venerdì, Ottobre 18, 2024

Barra contro gli immigrati: bufera a Ischia

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Parole choc dell’artista procidano: «Stanno deturpando, lordando, svilendo Napoli questi immigrati. Sono maleducati, arroganti, cattivi». E per lo spettacolo del prossimo 21 agosto alle 21:30 al Palazzo Reale c’è chi decide di boicottarlo

Un’uscita infelice o una chiara filosofia razzista? Fanno discutere le parole di Peppe Barra, l’artista di origini procidane atteso al Palazzo Reale di Ischia il prossimo 21 agosto (ore 21:30) in “Ci vediamo poco fa”. In un’intervista al “Corriere del Mezzogiorno” Barra spara contro gli immigrati: «Stanno deturpando, lordando, svilendo Napoli questi immigrati. Sono maleducati, arroganti, cattivi. Il governo che fa?. «Non è xenofobia ma paura. Gli immigrati portano solo danni – dice nel corso di una videointervista rilasciata martedì scorso nei giorni della polemica sugli sbarchi nella villa Guariglia di Vietri sul mare, dov’era impegnato per uno spettacolo – Dovrebbero smistarli in altre regioni. Non è razzismo ma è un dato di fatto che in Campania sono troppi. Che facciamo? Vengono loro e ce ne andiamo noi? Io conosco la questione perché nel palazzo dove abito ce ne sono una cinquantina. E urlano, non ti fanno dormire, sono scostumati, non salutano, si ubriacano...Anche noi meridionali siamo stati immigrati? Certo, ma ci comportavamo bene. Oddio, c’erano anche le mele marce. Ma gli italiani del Sud hanno fatto l’America. Questi migranti che fanno? Niente».
«La prostituzione – continua Barra – è roba loro: per strada vedi solo negri, pardòn ragazze di colore o ragazzini. Se passi in macchina, e magari ci sono dei bambini, che spettacolo indecente».
E infine: «Non siamo più padroni in casa nostra, a Napoli. Guarda cosa succede a piazza Dante, nella zona della Ferrovia. Stanno deturpando, sporcando, svilendo la mia città. Smistateli altrove ma non in Campania! Il nostro Comune fa schifo. Dal Forum delle Culture me ne sono scappato…».
Parole che hanno sollevato un polverone su Facebook.
«Quello che mi disgusta – ha denunciato Antonietta Manzi di Rifondazione Comunista – è la moda del tiro al bersaglio sull’immigrato, magari sui vu cumprà, l’anello più debole della catena di illegalità su cui si regge l’intero sistema politico, amministrativo e (in)civile italiano. Auspicherei, per chiunque rivesta un qualsiasi ruolo pubblico, che venisse dato un maggiore peso alle parole. E se proprio si deve parlare, se proprio si devono lanciare strali ed anatemi, ecco, che si miri più in alto nella gerarchia delle responsabilità».

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