Il ministero dell’Ambiente boccia il governatore Caldoro per il collegato alla Finanziaria regionale — approvato a fine luglio fra aspre polemiche — che introduceva nuove regole in materia di condono edilizio, di gestione dell’acqua, di valutazione d’impatto ambientale. Il Corriere del Mezzogiorno ha letto il documento firmato dal vicecapo vicario Marcello Cecchetti e inviato alla presidenza del Consiglio (dipartimento Affari regionali), la quale lo discuterà per l’impugnazione nel Cdm venerdì prossimo. Condono edilizio Il provvedimento regionale sposta (proroga) dal 31 dicembre 2006 al 31 dicembre 2015 i termini per la definizione delle domande ed esclude dalla sanatoria solo le aree ad inedificabilità assoluta. Ebbene, quest’ultima disposizione — sottolinea il ministero — «risulta idonea a consentire tali sanatorie anche in zone a rischio idraulico».
Collide, dunque, con le prescrizioni più restrittive contenute negli atti di pianificazione di bacino, che hanno carattere vincolante. Non basta. Scrive il ministero: «La norma regionale, nell’attribuire rilievo impediente della sanatoria ai soli vincoli previsti dal condono del 1985 che comportino inedificabilità assoluta, invade la competenza esclusiva statale in materia di tutela dell’ambiente e si pone in contrasto con l’articolo 117 della Costituzione». L’acqua Il collegato alla finanziaria regionale prevede che in via provvisoria (36 mesi) ed in attesa dell’approvazione della legge per il riordino, la Regione affidi con propri decreti il servizio idrico integrato a soggetti gestori, esautorando gli ambiti territoriali ottimali, che sono consorzi di Comuni. «E’ un provvedimento ad uso di Gori, la società partecipata da Acea e da Caltagirone», protestò due mesi fa l’opposizione.
«E’ illegittima», scrive ora il ministero dell’Ambiente.Va cassato, notano a Roma, pure il comma che affida ad una istituenda struttura di missione la determinazione delle tariffe. «Gli enti locali che le determinano», bacchetta il ministero, «sulla base delle disposizioni dell’Autorità idrica». Impatto ambientale Il collegato regionale contempla la possibilità di avviare attività di termalismo ben prima della conclusione della “Valutazione di impatto ambientale”. «Tale formulazione — dice il ministero — contrasta con la normativa europea e statale». La legge regionale andrà innanzi alla Corte Costituzionale.