Pasquale Raicaldo| Aiuto, è scomparsa la spiaggia. Divorata dalle mareggiate. Inghiottita dalle onde. Colpa – accusano i balneari – della mancata protezione. Qui Ischia, il tratto in questione è quello del Lido: da Villa Bagni all’Ippocampo. Un gradino annuncia il bagnasciuga che non c’è: sparito. E alla spiaggia libera dell’ex farmacia, l’arenile sembra essere diventato poco più che un ricordo.
Da queste parti c’è chi fa la Cassandra: “Tutto preventivato e prevedibile”, fanno infatti spallucce i balneari in una delle ultime giornate d’estate, pur affollata di bagnanti che approfittano di un bel sole tiepido e dell’acqua limpidissima. “L’acqua pulita è stata certamente la nota lieta di una stagione balneare difficile” spiega invece Giuseppe La Franca, presidente di Fiba Balneari.
Perché l’ansia di una spiaggia che si ritrae da queste parti è quasi un assillo. E il dito è puntato contro quel pennello verticale che dovrebbe proteggere l’intero arenile e che è stato alleggerito, su indicazione della Provincia, negli ultimi anni: un consistente tratto di scogliera soffolta consente oggi che le mareggiate abbiano conseguenze su tutto l’arenile. “Ed è un disastro – spiega La Franca – perché quella protezione diventa insufficiente tanto per le mareggiate da nordest che per quelle da sudest. Le conseguenze? Eccole”. E indica una spiaggia minuscola, che – dice – diventerà ancora più impercettibile dopo le prossime, annunciate mareggiate.
“Siamo contenti che il governatore della Regione Campania, Vincenzo De Luca, abbia rimarcato nella recente Festa regionale dell’Udc l’importanza del ripascimento degli arenili e della loro protezione, un intervento che ritiene non a caso prioritario per la salute dell’isola d’Ischia. Ma noi ora chiediamo certezze. A cominciare da quel piccolo intervento che reputiamo essenziale per contenere gli effetti deleteri delle mareggiate: quel pennello deve tornare alla conformazione originaria. Subito. Entro il prossimo mese di marzo, la spiaggia deve ripresentarsi nelle dimensioni originarie. E’ impensabile – chiosa La Franca – affrontare una stagione nelle complesse condizioni con le quali abbiamo terminato questa. Il nostro appello all’amministrazione comunale di Ischia è soprattutto un appello al vice sindaco, Enzo Ferrandino, che vorremmo sentire vicino ai problemi di un settore cruciale per l’economia dell’isola”.
I balneari chiamano il Comune, dunque. E a via Iasolino, certo, gli ultimi mesi sono stati assai poco produttivi. “Chiediamo anche un maggiore controllo dei litorali. Quest’anno la polizia municipale non si è vista, e la qualità dei bagnanti è andata pericolosamente scadendo, soprattutto ad agosto.
Vorremmo – aggiunge La Franca – che le amministrazioni locali comprendessero che il turismo balneare è la nostra prima fonte di guadagno. E allora l’aumento della tassa di soggiorno non può non tradursi in una implementazione dei servizi, del monitoraggio, del controllo. Investendo anche nel ripascimento delle spiagge. Che ne è della sabbia del parcheggio della Siena?”. L’Arpac, in effetti, aveva autorizzato a destinarla sui lidi, per piccole “iniezioni” di spiaggia in attesa di un ripascimento più consistente. Nulla ancora, a quanto pare.
E certo tornano di attualità le parole che il duca Fulceri Camerini rilasciò proprio al nostro quotidiano, qualche mese fa, in un’intervista esclusiva: “Senza spiagge non c’è futuro per l’isola: il turismo balneare supera ampiamente quello termale. Ora, se non abbiamo gli spazi dove accogliere i nostri turisti che fine faremo? E’ fondamentale per l’economia dell’isola che le spiagge non si riducano, e che tornino ad essere quelle di sempre. Anche perché, come amo dire, la somma di mare e terme è una somma che produce più del semplice “uno più uno”. Qui, “uno più uno” fa tre. E senza spiagge, il problema è forte. Né si può pensare di risolverlo con le pedane: nulla contro quelle strutture, ma lapeculiarità che spinge il turista a preferirci è la sabbia. Che produce Pil e ricchezza. Quanto? E’ stato calcolato dai 1000 ai 1500 euro per metro quadro, in una stagione turistica. Forse rende più della cocaina”.
Sul Lido, Camerini aveva mostrato peraltro idee chiare, dissimili rispetto a quelle di La Franca: “Con il protocollo di intesa formalizzato nei mesi scorsi, avevamo previsto uno degli interventi più complessi. Lì le scogliere, che non andavano installate, hanno causato la sparizione di un tratto cospicuo di spiaggia, che andrà ricreato”. Appunto. Ma con che tempi?
Mentre cala il sipario sulla stagione balneare, una serie di interrogativi affolla l’arenile più centrale dell’isola, un lembo di spiaggia sempre più sottile che asseconda la costa dal Porto fin quasi al Ponte. E’ da lì che bisogna partire, per rafforzare certezze che vanno sempre più sgretolandosi.