mercoledì, Gennaio 8, 2025

Aumento indiscriminato dei prezzi di gas, benzina, pane e pasta: UNA TRUFFA COLOSSALE?

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Guerra e Crisi Economica: L’aumento indiscriminato dei prezzi di gas, benzina, pane e pasta è davvero tutta colpa della Guerra in Ucraina intentata dai Russi oppure è ancora e per l’ennesima volta figlia della speculazione? La Procura di Roma ha appena aperto un fascicolo d’ indagine seppur per il momento ancora contro ignoti!

“Il prezzo del pane, della pasta e della benzina e del gas continuerà ad aumentare”, “Purtroppo la guerra in Ucraina sta diventando sempre più aggressiva, Putin aveva sottovalutato la loro resistenza. La priorità ovviamente è il cessate il fuoco ma onestamente non vedo margini di trattativa in tempi brevi. I russi puntano ad occupare la fascia meridionale ed alcune delle città principali come Kiev. Le conseguenze della guerra le stiamo già riscontrando qui in Italia, il prezzo della benzina è aumentato sopra i due euro, così come il costo di pane e pasta.

La Russia inoltre ha bloccato l’esportazione di grano e mais fino ad agosto e questo comporterà gravi danni ai settori agroalimentari, a quello delle ceramiche, ai pastifici ecc ecc. Se tutto ciò si prolungherà nel tempo questa situazione inizierà a mordere sulla propria pelle ognuno di noi”. Così la pensa il Governatore De Luca? Sembrerebbe proprio di si, visto che queste dichiarazioni sono state dallo stesso esternate durante il suo appuntamento settimanale del Venerdì, e non a caso, queste, proprio settimana scorsa. Sulla eventualità di una mera speculazione, almeno per il momento, non ha fatto cenno, eppure, sembrerebbe proprio che di speculazione si tratti in questi giorni di tensioni e scontri sul caro carburanti, gas, pane e pasta, non fosse altro che per le parole tuonate dal ministro per la Transizione ecologica Roberto Cingolani in persona: “Colossale Truffa”! Oserei dire “Colossale truffa” anche per i rincari del pane e della pasta visto che per anni ci hanno rintronato con “solo grani e farine 100% Italiane”!

Dalle famiglie alle imprese, passando per le amministrazioni pubbliche, volendo concentrarci sulla questione energetica, il caro energia rischia di mettere in ginocchio un intero paese proprio mentre gli investimenti del Pnrr avrebbero dovuto portare ad una immediata ripresa. Accade così che fabbriche e imprese chiudano o si apprestino a farlo, che si abbassi di due gradi almeno il riscaldamento e che l’opinione pubblica cominci a rendersi conto che la totale dipendenza energetica dall’estero rende di fatto l’Italia particolarmente vulnerabile.

A questo punto è più che necessario che il Governo s’attrezzi per risolvere in via strutturale e definitiva questa grande emergenza, per impedire che situazioni come queste, così facili alla speculazione possano colpire anch’esse, dopo la pandemia, il tessuto delle nostre imprese ed ogni singolo cittadino, per l’appunto già fortemente provati.

Allo stato, per quanto accaduto, specie nell’ultimo fine settimana, la Procura di Roma ha aperto un fascicolo di indagine sull’aumento del prezzo di gas, energia elettrica e carburanti. Si tratta ovviamente di un procedimento ancora contro ignoti, senza indagati e senza ipotesi di reato, tuttavia,  “L’indagine è volta a verificare le ragioni di tale aumento per individuare eventuali responsabili”, come ha spiegato la stessa Procura. Gli accertamenti sono stati affidati al nucleo di polizia economico-finanziaria di Roma della Guardia di Finanza, a seguito di un esposto del Codacons che ha attivato la magistratura sui rincari che si stanno abbattendo sui noi consumatori.

In verità, va detto che, ancor prima dell’inizio della guerra Russia-Ucraina, ovvero, già a gennaio, il Codacons aveva presentato un primo esposto alla Procura della Repubblica di Roma in cui si chiedeva di indagare per la possibile fattispecie di truffa e di accertare “se siano state realizzate sui mercati internazionali e all’ingrosso dell’energia speculazioni che abbiano alterato in modo illecito i prezzi di elettricità e gas, realizzando un danno per famiglie e imprese”. Un secondo esposto è stato poi presentato in questi giorni all’ Antitrust e presso 104 Procure di tutta Italia, in cui si chiede di allargare le indagini anche ai carburanti e alle speculazioni che potrebbero aver determinato l’escalation dei listini alla pompa.

“Uno sforzo straordinario e immediato per fermare la speculazione del caro carburanti” lo chiedono oggi, al Governo anche le associazioni dei trasporti e della logistica, dell’industria, dell’artigianato, dell’agricoltura e del commercio, che parlano di rischio inaccettabile per l’economia, per la filiera logistica e dei trasporti, per la manifattura, per le produzioni agricole e per i consumi. “Il Governo deve attuare immediatamente misure emergenziali e straordinarie per evitare che gli effetti di un incontrollato incremento dei costi dei carburanti e di tutti i vettori energetici, causino effetti devastanti all’intero sistema economico e produttivo, che deve essere salvaguardato in un momento di grave crisi internazionale”, sostengono le associazioni, secondo cui l’aumento dei costi “colpisce non soltanto gli autotrasportatori, che stanno iniziando ad avere enormi problemi nella programmazione dei servizi, ma anche interi settori dell’economia che rischiano così di subire pesanti difficoltà produttive ed occupazionali”.

Il prezzo della benzina è ormai alle stelle: superati abbondantemente i due euro a litro ed in alcuni casi, come sulla nostra Isola, si è arrivati ben oltre i 2,50 euro. Dunque, anche se il dito viene puntato, come abbiamo detto, contro la guerra d’invasione dell’Ucraina mossa dalla Russia, confermiamo anche noi che : “Non c’entra la guerra, allo stato è mera speculazione”.

“La guerra c’entra poco con gli aumenti”, spiega Giovanni Berritto, presidente Federconsumatori Napoli e Campania, “infatti se andiamo a ritroso nel tempo notiamo che gli aumenti erano già avvenuti, anche sostanziosi aumenti per quanto riguarda materie energetiche per l’autotrazione, come benzina e gasolio. Bisognava intervenire sulle accise. L’aumento della benzina, in questo momento, poteva essere calmierato anche attraverso una maggiore estrazione del petrolio, però i paesi che fanno capo all’Opec non hanno dato disponibilità”.

Un rincaro del 17,2% per la benzina e del 25% per il gasolio (al self) nelle due settimane successive all’invasione russa dell’Ucraina, iniziata il 23 febbraio, a fronte di aumenti che per il greggio di riferimento, il Brent, si sono fermati a +12% al barile, spiega visivamente dove sia da ricercarsi il cortocircuito sul prezzo dei carburantiche il ministro Roberto Cingolani, come detto, ha definito appunto “una colossale truffa”. L’Unione energie per la mobilità, nuova veste dell’ex Unione petrolifera che riunisce i distributori, da BpTamoil passando per Eni, Exxon e Q8, giura che “la filiera della raffinazione e distribuzione sta vivendo una forte crisifinanziaria” ma “sta facendo tutto il possibile per contenere” i rialzi. I numeri messi in fila dalla Federazione dei gestori degli impianti stradali, che ogni settimana rileva i prezzi sulla rete a marchio, le pompe bianche e il circuito extrarete (quello che alimenta veicoli industriali e autotrazione), mostrano prezzi letteralmente “impazziti” a fronte dei quali la Figisc si chiede “se le compagnie a filiere integrate comprino il prodotto alla quotazione Platt’s che in questi giorni si è registrata sul mercato e quanto pesino le manovre di finanza speculative”.

 Quand’anche, tabelle alla mano, si possano constatare quotazioni senza precedenti per gli addetti ai lavori, tuttavia queste restano ben lontane dagli oltre 2 euro al litro che in questi giorni stiamosborsando.

La differenza dipende dunque da due componenti che oggi valgono più del 60% del prezzo finale alla pompa per la benzina e il 55% per il gasolio: da un lato l’incasso per lo Stato attraverso l’Iva e le famigerate accise, dall’altro gli oneri e margini di distribuzione. Il resto del prezzo finale che dipende dal ricavo del sistema di distribuzione, comprensivo dei costi per royaltye affitti, nell’ultima settimana è ammontato al 10,6% per la benzina e al 6,8 per il gasolio.

In questo quadro, l’evoluzione dei prezzi, in assenza di interventi del governo e complice la speculazione, appare imprevedibile, ecco perché adesso, dopo aver gridato alla “truffa”, ci aspettiamo un intervento deciso del Governo, magari con un ampliamento della platea del bonus sociali e con il taglio finalmente delle accise che, insieme all’Iva, ripetiamo, pesa per il 64% sul prezzo finale del carburante.

Un primo pacchetto di misure anti crisi è atteso sul tavolo del Consiglio dei ministri a metà settimana, probabilmente già domani, mercoledì 16 marzo, e tra le misure che potrebbero entrare nel pacchetto, ci sarebbe proprio il taglio delle accise su benzina e gasolio.

Resta dunque da attendere ancora qualche giorno, nella speranza che anche sulle questioni pane e pasta, la speculazione lasci il passo alla onestà, quella che in momenti emergenziali come quelli che stiamo vivendo dovrebbe essere l’elemento che caratterizza più di chiunque altro gli operatori di settori primari della nostra economia. Ne va del bene della nostra Italia tutta.  

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