Il PD ha definito le dichiarazioni del Guardasigilli Nordio “un attacco abnorme alla Magistratura”, chiedendone le dimissioni. E’ questo il punto nodale della differenza di pensiero tra chi è oggi al Governo e chi, dai banchi dell’opposizione e forte di più o meno un ventennio di potere “abusivo” conferito da inciuci di aula e di palazzo, oggi avrebbe la pretesa di farci credere di disporre della verità assoluta e dei rimedi contro ogni male del Paese. Legittimo chiedersi come mai non ci sono riusciti fino ad oggi.
Quello del Governo Meloni verso la Magistratura non è certo un semplice attacco, ma rappresenta quella svolta ad un potere del tutto intoccabile che ancora oggi ha la pretesa di avere ingerenze e ultime parole su tutto e tutti, anche sulle scelte politiche di un esecutivo legittimamente avallato dal voto del popolo sovrano.
La separazione delle carriere in magistratura -l’ho già detto e lo ripeto ancora- non potrà e non dovrà essere considerato un traguardo, ma semplicemente un nuovo punto di partenza che insieme alla riforma della giustizia riesca una volta per tutte a ridimensionare l’onnipotenza incontrastata del più efficace e neppure tanto più occulto potere vigente in Italia. Occhio per occhio, dente per dente: i dodici migranti inviati in Albania vengono riportati a Bari in motovedetta pur di avversare l’agenda politica del Governo? Bene, ecco in arrivo un bel decreto che rimetta le cose a posto e stabilisca una volta e per tutte il distinguo dei ruoli e delle competenze. Lo aspettiamo con ansia!
E come la Magistratura, anche la sinistra e i cinquestelle vanno definitivamente ridimensionati, ancor più di quanto stiano già facendo da soli grazie alle loro insanabili divergenze ed incompatibilità. E la differenza tra il metodo centrodestra a trazione Meloni e quello loro è molto semplice: il primo si basa sull’utilizzo del consenso e l’applicazione di leggi e poteri a disposizione di chi governa dopo aver regolarmente vinto le elezioni. Il secondo, invece, lavora sottobanco con certa giustizia ad orologeria, con accordi che durano lo spazio di un’elezione (talvolta meno) e con quella rievocazione di fantasmi del passato a cui ormai non crede più nessuno. Sono convinto che ce ne accorgeremo presto, a partire dalle elezioni regionali di novembre, dove già in Liguria sono convinto che la gente dimostrerà di aver capito più che bene di che pasta è fatta quella che si propone come l’alternativa dura e pura ai presunti neo-fascisti dopo la vicenda Toti.
E da ischitano, alla luce delle ultime, ennesime scaramucce che vedono protagonista lo sceriffo De Luca e il PD della Schlein e dei suoi ex delfini in regione e non solo, spero con tutto il mio cuore che prima o poi il centrodestra campano dia quel famoso e tanto atteso segnale di vita, cominciando a lavorare seriamente per dimostrare di essere all’altezza del compito e raccoglierne il testimone.
Daily 4ward di Davide Conte del 20 ottobre 2024