Domani sarà al cospetto del suo passato, di quella squadra che – senza particolari risorse – ha portato e poi lasciato in terza serie. Dino Bitetto spiega così la sua prima da avversario del Melfi dopo un triennio e più di successi: «Se sentirò particolarmente la gara? A Ischia marginalmente, la sentirò di più quando andremo lì a Melfi. Nel calcio – aggiunge – le cose sono cambiate: i sentimentalismi esistono, certo, e io sono uno che si lega alla causa della squadra e della città; saluterò i miei amici che sono rimasti, però sul campo le cose sono completamente diverse». Proprio dalla Lucania, il tecnico Palumbo afferma che il Melfi non si chiuderà in difesa: «Faranno la loro partita. Sanno delle nostre difficoltà in attacco per mancanza di uomini: in virtù di questo è facile non fare barricate», spiega il tecnico gialloblu.
I problemi del reparto offensivo non fanno paura a Bitetto, che ripone grande fiducia nei suoi ragazzi: «Adesso dobbiamo giocare così come siamo, senza pensare alle assenze. Queste emergenze vanno gestite con coraggio, mantenendo quella che è una delle nostre caratteristiche: giocare a calcio. Non si può prescindere da questo, soprattutto in casa».
Il tecnico dice la sua sull’espulsione di Mancino, squalificato poi per tre turni: «Ha avuto un attimo di follia, lo ha ammesso anche lui, oltretutto era finita la partita e non c’era motivo per fare quello che ha fatto. Così – aggiunge – viene completamente a mancare il trio delle meraviglie iniziale e per questo, adesso, devo cambiare per forza strategia». Poche, però, le soluzioni percorribili, soprattutto in fase offensiva: «Abbiamo Luca Orlando, che non ha i novanta minuti nelle gambe e pure se ce li ha non ha una condizione tale da potere da solo sopportare il carico di tutto l’attacco. Per questo tutti devono sapersi adattare alla nuova strategia, bisogna sapersi difendere, ed essendoci pochi attaccanti uno mentalmente deve soprattutto difendersi. Ma allo tempo dobbiamo anche sapere attaccare, cercare il coraggio iniziale di offendere e creare pericoli sempre e comunque. Insomma, bisogna cambiare non solo strategia ma anche mentalità».
A proposito di attacco, Mister Bitetto dice la sua su Jonathan Ferrante, aggregato ieri per valutare o meno un suo tesseramento: «Qui non si tratta di provare un giocatore, il problema è tastare il loro stato fisico. Di certo se si allenano da soli non hanno il ritmo partita. Ferrante potrebbe esserci utile? Sì, come altri».