Il Comune di Barano d’Ischia ha affidato alla famigerata impresa CPL Concordia l’incarico della manutenzione straordinaria dell’impianto di pubblica illuminazione di cui avrà la lunga gestione.
I lavori sono iniziati, ma per le strade le arlecchinate sono di casa. Sullo stesso percorso o di via Duca Abruzzi o di via Vincenzo Di Meglio o di via Angelo Migliaccio o della provinciale Piedimonte-Barano i colori delle lampadine non sono gli stessi, i pali ed i portalampade non sono gli stessi, non c’è simmetria nei distacchi fra i pali.
Inoltre, in alcuni tratti (che sono prevalenti) i fili sono aerei, sembrano collegati con nastro isolante. I fili aerei avrebbero dovuto sostituire quelli che erano aerei ed, invece, in numerosi casi la impresa Nibbio subappaltatrice della Concordia, ha installato i fili in via aerea quando erano sottotraccia. Così è comodo perché si realizza una economia di spesa. Ma tutto ciò è lecito? E’ consentito distaccarsi dalle condizioni dell’appalto? Addirittura in via Belvedere si sono usati i pali dell’Enel. E se l’Enel li toglie che succede?
Il Consigliere Aniello Di Meglio vuole vederci chiaro perché l’affare è grosso e ghiotto. Si arriva ad almeno un milione di euro. Ma vi è di più il subappalto è stato apparentemente limitato a duecentomila euro con tutte le facilitazioni che ne derivano, ma di fatto i lavori eseguiti sono andati ben oltre e, quindi, il subappalto non è più legittimo. Le quadrature del cerchio sono solo apparenti.
Il 18 Agosto Aniello Di Meglio così scrive al Sindaco, all’ing. Pino Di Meglio, al Direttore dei Lavori ing. Mimmo Baldino:
I lavori sono stati appaltati, sin dall’inizio alla impresa ‘Il Nibbio’, che li sta eseguendo. L’esecuzione della messa in opera dei nuovi punti luce sta avvenendo utilizzando i pali verticali esistenti nelle strade, anche di proprietà dell’Enel, come a via Belvedere, o quelli della rete comunale, come a via Angelo Migliaccio. Questi ultimi non sono stati neppure liberati dalla abbondante ruggine che ne sta minando la stabilità. Solo in alcun casi vengono sostituiti. Inoltre, le nuove lampadine a volte sono gialle e a volte bianche, come a via Duca degli Abruzzi. La energia elettrica viene garantita con collegamento aereo i cui fili, collegati fra loro con nastro e privi del carattere della continuità, non sempre hanno una altezza superiore ai quattro metri, come prevede il Codice della Strada per gli attraversamenti aerei. Ed ancora, i nuovi pali ed i portalampade non sono sempre gli stessi e non sono posizionati a distanza simmetrica come alla via Belvedere, alla via Vincenzo Di Meglio, alla Via Tenente Conte, alla via Vittorio Emanuele. In pratica – continua con sagacia Di Meglio -, i lavori eseguiti appaiono realizzati con finalità di risparmio, senza rispetto di criteri di estetica e simmetria, seguiti negli altri Comuni della Isola con la conseguenza che diano la netta impressione della sommarietà dell’intervento nonostante il rilevantissimo onere finanziario assunto dal Comune. Per tali ragioni il sottoscritto interroga i destinatari della presente affinchè riferiscano se gli interventi fino ad oggi posti in essere siano conformi al progetto appaltato, se vi sia nulla-osta paesistico che preveda la differente tipologia dei pali e dei portalampade, se sia stato prevista la installazione dei porta lampade sui pali dell’Enel (che potrebbero essere rimossi in avvenire) e se tale società abbia autorizzata la installazione, se la progettazione originaria preveda il collegamento con fili aerei, se la loro installazione sia avvenuta a regola d’arte, se sia prevista la pitturazione dei vecchi pali con scrostatura della ruggine, se sia stato approvato dal Comune il subappalto alla Impresa ‘il Nibbio’, se essa abbia i requisiti per beneficiare dell’affidamento di incarichi di opere pubbliche, in quale data il Comune sia stato notiziato di tale subappalto, quali somme siano state fino ad oggi liquidate, se le opere realizzate fino ad oggi corrispondano al progetto e siano a regola d’arte. Chiede risposta scritta – conclude – nei termini di cui alla D.L. vo 267/00 anche in considerazione che si è nella fase avanzata dei lavori per cui la adozione di interveti correttivi non può essere rinviata nel tempo”.
Vedremo che risposta arriverà e quando. Sta di fatto che Cooperativa è sinonimo di mediazione degli appalti, che eseguono altri e spese senza trasparenza come nel caso specifico. (c.s.)
Ma perchè viene consentita,a livello nazionale,la vergogna del ricorso al subappalto ? Perchè non si stabilisce per legge che una ditta può essere aggiudicataria di un appalto pubblico soltanto se dimostra di avere le capacità tecniche, i mezzi finanziari e tecnici,il personale assunto nel proprio organico ,sufficienti per eseguire i lavori indicati nel bando di gara,stabilendo che il pagamento sarà completato soltanto dopo che la ditta aggiudicataria avrà dimostrato di aver rispettato tali obblighi ?
Premesso che ogni opera pubblica debba seguire i canoni dettati dalla normativa vigente in materia a seconda della tipologia e degli importi dei lavori così come descritti nel capitolato andato a gara e che gli organi di controllo devono ottemperare ai loro compiti, non capisco perché il consigliere Aniello Di Meglio, di recente nomina avendo sostituito la Di Scala che è assisa a più alti e meritevoli incarichi, che pur essendo un Tecnico valente non si spulci documento su documento e atto su atto a sua disposizione per l’incarico a cui è stato chiamato. Interrogare gli organi preposti per quanto legittimo è alquanto dispendioso in ordine alla tempistica delle risposte e al loro contenuto. Quindi Consigliere Di Meglio, si metta al lavoro e lavori sodo! e non aspetti che la manna gli arrivi dal cielo e se trova qualche difformità o irregolarità sa qual’è la procedura per rilevarle e porle all’attenzione di chi è deputato.