lunedì, Dicembre 23, 2024

Bitetto: “Sin dai primi minuti abbiamo capito di poter far male alla Juve Stabia”

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Chissà se scherzava davvero, quando nel rispondere alla prima domanda dei cronisti locali, afferma che in sala stampa non ci voleva neppure mettere piede perché non sapeva come commentarla una partita così rocambolesca e ricca di gol. Dino Bitetto, tecnico degli isolani, decide invece di affrontare i giornalisti presenti ed a loro confida di aver sempre avvertito la possibilità di colpire la Juve Stabia

Finisce cinque pari, con due gol dei suoi ragazzi negli ultimi due minuti. Le era mai capitata in carriera una gara così?

“No, di viverla così intensamente no. Sinceramente non volevo venire neppure in sala stampa perché non sapevo come commentarla questa partita (ride). E’ una battuta. E’ chiaro che alla Juve Stabia faccia male, perché loro sono sempre stati avanti, in due occasioni finanche sul doppio vantaggio. Forse loro hanno pensato di aver già vinto la partita e noi invece no, abbiamo pensato che potevamo recuperarla. Ed effettivamente, dopo i primi minuti, abbiamo sempre avuto la sensazione di poter fare male, con dovute maniere, al portiere avversario”.

Lei aveva chiesto qualcosa in più a Kanoutè e Mancino. Oggi è stato accontentato.

“Beh si. Chiedo sempre di più a tutti. Anche perché noi siamo una squadra giovane, con parecchi esordienti. Sono loro che hanno la grande opportunità di giocare in questo campionato così impegnativo ed importante a dover dare qualcosa in più. E devo dire che stanno dimostrando, anche con qualche piccola difficoltà, tutto il proprio valore. Poi oggi realizzare cinque reti e recuperare in casa della Juve Stabia un doppio svantaggio è sintomo di grande forza caratteriale”.

Tre gol oggi, due della Juve Stabia e quello realizzato nel finale da Patti, sono giunti su calcio d’angolo

“Sì, avevamo tutti la sensazione, anche nel primo tempo, della loro pericolosità. La Juve Stabia aveva, rispetto, a noi qualche centimetro in più. Nella ripresa anche lì abbiamo aggiustato qualcosina, facendo arretrare di cinque – sei metri Mancino che era troppo avanti. Là abbiamo recuperato e non gli abbiamo concesso più possibilità. Anche le palle inattive fanno parte del gioco. Noi cercheremo di non prendere più gol su queste situazioni, al di là della forza fisica e dei centimetri degli avversari.”

In estate il suo nome era stato accostato a quello della Juve Stabia. E’ una notizia vera?

“Non sono stato chiamato da nessuno, neppure dalla Juve Stabia. Poiché a me piace molto il mio lavoro, adoro farlo dall’inizio. Ho accettato di buon grado di allenare l’Ischia anche perché ho visto l’entusiasmo di due nuovi soci entrati in società. Solo che poi purtroppo problematiche del passato hanno contribuito a far svanire quelle aspettative non importantissime, ma più serene di quelle che stiamo vivendo. E nonostante tutto ciò, saprete della diatriba tra società e tifosi e di qualche altra piccola criticità, noi entriamo nello spogliatoio durante la settimana, mettiamo tutto da parte e ci alleniamo. Perché a noi piace molto questo lavoro, e se piace a me, riesco a trasmettere la mia passione anche agli altri”.

Sbagliano i presidenti che non la chiamano, perché Lei fa giocare molto bene le sue squadre. Forse la meritocrazia non esiste nel calcio di oggi

“Faccio una battuta: quando diventerai tu presidente di una squadra di calcio, mi chiamerai!”

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