domenica, Gennaio 12, 2025

Asinini e aguzzini | #4WD

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Daily 4ward di Davide Conte del 21 febbraio 2024

C’è poco da fare: la fame fa uscire il lupo dalla tana! L’abolizione del reddito di cittadinanza è stata senza dubbio la causa scatenante l’aumento della domanda di lavoro nel nostro Paese e il contributo fondamentale agli ottimi risultati in termini di nuovi occupati e di calo della disoccupazione sbandierati a più riprese e -aggiungo io- a giusta ragione, alla luce dei fatti, dal Governo Meloni.

Anche sull’isola d’Ischia, in particolare per le strutture turistico-alberghiere, quella fame di personale che aveva caratterizzato gli ultimi anni e che aveva costretto molti imprenditori a cercare nuovi collaboratori anche fuori dai confini dell’Isola accettandone spesso le condizioni senza battere ciglio, sembra essere rientrata nei ranghi di quella selezione e quei ricambi che ne hanno dettato le regole da sempre.

Ma con questo ritorno alla normalità, il rischio consiste nel fatto che certi imprenditori locali, ben abituati a porre il cappio alla gola ai loro dipendenti con la logica del “così è se vi pare”, dopo essersi trovati da ricattatori a ricattati, potrebbero riprendere il gioco laddove si era interrotto e tornare a praticare condizioni insostenibili nei loro reparti e mal sopportate da chi, pur di lavorare, è costretto a fare buon viso a cattivo gioco.

A ciò si aggiunge che molti lavoratori ischitani abituati da anni a trascorrere l’inverno in Svizzera o nel Nord Italia lavorando in prestigiose strutture alberghiere o food & beverage, pur avendo pensato di accettare una proposta di ritorno a Ischia in pianta stabile per evitare di restare così a lungo lontano dalle proprie famiglie o semplicemente dalla propria terra, starebbero invece optando per restar lì tutto l’anno, proprio per il rischio di dover sottostare a nuove forme di “caporalato” non solo da albergatori e ristoratori locali, ma anche da nuovi gestori di strutture ischitane venuti dalla terraferma e subito rivelatisi autentici “quadri di lontananza”.

Intanto, lo scrivo ancora una volta, tra circa tre settimane conosceremo, a meno di sorprese, il nome della nuova proprietà dell’Hotel Solemar. E la speranza non è solo quella della mancata aggiudicazione a forze indigene -cosiddette- asinine, ma anche a veri e propri aguzzini del turismo che non possono e non devono ulteriormente irrompere in un settore fin troppo qualitativamente martoriato dalle nostre parti. 

Riqualificare la nostra offerta passa necessariamente per questo genere di auspici! Sperando non restino solo tali…

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