Ecco le condizioni dei privati per scongiurare il blocco
Pasquale Raicaldo | Nessuna fumata bianca, naturalmente. Perché tra l’assessore regionale ai trasporti, Sergio Vetrella, e gli armatori del Golfo di Napoli continua a non scorrere buon sangue. E allora quello di ieri pomeriggio in Regione, iniziato con circa un’ora di ritardo (il professore era di rientro da Roma, i tempi si sono allungati e c’è chi, come il direttore generale di Snav, Raffaele Aiello, ha preferito andar via), è stato un incontro assolutamente interlocutorio.
La posta in gioco è alta per tutti, in fondo, ma soprattutto per gli utenti: dal 1° gennaio scade il cosiddetto atto di sottomissione con il quale le compagnie si impegnano ad effettuare le corse con obbligo di servizio pubblico. E sarebbero teoricamente libere di non effettuarle. Rischio che diventa concreto, se è vero che le gare europee che partiranno a breve (ricorsi permettendo) potrebbero disegnare una nuova geografia degli armatori, aprendo anche a soggetti non attualmente presenti nel Golfo, come TTT Lines. E allora nell’incontro di ieri Vetrella ha provato a tastare il polso all’Alilauro (presente con Mariaceleste Lauro e Ciro Pisacani), alla Medmar di Emanuele D’Abundo, alla Gestur e alla Libera Navigazione del Golfo. Chiedendo in buona sostanza di proseguire ad operare fino all’espletamento della gara, formalmente non ancora avviata e ferma all’acquisizione delle cosiddette prequalifiche.
E al termine un incontro non privo di tensioni e spigolosità, gli armatori si sono tendenzialmente detti favorevoli all’ipotesi di una proroga, con un’apertura peraltro non scontata verso l’assessorato. Ma a certe condizioni, naturalmente. Anzitutto, l’estensione dell’attuale piano orario, senza alcuna modifica. Vetrella vorrebbe, dal 1° gennaio, modificare l’assetto delle corse con obbligo di servizio pubblico, soluzione più volte paventata e mal digerita dagli armatori, che sottolineano la storicità di alcune linee e non vedono di buon occhio la rivoluzione. Non in questa fase, almeno.
In secondo luogo, è stata chiesta con forza – nell’incontro di ieri – la garanzia che non si tratti di una proroga di pochi mesi, ma che le compagnie possano programmare quanto meno a medio termine. L’obiettivo è naturalmente quello di abbracciare l’intera stagione turistica, e del resto visti i tempi titanici della burocrazia – appesantita senz’altro dagli stessi ricorsi inoltrati dalle compagnie, come nel caso della Gestur, che ha chiesto il parere del Tar sulla liceità dell’iter avviato da Vetrella – non è detto che ci voglia effettivamente buona parte del 2015 per assistere al completamento delle gare di assegnazione delle corse OSP.
Ma gli armatori vogliono, oggi, risposte concrete prima di dare la disponibilità a proseguire ad operare nel Golfo: una situazione complessa, dunque, con Vetrella che si è trovato ingenuamente stretto nella morsa degli imprenditori del ramo, lui che avrebbe invece voluto sentirsene libero, e con questi che, legittimamente, potrebbero tirare i remi in barca dal prossimo 1° gennaio, portando al disastro del blocco dei servizi minimi da e per le isole di Ischia, Capri e Procida.
E allora le condizioni degli armatori sono già sul tavolo di Vetrella, che ieri ha più volte alzato la voce – in linea con il carattere energico del personaggio, emerso anche nell’incontro di Casamicciola – ma ha poi sottolineato, facendo spallucce, che alle gare era in realtà obbligato dalla legge e che una fattiva collaborazione tra le parti farebbe comodo a tutti.
Ci si rincontrerà a breve, anche perché il 1° gennaio è dietro l’angolo e la situazione va definita, in ogni dettaglio, nei prossimi giorni. Non si è invece parlato né della discussa divisione in lotti delle corse che saranno assegnate mediante gara, obbligando le aziende a concorrere per gruppi di corse in aliscafo e traghetto (quindi Alilauro e Medmar sono costrette a trovare aziende con cui intrecciarsi), né dell’intricata vicenda della Caremar, virtualmente aggiudicata da Snav e Rifim, prima dell’annullamento della gara da parte del Tar. A ore è attesa la parola del Consiglio di Stato: potrebbe essere davvero tutto da rifare. E per Vetrella, ma soprattutto per gli utenti, sarebbero ancora una volta dolori.