La sagoma del Cosenza è ormai dietro l’angolo. L’Ischia Isolaverde è attesa sabato pomeriggio da novanta minuti, nei quali dovrà, non soltanto tener testa ad un avversario valido, ma anche dimostrare che il 2016 ha portato nello spogliatoio gialloblù la verve dei giorni migliori. Mister Bitetto, a due giorni dalla gara, si mostra sicuro ed equilibrato come sempre, nonostante le difficoltà, dal calciomercato ad altri aspetti, non manchino.
Dopo le festività, sabato riparte il campionato. Si torna a fare sul serio.
“Noi abbiamo fatto sempre sul serio. È ovvio che lo spirito è completamente nuovo. Abbiamo riposato qualche giorno, recuperato un po’ di condizione, proprio per farci trovare pronti alla prima gara dell’anno nuovo”.
Nel 2015 abbiamo visto un’Ischia dai due volti: prima giocare un ottimo calcio ed incassare complimenti, poi, sul finire dell’anno, le prestazioni dei gialloblù sono state meno gagliarde. Sabato che squadra vedremo in campo? Si attende un’Ischia guarita?
“L’Ischia sarà completamente guarita quando in attacco non ci saranno le assenze di questi giorni. Con il solo kanoutè ed il giovane Manna siamo deficitari. Quando recupereranno Fall ed Orlando potremo pensare di rivedere l’Ischia brillante di inizio anno, la squadra nelle ultime settimane non ha demeritato ma la differenza rispetto alle prime settimane vi è stata, l’abbiamo notata anche noi. Come ho sempre detto, l’emergenza continua, o quasi, nel reparto offensivo ci ha fatto smarrire quella che, inizialmente con grande lavoro e disponibilità anche dei ragazzi, era la nostra identità”.
Considerato che in attacco la situazione non è delle più felici, Lei si aspettava qualche intervento anche in quel reparto?
“Ci sono delle problematiche, è inutile nasconderlo, e non lo fa neppure la società. Per noi è difficile avere la disponibilità per poter operare, senza far uscire prima qualcuno”.
Eppure l’Ischia avrebbe già avuto bisogno di qualche rinforzo per ovviare ad una rosa già troppo esigua
“Siamo intervenuti con Orlando, quando si è fatto male Fall. Però, dopo, comunque si sono verificati altri problemi e, vi è stato un alternarsi di infortuni e squalifiche”.
Trovo paradossale che si guardi in particolar modo a giocatori in uscita, quando invece l’Ischia avrebbe bisogno di intervenire in entrata.
“Accade per quella problematica di cui dicevo prima. E’ chiaro che se i giocatori escono, poi altri entrano. Ma se non ci sono movimenti in uscita, si fatica a prendere calciatori nuovi, perché la proprietà ha posto dei paletti ben definiti. Forse, meglio impegnarsi, pur nella difficoltà, dando molto di più in una situazione sana in grado di giungere sino al termine del campionato, piuttosto che il contrario”.
Se gli undici titolari sono in buona condizione, l’Ischia è un’ottima squadra, ma se manca qualcuno si può sopperire una volta, ma non sempre
“Il problema è solo davanti, perché lì forse abbiamo bisogno di più disponibilità. Purtroppo Mancino è stato fuori, così come, qualche volta, Kanoute, Orlando è arrivato in ritardo e si è infortunato, Fall non lo abbiamo avuto già dall’inizio, Manna è giovane e deve compiere il suo percorso. E’ là davanti che abbiamo grossa difficoltà”.
Come spiega allora che la difesa, solida fino ad un certo punto, ha poi iniziato a subire un numero eccessivo di reti?
“Là qualche problema è sorto, dobbiamo cercare di cambiare registro, situazioni di gioco che ci possano far tornare la squadra di prima”.
Dal mercato allora dobbiamo attenderci soltanto scambi, considerate le difficoltà della società?
“Qualcosa si dovrà fare, e qualche iniziativa si sta già intraprendendo. Verranno ultimate solo dopo Ischia Cosenza? Sì, tranne il sostituto di Mirarco, per le altre operazioni non ci sono i tempi per concluderle prima di sabato”.
Mancino non si muoverà da Ischia?
“Mancino è un nostro giocatore e resterà con noi. In questo mese di calciomercato può succedere di tutto, ci sono sempre dei rumors che possono sempre danneggiare la grande forza e volontà di rimanere in una squadra. Io, però, mi affido sempre alla professionalità dei calciatori: fino a quando sono qui, devono esserci con la testa, con le gambe e con la grande passione che tutti i calciatori dovrebbero sempre avere. Si può essere più o meno bravi, adattati in ruoli non propri, vivere una realtà diversa da quella sognata, ma l’essere riusciti a trasformare un gioco nella loro professione, per loro deve essere già motivo di orgoglio, entusiasmo e gioia”.
A livello psicologico, non vivere la realtà locale può incidere negativamente sulla squadra, la quale è un po’ come se giocasse sempre in trasferta, anche quando ospita le squadre al “Mazzella”?
“Può darsi. La realtà è quella che stiamo vivendo o che ci dicono di vivere”.
Lei ha condiviso ciò?
“Ho condiviso il progetto iniziale, che era questo, e lo devo portare avanti”
Le farebbe piacere tornare sull’isola?
“Non è possibile. Al momento non è possibile”
Ma a Lei farebbe piacere?
“Non me lo pongo neppure il problema. Se mi dicono: “andiamo sull’isola”, a me farebbe piacere vivere questa realtà. Non il campo Mazzella, il cui manto andrebbe rivisto. A me farebbe piacere vivere lo spogliatoio”.
Mancino, come sta? Oggi si è fermato quasi ad inizio seduta
“Si, si è fermato in via precauzionale, perché ha avvertito un risentimento al punto che gli dava fastidio l’altro ieri. Vedremo”.
Ultimamente Sirignano viene spesso accostato all’Ischia. Sarebbe felice di avere in organico il difensore del Martina Franca?
“Dobbiamo cambiare. Se viene Sirignano o qualche altro, dovremo vedere varie cose, come ad esempio se di piede è destro o sinistro”.
Ma le farebbe piacere un ritorno di Sirignano sull’isola?
“Mi farebbe piacere. Sirignano è uno di quei calciatori che abbiamo sulla famosa agenda dei nomi in entrata. Anche per Sirignano vale il discorso del vedere chi esce e se è destro o sinistro. Alle volte nel calcio si fa facile compiere acquisti, come magari avvenuto anche qui ad Ischia nel recente passato, e poi si finisce per condizionare anche i campionati successivi. Sia la società che noi parte tecnica ci siamo trovati a gestire una situazione quasi completamente diversa da quella immaginata ad inizio anno. Nel calcio non ci sono nababbi, ma solo coloro i quali si indebitano. Esistono anche realtà nelle quali i presidenti sono là per far fallire le società. In Lega Pro vi sono dei dati oggettivi: se non ci fossero stati i ripescaggi, oggi le squadre a partecipare sarebbero una trentina. E’ più facile, ed è anche motivo di orgoglio, poter vivere quello che ci sta capitando: un campionato difficile, con le preoccupazioni e con le paure che ne conseguono, ma in un ambiente sano”.
Prima i bilanci in ordine.
“Inizialmente c’era tutta altra aria e progetto, ma siamo in questa situazione e io non mi tiro indietro. E riesco anche a trascinare i calciatori, anche se pure tra di loro vi è qualcuno che la vive in maniera diversa, alle volte bisogna battersi anche con generazioni diverse”.
Le trattative di calciomercato ed i possibili scambi quanto influiranno nelle scelte che compierà sabato pomeriggio?
“Non influiranno in nessun modo”.
Del Cosenza cosa pensa?
“E’ una realtà ottima, con un presidente con buone risorse finanziarie, visti i movimentati di mercato effettuati. Hanno creato una rosa solida e importante per questa categoria. Il Cosenza non sarà squadra da vertice, ma sono meritatamente nelle zone nobili della classifica”.