giovedì, Gennaio 9, 2025

Base dell’Epomeo: sotto un’apparente trasparenza, il mistero

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mistMassimo Coppa  |  Nella scorsa puntata ho illustrato alcuni enigmi riguardanti la base militare situata sul Monte Epomeo, sorta come presidio NATO di telecomunicazioni. Ho rilevato che non si ha memoria storica della sua costruzione, neanche in persone di età avanzata: è come se fosse emersa dal nulla. Alcune testimonianze hanno riferito di aver visto approdare ai Maronti uomini e mezzi americani, introdottisi poi nel canyon dell’Olmitello: esiste dunque un passaggio segreto, forse scoperto o creato dai nazisti (grandi esperti di città sotterranee, come quelle realizzate in Polonia), e utilizzato addirittura per arrivare sulla cima della montagna? Quel che è certo è che nessuno ricorda di aver mai visto inerpicarsi verso la base camion ed altro: in che modo, dunque, avvenivano i rifornimenti di viveri e strumentazioni? Così come nessuno ha mai visto in giro militari americani: e sì che non passano inosservati! E’ come se ci fosse un modo per arrivare e lasciare la base senza essere visti.

rete troposcatter italiaUna presenza discreta, dunque. Eppure, la base NATO dell’Epomeo era uno snodo importantissimo della rete “Troposcatter”, ed ancora oggi è censita in tutti gli elenchi noti di basi militari americane (la sua sigla è IICZ). La rete Troposcatter, oggi non più attiva perché superata da nuove tecnologie, utilizzava gli impulsi radio emessi verso la troposfera (la fascia più bassa dell’atmosfera terrestre), capaci di viaggiare in qualsiasi condizione meteo, e costituiva un sistema di monitoraggio e allarme usato dalla NATO.

Attualmente alla base ischitana si fa ufficialmente riferimento come “stazione USA con copertura NATO” anche se, in realtà, gli americani non sono più presenti. Dopo la caduta del Muro di Berlino (1989) e la fine dell’Unione Sovietica (1991) e della cosiddetta Guerra Fredda, la stazione radio (ufficialmente chiusa, come NATO, il 30 novembre 1995) è passata all’esercito italiano, si chiama “Stazione Radio Interforze” ed è attualmente gestita dai militari del 45esimo Battaglione Trasmissioni “Vulture”. Mi è stato riferito che, in pratica, oggi il personale è ridotto al minimo e, a livello di trasmissioni, l’operatività è quasi nulla. Ovviamente la struttura è comunque utilizzabile, in caso di necessità, dalla NATO.

La segretezza, apparentemente, è ormai un ricordo del passato, tant’è vero che, addirittura su Internet, è possibile trovare foto della base con tanto di indicazione del compito di ogni struttura edificata!

L’associazione dei radioamatori ischitani, facenti capo alle associazioni nazionali di settore ARI e CISAR (oggi fuse), ha addirittura visitato ufficialmente la base, con tanto di foto-ricordo con il comandante italiano, ed ha ricevuto l’autorizzazione ad installare proprie antenne, cosa già effettuata. Del resto, sui tralicci dell’installazione sono stati collocati anche ripetitori utilizzati dalle forze dell’ordine locali.

Una trasparenza apparentemente totale che cozza con i dubbi e gli interrogativi che rimangono tuttora senza risposta.

Bisogna pure aggiungere che, in realtà, non manca chi definisce l’intera struttura come facente parte di un elenco di “siti militari attualmente in stato di abbandono e degrado del territorio”, come fa il polemista Gianni Lannes. In effetti, questa circostanza mi è stata confermata da persone che hanno avuto accesso alla base: la maggior parte delle strutture coperte è praticamente inutilizzata e lasciata al suo destino.

Questo dell’inquinamento ambientale causato dalle basi alleate è un aspetto di cui si parla poco e su cui grava, sempre, il segreto militare. L’emissione di onde radio ad alta potenza (specialmente al tempo dell’utilizzo della rete Troposcatter), unitamente ai materiali altamente inquinanti utilizzati e, spesso, abbandonati (basterebbe pensare all’amianto) suscita inquietudini fondate. A volte qualche forza politica minore ha cercato di smuovere qualcosa, ma senza successo. Anche la sezione ischitana di Rifondazione Comunista ha trattato dell’argomento nell’ambito di un forum sull’ambiente promosso con altre realtà territoriali come Legambiente, associazioni animaliste, eccetera. All’interno del discorso sulle problematiche ambientali che interessano l’isola, il circolo di Rifondazione ha segnalato criticamente pure la vicenda della base Nato sull’Epomeo. Purtroppo, al di là di un confronto sul tema con  i referenti regionali della formazione politica, non ci sono stati riscontri a livello nazionale. Inutile dire che il governo italiano si è totalmente disinteressato dell’argomento ed ha ignorato tutte le interrogazioni parlamentari formulate in merito alle basi dislocate in tutta la penisola.

edifici della baseNon mancano testimonianze di fenomeni strani verificatisi nei pressi della base, fuori dall’area militare, riportate da isolani avventuratisi per funghi, per fare trekking o altro: inspiegabili banchi di nebbia improvvisi, dall’apparenza artificiale, forse rivolti ad occultare qualcosa; strane tubazioni; misteriosi tremori sottoterra; estrattori che fuoriescono dal terreno, nascosti dal fogliame, la cui funzione è ignota. Sono però testimonianze inutilizzabili, perché rigorosamente rilasciate in cerchie ristrettissime di amici e che non vengono esplicitate formalmente all’esterno per timore del ridicolo o di qualche reazione di tipo legale. Queste voci sono state raccolte anche da Salvatore Marino Iacono, un ischitano con la passione del mistero, il quale nel suo libro “Epomeo figlio di Agarthi”, tra l’altro riferisce di uno strano episodio capitatogli nel 2004. Di fronte a numerosi testimoni, in un bar, un ignoto signore (presentatosi come turista in vacanza) dall’apparente età di quarant’anni e dall’accento romano, raccontò a Marino Iacono ed ai suoi amici “che l’Epomeo nasconderebbe al suo interno un’enorme base segreta. Tale base scenderebbe in profondità per alcune centinaia di metri e le antenne visibili a occhio nudo sarebbero nient’altro che l’unica parte visibile dell’intera installazione. A prova di quanto sosteneva, ci fece una domanda: ‘Secondo voi, se veramente esistesse una base di tale grandezza, quanta gente ci dovrebbe lavorare al suo interno?’ La risposta fu ovvia da parte nostra. ‘Parecchia!’. Qualcuno azzardò anche ‘centinaia di persone!’. ‘Risposta esatta’, disse lui”, spiegando che gli spostamenti di uomini e mezzi avvengono attraverso occulte gallerie sotterranee utilizzate dai militari. Inoltre i molti avvistamenti di misteriose luci provenienti dal mare e terminanti nell’Epomeo, specie dal lato di Forio, si spiegherebbero con la presenza di velivoli utilizzati prima dell’apertura delle gallerie sotterranee per trasportare “le persone dalla terraferma alla base senza destare sospetti, altrimenti il porto d’Ischia sarebbe troppo affollato”.

Verità, suggestioni? Chissà.

(2 – FINE)

www.massimocoppa.it

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