Gaetano Di Meglio | L’abbraccio a questa mamma e questo papà è il più forte che possiamo fare, però, oggi, siamo costretti a raccontare questa triste vicenda.
La giovane coppia di Ischia si affida ad un ginecologo ischitano che opera in terra ferma e, così come per gli altri parti, anche per il questo le preoccupazioni sono sempre le stesse. Le ansie, le paure e l’emozione rendono questi momenti sempre più caldi.
Domenica scorsa, arrivati alla 36esima settimana, dopo un controllo programmato, la coppia si trasferisce presso un’abitazione napoletana per essere più vicini alla clinica dove il ginecologo opera così da evitare stress dovuti al meteo e ai collegamenti marittimi. Il controllo è nei limiti e paziente e medico si danno appuntamento a mercoledì. Sembra che i liquidi siano diminuiti e che ci sia una presenza di muchi. Passano i giorni e, come programmato , questa giovane mamma si presenta al suo appuntamento con il ginecologo e, dopo il controllo, si decide per il ricovero presso questa clinica napoletana. Si effettua il primo tracciato alle 18, un secondo alle 24 e dai controlli non ci sono segnali di preoccupazione oltre quelli che avevano costretto la donna al ricovero.
La notte passa fino a quando, però, alle 6.00 del mattino di giovedì la mamma ischitana vede che le altri pazienti si affrettano per eseguire il tracciato di controllo e lei, invece, resta nel suo letto.
Passano altre ore fino a quando alle 8.30, la donna viene portata in sala parto e, dal tracciato, non ci sono segnali dal cuore del bimbo. Il battito non c’è più. Il piccolo cuoricino che solo otto ore prima batteva forte, ora è fermo. La corsa, immediata, nella sala operatoria, però, non serve a nulla: il neonato nasce morto. Parte la denuncia dei familiari, la Polizia arriva sul posto e il pubblico ministero di turno ordina il sequestro della piccola salma, della placenta e della cartella clinica.
Martedì mattina, come già disposto dagli inquirenti, si terrà l’esame autoptico sul piccolo corpicino nato morto alla presenza degli avvocati e dei tecnici già indicati dalle parti. Per trarre giudizi è ancora presto. Bisogna attendere gli esiti delle indagini. Nel frattempo, però, abbracciamo, ancora una volta, questa mamma e questo papà perché la prova che devono affrontare è molto dura.