Francesco Ferrandino | Sono scaduti ieri i termini per proporre emendamenti sulla bozza del nuovo statuto dell’Associazione forense dell’isola d’Ischia. Come si ricorderà, entro fine marzo l’assemblea degli avvocati sarà chiamata a votare sul testo definitivo, la cui bozza era stata presentata nella precedente riunione del 15 febbraio dalla commissione presieduta dall’avvocato Lello Pesce. Alcuni suggerimenti sono stati effettivamente avanzati, come quello dell’avvocato Nicola De Siano, il quale ha proposto che all’interno dello statuto vada inserito il divieto di doppio mandato, per tutti i consiglieri (non solo per il Presidente), subordinando la candidabilità di coloro che hanno già svolto consecutivamente due mandati al decorso di un arco temporale pari alla durata dell’ultimo mandato: «Questa previsione a parer mio renderebbe più trasparente l’immagine esterna ed interna della stessa associazione», ha dichiarato l’avvocato De Siano.
Proprio durante la scorsa assemblea, fu l’avvocato Francesco Pero a sollevare alcune osservazioni verso il testo, che sono confluite in una articolata proposta di emendamenti da apportare alla bozza. L’avvocato Pero ha suggerito innanzitutto di prevedere la firma digitale per la delega in caso di partecipazione e votazione in assemblea, ma ci sono emendamenti anche più importanti, il primo dei quali riguarda l’articolo 9 relativo alla composizione del Consiglio Direttivo, e più in particolare allo scioglimento dello stesso: oltre alle dimissioni contestuali di più di un terzo dei suoi componenti, la bozza prevede anche la “sfiducia espressa a maggioranza dell’Assemblea alla quale abbiano partecipato almeno i 2/3 degli iscritti”. A questa previsione l’avvocato Pero ha aggiunto la locuzione “che hanno eletto il consiglio in carica”.
Secondo il professionista, tale modifica evita di tenere in ostaggio il consiglio, ed evita possibili ribaltoni delle elezioni che si potrebbero realizzare facendo iscrivere successivamente alle elezioni altri colleghi solo per la sfiducia.
Altra modifica proposta dall’avvocato Francesco Pero riguarda l’articolo 14 sulla Commissione di Garanzia: mentre la bozza prevede tre componenti, il professionista ha proposto che la commissione sia composta da sette associati di cui almeno due penalisti, e suggerisce un ulteriore comma che recita: “La Commissione tutela gli iscritti ed i cittadini, vigilando sul corretto esercizio della funzione giudiziaria e amministrativa del Tribunale di Napoli e di Ischia, di propria iniziativa o su segnalazione, raccoglie ed approfondisce, notizie ed elementi relativi a criticità di atti o comportamenti tenuti da magistrati, dipendenti o avvocati e ne riferisce in Assemblea per assumere le determinazioni consequenziali”. Secondo Pero, la modifica di questo organismo potrebbe servire da spia di allarme e valvola di sicurezza per prevenire e contrastare fenomeni di illegalità all’interno del Tribunale, con derivata amministrazione di ingiustizia ai danni dei cittadini.
Tuttavia l’emendamento forse più significativo è quello relativo all’articolo 15 sul meccanismo elettorale: infatti la bozza presentata in assemblea prevede che “le elezioni a qualsiasi carica devono avvenire sempre con voto limitato a due terzi (arrotondati per eccesso) dagli eligendi”, mentre l’avvocato Pero propone che tali elezioni debbano avvenire “sempre con voto singolo”. Il penalista ha anche spiegato i motivi a fondamento di tale proposta: «La modifica in tal senso si spiega col fatto che bisogna dare grande peso e responsabilità al singolo voto: l’avere previsto dai “costituenti” di dare quattro preferenze per l’elezione al consiglio direttivo e due per la commissione di garanzia, sfocia nel pericolo di accordi preelettorali, falsando il voto. Mettiamo per ipotesi di scuola – prosegue l’avvocato Pero – che a Ischia esistano quattro grandi studi – legati alla politica – che detengono un pacchetto di 25 voti a testa: con questo sistema di scambiarsi le 4 preferenze, avrebbero la maggioranza, perché ogni singolo consigliere partirebbe con 100 voti di preferenze, pur valendo solo 25 voti, così sbaragliando gli altri candidati per l’elezione dei consiglieri del direttivo, con danno, anche d’immagine, per i candidati consiglieri davvero indipendenti». Non solo: l’avvocato specifica inoltre che, «cosa più grave, questo curioso sistema elettorale permetterebbe l’accordo preelettorale sul nome del Presidente, trasformando le elezioni in una mera ratifica di scelte già operate nelle segrete stanze».
Proprio in tale ottica, si delinea anche la proposta di un comma aggiuntivo al successivo articolo 16: l’avvocato Pero aggiunge infatti la previsione secondo cui “viene eletto Presidente dell’Assoforense il Consigliere che prende il numero più alto di voti tra i consiglieri risultati eletti”. A tal proposito, il professionista commenta: «Solo così si crea una vera competizione tra chi verrà ritenuto il migliore rappresentante degli avvocati, con voto singolo, e senza fare accordi, insomma una vera competizione democratica, con vere elezioni». Nel commentare le proposte di modifica, l’avvocato Pero ha anche ricordato, con una punta di amarezza mista a polemica, che quando fu deciso il mandato per la modifica dello Statuto associativo, il direttivo non lo incluse tra i dieci componenti della Commissione: «Sarebbe bastato, come gesto di garbo istituzionale, propormi di sedere al tavolo dei lavori, anche in nome dell’ultimo risultato elettorale del 2019. Invece nulla di tutto ciò è accaduto», ha concluso il penalista.