venerdì, Gennaio 17, 2025

Bocciata la sentenza predibattimentale per Vittorio Ciummo

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L’accusa è per aver realizzato il sito in Via degli Agrumi a Forio. L’imputato, attualmente ai domiciliari per altra indagine, ha rinunciato a presenziare. Il suo difensore di fiducia Luca Migliaccio ha spiegato nella richiesta che non vi sono responsabilità dell’imprenditore della Ego Eco, perché quell’area era stata autorizzata dall’allora sindaco di Forio Franco Regine che è uscito da questo processo. Il processo comunque ha avuto un’accelerazione con l’acquisizione di documenti che ha escluso l’esame di diversi testimoni

PAOLO MOSE’ | Ha rinunciato a presenziare rimanendo ristretto ai domiciliari, dove è stato posto dal gip Claudia Picciotti perché indagato nell’ambito dell’inchiesta sull’aggiudicazione dei servizi per la raccolta dei rifiuti solidi urbani in tre diverse realtà. Avrebbe dovuto sedersi sul banco degli imputati perché processato per un altro episodio legato comunque alla gestione del servizio della nettezza urbana di Forio. Processo che condivideva con l’allora sindaco Francesco Regine, per il quale c’è stata già pronuncia da parte del tribunale che per un errore nella notifica ne aveva spedito gli atti di nuovo all’attenzione del pubblico ministero. E si è continuato a procedere solo per Vittorio Ciummo, nella qualità di amministratore della società Ego Eco. Impresa passata al setaccio dagli uomini della Squadra Mobile della sezione reati contro la Pubblica Amministrazione per una serie di presunte dazioni di denaro o di altro genere con l’intento di potersi accaparrare il servizio di Forio, che già gestiva temporaneamente con contratti di tre mesi in tre mesi. E per dirla tutta, su questa storia che va verso la richiesta di rinvio a giudizio, c’è da dire che alla fine il Ciummo è riuscito a raggiungere il suo obiettivo. Di installarsi per un bel po’ di anni a Forio per svolgere il servizio di raccolta e trasferimento in terraferma dei rifiuti solidi urbani. Ha potuto farlo, però, non per scelta della commissione istituita dal Comune di Forio, ma per decisione del Tribunale amministrativo regionale prima e del Consiglio di Stato poi. In entrambi i casi i collegi stabilirono che la scelta era stata errata e che i titoli per svolgere quel servizio primario erano tutti ad appannaggio della Ego Eco. Ma dietro a questa battaglia c’erano state diverse situazioni strane. Perlopiù legate a conversazioni che gli inquirenti ritengono essenzialmente indirizzate a commettere reati, a modificare i rapporti tra la Pubblica Amministrazione e le imprese private. Fino a piazzare la “cimice” nella lussuosa autovettura del Ciummo, che tra i tanti accessori aveva i vetri oscurati; che non consentivano a chi stava all’esterno di poter vedere chi era all’interno. Ma aveva la possibilità di ascoltare cosa si dicessero.

Vittorio Ciummo è tratto a giudizio dinanzi al tribunale perché è responsabile della violazione di una legge speciale in ordine alla gestione dei rifiuti in Campania e che tocca l’utilizzo e come deve essere disciplinata l’organizzazione nei cantieri, nei depositi e nei siti dove si appalesa la presenza degli autocompattatori e dei rifiuti ritenuti non pericolosi. Per la localizzazione del sito di stoccaggio in Via degli Agrumi, si scatenò una vera e propria battaglia senza esclusione di colpi. Innescata dagli abitanti della zona che non sopportavano la presenza dei camion della monnezza perché ritenevano che sprigionassero odori nauseabondi, non ritenevano di dover assistere obbligatoriamente alla presenza di quelle suppellettili che venivano allocate temporaneamente in quell’area. Denunce alla procura della Repubblica, ricorsi al giudice civile per chiedere il sequestro dell’area. Come poi avvenuto con provvedimenti altalenanti per ricorsi, opposizioni e quant’altro.

Questo è il capo d’imputazione sul quale si sta giocando una partita nell’ambito giudiziario molto importante, perché certamente avrà ripercussioni in sede civilistica. Per la quantificazione dei danni subiti dalle decine di famiglie che abitano nei paraggi: «Perché, in concorso tra loro e nelle rispettive suindicate qualità, gestivano una discarica abusiva presso il sito di stoccaggio di via Degli Agrumi a Forio, in assenza della prescritta autorizzazione, in quanto autorizzato con le ordinanze sindacali n. 6 del 13.1.2009, n. 274 del 13.7.09, n. 506 del 16.11.09, n. 49 del 2.2.2010, n. 329 del 29.7.2010, n. 383 del 18.10.2010, n. 127 del 29.4.2011, n. 286 del 18.8.2011, illegittime in quanto adottate in mancanza del parere istruttorio da parte del Comune, del parere della commissione locale per il paesaggio, già commissione edilizia integrata, ed ad onta del parere negativo della Sovrintendenza espresso con nota protocollo 19091/10 del 3.9.2010, sito presso il quale erano stati conferiti rifiuti per i quali lo stesso non risulta autorizzato: risultano infatti stoccati su autocompattatori rifiuti indifferenziati, tanto che i mezzi presentano perdite di percolato».

L’avv. Luca Migliaccio ha giocato d’anticipo cercando di ottenere una sentenza predibattimentale per definire questo processo in tempi rapidi e togliere dal groppone del Ciummo una contestazione che potrebbe diventare con il passare degli anni molto pericolosa. In relazione anche all’inchiesta “madre” per la quale si ritrova detenuto nel suo domicilio in terraferma e i ricorsi presentati sino ad ora non hanno sortito alcun risultato. La difesa ha chiesto una sentenza di assoluzione per non aver commesso il fatto. Spiegando che il pubblico ministero nell’elevare la contestazione ha espressamente riferito che vi è una illegittimità da parte dell’Amministrazione comunale che non ha tenuto conto di alcune normative. Ebbene, l’avv. Migliaccio ha spiegato che tutto questo iter amministrativo è stato portato avanti dal sindaco di Forio dell’epoca e per il quale il Ciummo non ha avuto alcun ruolo. Anzi, ha specificato che la società Ego Eco ha avuto l’accesso al sito di Via degli Agrumi diverso tempo dopo la sua istituzione e apertura e dopo anche che erano iniziate le prime proteste da parte dei residenti della zona. Non ha avuto, quindi, alcun rapporto inerente al contenzioso e che nulla avrebbe potuto fare per dare delle risposte a chi rimostrava. Aggiungendo che il Ciummo si era soltanto limitato ad usufruire di un’area che era stata autorizzata dal sindaco al solo fine di poter svolgere il servizio nel rispetto delle normative vigenti. Sulla presunta discarica abusiva che viene adombrata dal pubblico ministero, l’avv. Migliaccio ha sottolineato che in quell’area venivano allocati gli automezzi privi di rifiuti e che vi era solo la presenza di qualche suppellettile o altro oggetto di natura non pericolosa. E per definire una discarica abusiva nella sua interezza, ha richiamato la giurisprudenza della Suprema Corte di Cassazione e le stesse normative vigenti.

Alcuni degli abitanti in zona si sono costituiti parte civile e rappresentati dall’avv. Carmine Bernardo che sulla richiesta di una sentenza predibattimentale ha solo puntualizzato che la Ego Eco svolgeva nell’occasione un’attività all’interno del sito diversa da quanto era autorizzato. E ciò verrà dimostrato nel prosieguo del dibattimento.

Il tribunale si è trovato d’accordo su quest’ultima tesi e ha rigettato al momento la richiesta di sentenza, ritenendo necessaria la verifica dei fatti con l’escussione dei testi chiamati a deporre dalle parti. E’ stata comunque esclusa dal fascicolo del dibattimento la denuncia querela presentata dalle parti civili.

Il processo, comunque, ha avuto l’accelerazione richiesta dalla difesa del Ciummo. Alcuni dei testimoni presenti non sono stati ascoltati. Si è preferito acquisire le relazioni da loro sottoscritte e soprattutto le denunce presentate. Più in particolare i due accertamenti di un funzionario della Sovrintendenza che si è recato sui luoghi per dare il proprio parere alla utilizzazione. Conclusioni che comunque non dovrebbero di molto spostare l’ago della bilancia né in favore per chi spinge per un’assoluzione e né per chi spera in una condanna. Così come quegli abitanti della zona che seguono passo dopo passo il dibattimento perché ancora temono che il sito di Via degli Agrumi possa nuovamente aprire i battenti ed accogliere le attrezzature della Ego Eco che oggi sono disseminate un po’ ovunque su tutto il territorio di Forio. Alla luce anche della sentenza della Corte di Appello di Napoli che è andata a modificare in parte la sentenza di primo grado che dava ragione alla tesi degli abitanti che non vedevano di buon occhio i camion della monnezza sotto le finestre. Un problema annoso che si trascina, soprattutto a Forio, da troppo tempo senza trovare una collocazione stabile, seppure ha il territorio più vasto dell’isola d’Ischia. La costruzione un po’ ovunque di fatto ha lasciato pochi spazi usufruibili e ogni scelta trova l’immediata protesta dei cittadini.

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