Ida Trofa | 13 settembre 2022: una data importante per lo sviluppo territoriale ed urbanistico dell’isola D’Ischia. Almeno ci sono tutti i presupposti. Ischia è liberata e… povera Italia! Dopo quasi cinque anni il Soprintendente Teresa Elena Cinquantaquattro lascia, finalmente, i vertici della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio della Città Metropolitana di Napoli
La notizia è trapelata mercoledì 15 ottobre nel corso della Conferenza Speciale dei Servizi per il terremoto di Ischia, svoltasi a Palazzo Armieri per l’analisi delle pratiche di ricostruzione e per approvare il Regolamento sul funzionamento della Conferenza di servizi speciale stessa che riconosce alla Soprintendenza un ruolo cruciale. La Cinquantaquattro sarebbe stata promossa a più alti incarichi. Sarà, l’unico dato certo è che a breve ci sarà un nuovo nome ed un nuovo soprintendete a gestire le sorti del paesaggio isolano e i suoi tesori di archeologia ed arte.
Una nomina quella della Teresa Elena Cinquantaquattro, che non aveva mai convinto, nonostante la lunga carriera in più ambiti non solo per la gestione dei territori della città metropolitana di Napoli.
Anzi, in più di una circostanza, il ruolo dell’ormai ex soprintendente era divenuta un caso, restano al centro delle polemiche per mesi e mesi. I trascorsi dell’isola con la dottoressa Cinquantaquattro (come d’altronde con i predecessori ) sono stati tutt’altro che positivi.
In più di una circostanza l’affidamento in favore della Cinquantaquattro si è rivelato un grosso errore di valutazione da parte del ministro. Un ministero che oggi, evidentemente, conscio della non adeguatezza della dirigente non l’ha confermata. È notorio, nonostante oggi si voglia parlare ufficialmente di promozioni ed alti incarichi, come l’archeologa si sia distinta per cattiva gestione, malcelata da un inequivocabile velo d’omertà.
Tanti i danni subiti dalla nostra realtà, anche per la incapacità di creare un quadro di relazioni isolane sereno e costruttivo. Nel 2019, solo per indicare il punto focale di un quadro a tinte fosche, l’archeologa Teresa Elena, al culmine di anni vissuti alla merce di Sovrintendenti indegni e nemici della buona gestione del territorio, si è passati alla gestione spezzatino del territorio con ben 4 funzionari su una sola isola: L’architetta Brunella Como si occupa del comune di Ischia, per Barano, invece, è responsabilità dell’arch. Serena Borea; a Serrara Fontana opera l’arch. Valeria Fusco mentre per Forio, Casamicciola, Lacco Ameno, i tre comuni del Cratere, il responsabile è l’architetto Marco De Napoli.
Quattro nomine, quattro funzionari, quatto gestioni che non ci hanno mai aiutato a risolvere i drammi ed i nodi di un piccolo, quanto complicato territorio come quello isolano. Non si tratta solo dei temi caldi come quelli legati ai condoni, le autorizzazioni paesaggistiche, le autorizzazioni preventive, fino alla gestione delle RESA, per non parlare del terremoto e gli effetti nefasti di certi blocchi che non fanno che favorire intrallazzi è pratiche sotto banco.
Una spartizione a quattro che non ha mai avuto nessuna ratio, ha solo reso l’ennesimo brutale agguato di uno Stato che non ci tiene in conto se non per fare di noi terreno fertili di incarichi è posizioni. Questi enti burocratici troppo spesso rappresentano un freno ed un ostacolo all’economia dei territori con le loro azioni. La questione è certamente delicata e complessa, e proprio in Campania, ad Ischia da tempo è in atto una forte polemica che assume decisioni che appaiono sempre più grottesche agli occhi dell’opinione pubblica, ma non si può dimenticare come sul nostro fazzoletto in mezzo al mare speculazioni ed abusi edilizi abbiano prodotto ecomostri che hanno sfregiato il territorio nel corso degli anni. Tutti impuniti, mentre a pagare, troppo spesso sono stati i poveri cristi. Tutto mentre, magari l’ultimo soprintendente di turno, poi finito in pensione, riceve un mega appartamento a Forio, a Monterone verso la zona di Santa Lucia.Dove ci sono scempi e disastri ambientali questi organi periferici non ci sono, ma sono pronti, con veti e dinieghi spessissimo inaccettabili, laddove farebbero meglio a scomparire.
Un fazzoletto di terra piccolo quanto l’isola d’Ischia, abusato e svilito. E la cosa peggiore è che tutto ciò è avvenuto e continuerà ad avvenite con l’avvallo, il silenzio è l’inerzia dei nostri rappresentanti istituzionali, i sindaci in testa.
Ultima, non ultima non può sottacersi lo smacco perpetrato dalla soprintendenza a trazione Cinquantaquattro con l’esclusione dell’isola d’Ischia dalla mostra sui greci organizzati tra Napoli, Campi Flegrei e l’isola di Procida escludendo la culla della civiltà greca, dove tutto ha avuto origine. Questo testimonia la cattivissima gestione della Cinquantaquattro che era anche responsabile del Museo di Villa Arbusto.
L’auspicio è che per la “nuova” figura apicale della soprintendenza non si preannunciano ancora giorni caldi. Che sia o meno la dottoressa Cinquantaquattro, il passato e l’esperienza, hanno insegnato che non c’è futuro quando si è schiavi è vittime di enti ed istituzioni fini a sé stessi gestite a seconda degli umori.
Va detto in ogni caso che in seno alla Soprintendenza c’è una mini rivoluzione in atto. Di recente si è registrato il cambio ai vertici della Cultura con la nomina di Salvatore Buonomo nuovo Soprintendente di Napoli. Il già direttore del Segretariato Regionale per la Campania lo scorso settembre è avvenuto il simbolico passaggio di consegne con Luigi La Rocca (che dallo scorso luglio è Direttore Generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio e Soprintendente Speciale per il Pnrr).