sabato, Gennaio 11, 2025

Fate largo al sognatore che è in Voi | #4WD

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Pochi giorni fa sono passato nei pressi del nuovo plesso scolastico “Rodari” ormai (o forse finalmente) prossimo al completamento dei lavori e ho notato che c’era un artista dedito alla realizzazione di un murale. L’opera era appena all’inizio e, pertanto, mi sono ripromesso di tornarci a vederla finita, un po’ timoroso del rischio di un altro orrore en plein air come quello di Jorit al “Buchner” ma piacevolmente sorpreso dall’ottima mano intenta a riprodurre un font chiaro e gradevole che componeva il cognome del grande scrittore e poeta, che con i suoi racconti e le sue liriche ha accompagnato tanti scolari del secolo scorso, me compreso.
Ebbene, ieri ho avuto modo di vedere l’opera terminata e devo dire che al di là del ritratto di Rodari tutt’altro che somigliante (chissà che l’ischitano medio imparerà a chiamarlo RODÀRI e non RÒDARI), il risultato l’ho trovato particolarmente gradevole e adatto ad un contesto di scuola elementare, con un’illustrazione ricca, colorata e armoniosa che non può non piacere.
Ma quel che più mi ha colpito è la riproduzione dei quattro ottonari finali di “Sulla luna”, una delle poesie più note dell’autore in questione: 

Or che i sogni e le speranze
si fan veri come fiori,
sulla luna e sulla terra
fate largo ai sognatori!”

Questi versi sono particolarmente azzeccati in quel contesto, perché non solo vogliono rappresentare un esortazione a non concentrarsi esclusivamente sulla razionalità delle cose e a rivalutare l’importanza del sogno (che in un bambino dalla scuola materna alla quinta elementare dovrebbe essere costantemente tutelata più che una qualsiasi altra specie protetta), ma anche un monito importantissimo per noi adulti del Comune di Ischia.
Sì, amici Lettori. Questa pseudo-classe dirigente sta rubando ai nostri figli la gioia di sognare liberamente. Ma al tempo stesso, lo sta facendo anche con noialtri, perché la noncuranza per il bene pubblico e l’incompetenza assoluta con cui essi guidano la nostra Comunità sta tarpando le ali ad ogni nostra benché minima speranza di essere progressivamente felici a Ischia nella cosiddetta parabola discendente della nostra esistenza, pur vivendo in quello che il papà del mio amico Paolo Massa definiva “un paradiso abitato da diavoli”.

Quando spesso parlo di “pensare in grande” lo faccio con estrema convinzione e con l’entusiasmo di chi, seppur molto più vicino ad allontanarsi sempre di più da quest’Isola, la ama alla follia e crede che ce la può fare ancora a riemergere. E allora, cari amici Lettori, proviamo a risvegliare il sognatore che c’è in noi, mostriamolo con orgoglio ai nostri figli e non consentiamo più a nessuno di rubare i nostri sogni.

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