo capire se confermare Desiato o inserire Bisogno, che ha recuperato pienamente. Pensiamo anche all’eventuale impiego di un altro ragazzo della Juniores. I ragazzi stanno crescendo tanto e li chiamo ogni settimana. C’è qualche 2008 interessante. Più che Talamo, è il discorso 2006 che mi sta facendo riflettere molto. Talamo è un giocatore fondamentale per noi. Aveva un minutaggio ridotto e, in questi casi, preferisco inserirli a gara in corso. Conoscendomi, avrei scelto di tenerlo in campo ancora, rischiando una ricaduta. Non possiamo farne a meno, perché è un calciatore importante per noi”.
Mister, ci spiega la gestione dei cambi?
“Noi diamo per scontato che quando si fa un cambio si migliori la squadra, ma questo non è scritto da nessuna parte. Ricordo la partita di Nocera, dove feci due o tre cambi per cercare di prendere la partita, ma la squadra è nettamente peggiorata negli ultimi minuti. Finché un calciatore sta bene e sta giocando bene, lo tengo in campo. Quando poi li vedo sfiniti, come è successo con Colella, decido di cambiarli. È vero che ho cinque sostituzioni, ma posso finire anche la partita senza cambi. Lungo riscaldamento? Non è un segnale. All’intervallo avevo avuto qualche avvertimento, allora ho deciso di far scaldare i naturali sostituti. Poi la partita è andata avanti e non c’è stato nessun problema. I ragazzi hanno continuato a riscaldarsi, non li ho richiamati. Montanino pensavo di metterlo al posto di Trofa, era una sostituzione abbastanza prevedibile, però il capitano, dopo il gol nato da una sua intuizione, ha continuato a giocare bene. Montanino non gioca da oltre due mesi. Non ho voluto rischiare”.
Trofa è un po’ il jolly dell’Ischia? È un atleta completo.
“In queste partite, è stato il nostro dodicesimo giocatore. Ha occupato più posizioni: abbiamo mosso le pedine, ma è sempre entrato lui. Si sta rivelando il nostro dodicesimo giocatore e questo non è un demerito, anzi è un bel riconoscimento. Ha cucito addosso la maglia dell’Ischia, quindi riesce a dare sempre qualcosa in più. Non faccio regali: gioca chi penso possa darmi una mano, indipendentemente dalla carta d’identità o dal luogo di nascita. Questo sono io e mi comporterò sempre così. Poi posso sbagliare la scelta, ma non sarà mai condizionata. In questo momento, Trofa mi sta dando garanzie”.
Mister, che partita dobbiamo aspettarci domenica?
“Al di là dell’ultima gara, il Manfredonia si è sistemato molto bene a livello difensivo. È una squadra che si è organizzata dal punto di vista tattico con questo 3-5-2. Non mi aspetto una gara ricca di gol, sarà un match equilibrato. Può contare su calciatori abituati a questo girone e questa cosa deve metterci in allarme. Giocheremo su un campo stretto e piccolo. Sarà una partita totalmente diversa rispetto alle ultime. Dobbiamo affrontarla con cautela. Loro si devono salvare, ma anche noi abbiamo bisogno di punti per raggiungere il nostro obiettivo. Dobbiamo fare risultato. Voglio vedere la solita Ischia. Bisogna lottare dall’inizio alla fine e onorare la partita, soprattutto per i tanti tifosi che ci seguiranno. Dobbiamo regalare un’altra grande soddisfazione al nostro pubblico”.
L’Ischia affronterà questo doppio turno in trasferta. Come si approccia la squadra a queste due gare fuori casa?
“Il calendario non è stato particolarmente amico in questo rush finale. Abbiamo finito una gara con la Fidelis Andria dove siamo venuti fuori bene e avremmo potuto tirare un po’ il fiato, invece ci aspettano due trasferte di fila contro squadre in lotta per la salvezza. Questo è il Girone H. Sono due gare gemelle, affronteremo avversari che lottano per lo stesso obiettivo. Come si affrontano? Una alla volta. Abbiamo studiato il Manfredonia, quindi pensiamo solo a questa, poi penseremo alla successiva”.
Come sta Onda?
“Non verrà convocato. Ha fatto l’ecografia, non è una cosa grave, ma non sarà con noi domenica”.
Mister, un commento sulla crescita del settore giovanile e un pensiero sulla tragedia che ha scosso la Campania con la scomparsa del piccolo Diego.
“È difficile commentare una notizia del genere, anche perché conosco la scuola calcio Cantera. In questo mondo siamo tutti una famiglia. Quando una tragedia colpisce un ragazzo che non conosci ma che fa parte del nostro ambiente, è come se venisse a mancare un giovane a te molto vicino. Fa parte della nostra famiglia. Questa notizia mi ha colpito, è stato un giorno buio. È una tragedia. Giovani? Guardo la Juniores quando siamo sull’isola. Mi prometto quanto prima di andare a vedere anche qualche allenamento. Dobbiamo avere la testa sgombra e fare qualche punticino, poi potremo fare tutto. Adesso sono concentrato sulla prima squadra, ma tutto parte da lì. Mi prometto di andare a vedere anche i più piccoli e fare i complimenti da vicino per la vittoria del campionato”.