giovedì, Novembre 28, 2024

Buon lavoro, Ischia!

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Buon 1° maggio a tutti i lavoratori, con la consapevolezza dolorosa che sarà di certo il peggiore di quelli che possiamo ricordare.

Buon 1° maggio a tutti i lavoratori, con la consapevolezza dolorosa che sarà di certo il peggiore di quelli che possiamo ricordare.
Il virus ha avuto il potere di fermare il mondo e sconvolgere le nostre vite, quelle di chi lavora spesso in modo violento.
Ne abbiamo viste di epoche buie e crisi, anche nell’isola felice da anni facevamo i conti con la decrescita forzata, con l’erosione dei livelli di reddito e di ricchezza: mano a mano che si riduceva la lunghezza delle stagioni lavorative si assottigliavano pure le nostre certezze.

Nulla a che vedere però con la brutalità dell’era corona virus, che giorno dopo giorno si è portata via non solo la normalità sociale ma pure quella lavorativa.
Secondo stime plausibili ad Ischia sono almeno 12.000 i lavoratori stagionali ai quali il corona virus quasi certamente strapperà un anno di lavoro. Troppi dubbi medici, troppe incertezze organizzative, troppe leggi da scrivere e procedure da organizzare per poter pensare di salvare l’estate 2020. Sarà un anno di paure e sacrifici, di ansie ed amarezze per loro che sono il motore del turismo ischitano, il piccolo esercito di camerieri, cuochi, facchini, fanghini, addetti al ricevimento, bagnini ma pure di commesse, marinai, bigliettai, autisti, guide.
Un universo di figure professionali che muove una macchina grande ma che gira con un unico propellente, il turista, che quasi certamente quest’anno non verrà o sarà raro talmente da non poterci salvare.

Per tantissimi lavoratori dunque quella di oggi è una beffa crudele: passeranno a casa la loro festa per la prima volta ma non avranno nulla di cui rallegrarsi.
Come già accaduto a Pasqua trascorreranno con la loro famiglia questa ricorrenza ma siamo certi che in cuor loro preferirebbero mille volte lo stress e la fatica di una giornata spesa nel caldo e nella concitazione della cucina di un hotel o al volante di un bus che arranca nel traffico ischitano portando decine di turisti in giro per l’ennesimo giro dell’isola piuttosto che il silenzio ormai insopportabile di un altro giorno passato senza sapere se e quando si tornerà a lavorare.

Ma oggi è anche la festa di quei lavoratori a cui il virus non è riuscito a togliere l’occupazione ma la serenità. Oggi resteranno a casa molti di quei lavoratori dei servizi essenziali che in queste settimane hanno lavorato in trincea mantenendo vive le attività indispensabili pure ad una nazione chiusa in casa.
Sarà day off per quanti hanno tenuto aperti supermercati, farmacie, negozi, per gli autisti di bus e capitani di traghetti ed aliscafi, per le forze dell’ordine a cui è toccato il compito spesso ingrato di doverci sanzionare per il nostro bene.
Possiamo solo immaginare cosa hanno provato in questi ultimi giorni, la paura di dover fare il proprio dovere e contemporaneamente difendersi dal virus, l’ansia di prendere tutte le precauzioni per non portare a casa il nemico ed infettare figli e parenti.

Per loro non ci saranno magari gratifiche in busta paga o encomi ma di certo la nostra stima e la gratitudine, per averci non solo permesso di fare la spesa o ritirare la pensione ma soprattutto per non averci fatto rinunciare del tutto alla normalità.
E gratitudine, il 1° maggio soprattutto, non possiamo non esprimerla per i lavoratori in prima linea nell’emergenza covid, i medici ed infermieri dei nostri ospedali che hanno pagato in questa guerra un prezzo altissimo in termini di vite umane.
Non ci saranno mai parole bastevoli per significarvi la nostra gratitudine e lo strazio per i tanti, tantissimi, troppi caduti di questa guerra a cui evidentemente vi hanno mandato disarmati.
Buona festa dei lavoratori anche a voi, che avete scelto un mestiere più rischioso, avete scelto di porvi al servizio degli altri consapevoli dei pericoli che questa scelta lavorativa poteva comportare.
Per questo, anche oggi, non vi chiameremo eroi ma soltanto lavoratori.

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