Gaetano Di Meglio | Galoetta fu la firma. Citando il quinto Canto dell’Inferno di Dante Alighieri, si accende a fiamma viva il dibattito mai sopito “Caccia si, caccia no”. La presenza del banchetto LAII per la raccolta delle firme a favore del referendum per l’abolizione della caccia e la sottoscrizione del sindaco di Ischia, Enzo Ferrandino, ha ravvivato la polemica.
La foto della firma del sindaco è subito diventata virale nei gruppi e nelle chat dei amici cacciatori dell’isola così come la successiva polemica.
E’ lo stesso sindaco Ferrandino che, però, chiarisce la sua posizione: “…stamane ho aderito alla richiesta proveniente da Odette del Dotto, Alessandra Punzo ed altri attivisti che mi hanno invitato alla sottoscrizione per l’indizione di un referendum sulla caccia. Dopo aver chiaramente spiegato di non essere contrario alle attività venatorie ho aderito alla sottoscrizione per mero spirito democratico”.
Come dire, una botta agli ambientalisti e una botta ai cacciatori.
Di diverso avviso, invece, è l’avvocato Salvatore Serpico, Presidente del Club cacciatori Etica libera ACCEL che ci ha inviato una lunga nota. Una nota con diversi spunti: “siamo sin d’ora disponibili alla chiusura definiva della caccia sull’isola purché prima Ischia sia realmente plastic-free; nel momento in cui le nostre coste siano difese da impianti di depurazione funzionanti ed efficaci; appena dopo vengano effettuate colture senza l’utilizzo di prodotti chimici; che siano utilizzati mezzi di locomozione elettrici; che siano incentivate forme di sfruttamento di energie sostenibili. A quel punto saremo noi cacciatori a chiudere per sempre i nostri fucili nei rispettivi foderi” e la chiosa senza sconti: “Di certo noi cacciatori non intendiamo ricevere consigli e critiche da filo-ambientalisti che circolano in auto rifornite a diesel, che bruciano combustibili cancerogeni per riscaldarsi, che acquistano quotidianamente materiali plastici, che non osservano le comuni regole di raccolta differenziata.”
La nota di Serpico
Domenica scorsa, in occasione della consueta giornata ecologica promossa dal Comune di Ischia, faceva da capolino, tra gli altri, un banchetto per la raccolta delle firme per l’indizione del referendum “anti-caccia”.
Consultazione popolare nazionale promossa dal Comitato Si Aboliamo la Caccia, che ha trovato sostegno per quanto riguarda l’isola d’Ischia, nella LAAI delle isole del Golfo, che ha provveduto materialmente alla installazione ed alla raccolte delle (poche) firme in occasione della giornata ecologica.
Nel pieno rispetto delle libertà di pensiero, davvero degno di nota lo sforzo dell’intero movimento anti-caccia sull’isola e sull’intero territorio nazionale, che ahimè, non troverà riscontro negli obiettivi preposti, tenuto conto che – nonostante la proroga dei termini (oramai dal 1° luglio si cerca affannosamente di raccogliere firme) nonostante la possibilità della firma digitale (da remoto attraverso SPID) nonostante l’offerta di interi pacchetti on-line di gruppi di voti dietro pagamento- il limite delle 500.000 mila firme rappresenta, ad oggi, a pochi giorni dalla scadenza, un lontano miraggio.
A questo si aggiunge che gran parte delle firme ad oggi raccolte in favore della abolizione della caccia, non saranno convalidate dalla Consulta tenuto conto che le stesse, in maggior numero, sono state apposte in assenza di un pubblico ufficiale, o di un pubblico incaricato all’uopo autorizzato il quale, in presenza, ne attestasse la autenticità. Difatti in tutta Italia molti rappresentanti dei comitati referendari contro la caccia, sono stati segnalati e denunciati alla autorità giudiziaria proprio nel momento in cui invitavano semplici cittadini a firmare in assenza di un pubblico certificatore.
Sullo stesso piano, del tutto incommentabile l’attività del comitato referendario di strumentalizzare la firma di un primo cittadino o di quel candidato, facendo intendere che quello rappresentasse il credo di una intera comunità, con la conseguenza che oramai, appare evidente, si cerca ogni sforzo possibile per recuperare anche una sola sottoscrizione. Per amor del vero, lo stesso Sindaco del Comune di Ischia, resosi conto della trappola in cui era incorso, pienamente conscio della importante cultura venatoria ancora presente, sul suo profilo facebook ha subito dopo chiarito di non essere contrario alle attività venatorie ……e di aver aderito alla sottoscrizione per mero “spirito democratico”.
Quello in discussione è il terzo tentativo di proposta in un anno. La prima prevedeva addirittura l’abolizione totale della legge quadro sulla caccia 157/92, quindi implicitamente anche la tutela della fauna. Il secondo tentativo proponeva di abolire parte dell’articolo 842 del codice civile che consente l’accesso ai fondi privati durante l’attività venatoria. Quest’ultima proposta, depositata in Cassazione e pubblicata in Gazzetta ufficiale lo scorso 22 maggio, prevede invece una cancellazione mirata dalla 157/92 di tutti gli articoli e le parti che menzionano l’attività venatoria.
Cercando di essere più realistici possibile, ancorati alla realtà senza passare dal punto di vista umano, passionale e culturale di cui la caccia è intrisa, bisognerebbe analizzare i vari punti di vista sulla base di informazioni tecniche, scientifiche e quanto meno logiche. La caccia, definita come attività cruenta e sanguinaria, prevede in realtà l’abbattimento istantaneo dei selvatici in modo etico e strettamente regolamentato da limiti e norme. Trattasi di attività programmata e sostenibile cioè regolata da piani di prelievo che si basano su rilevamenti e censimenti scientifici che in nessun modo possono arrecare danno o mettere in pericolo le specie definite per questo cacciabili.
In merito al denaro pubblico per i ripopolamenti dei selvatici, i fautori del referendum non sanno che i ripopolamenti vengono svolti dagli ATC (Ambiti territoriali di caccia), organi di gestione territoriali sovvenzionati dai cacciatori con quote di iscrizione che annualmente i cacciatori residenti pagano. Non solo, sono questi stessi soldi provenienti dai cacciatori che indennizzano i danni provocati dalla fauna selvatica sia all’agricoltura sia sulle strade alla viabilità, nonché per ristorare i danni causati dagli incendi.
E’ su questi diversi approcci culturali che si sta giocando la partita con una condanna senza motivazioni logiche di una parte di popolazione libera e rispettosa delle regole solamente per la pretesa ideologica di qualcun altro.
La caccia e i cacciatori da sempre esistono e non hanno mai causato l’estinzione delle specie definite cacciabili, mentre invece, sono sparite o in netto declino, moltissime specie animali che nulla hanno a che vedere con l’interesse dei cacciatori.
Qui si dovrebbe aprire la reale riflessione su uno stile di vita sempre più vocato all’apparenza che alla sostanza, dovremmo riflettere su ritmi di produzione e tendenze che richiedono la costante sottrazione e l’avvelenamento del suolo, dell’aria e dell’acqua senza possibilità di scampo per la natura. Ma il cacciatore purtroppo lo sappiamo, ha una doppietta in spalla che lo rende vulnerabile ed ogni tanto l’eco di qualche sua fucilata fa sicuramente più rumore di tanta distruttiva ipocrisia silenziosa.
Anche in questa circostanza si dimostra la tendenza di alimentare conflitti tra gli ultimi ed i penultimi, mentre indisturbate proseguono le cattive abitudini costanti che provocano i reali danni all’ambiente. Di certo noi cacciatori non intendiamo ricevere consigli e critiche da filo-ambientalisti che circolano in auto rifornite a diesel, che bruciano combustibili cancerogeni per riscaldarsi, che acquistano quotidianamente materiali plastici, che non osservano le comuni regole di raccolta differenziata.
E’ un discorso di coerenza e di stili di vita lungi dall’essere eco-compatibili, in realtà si dovrebbe concentrare l’attenzione sulle reali priorità!!
Noi appartenenti al Club cacciatori Etica libera (ACCEL) siamo sin d’ora disponibili alla chiusura definiva della caccia sull’isola purché prima Ischia sia realmente plastic-free; nel momento in cui le nostre coste siano difese da impianti di depurazione funzionanti ed efficaci; appena dopo vengano effettuate colture senza l’utilizzo di prodotti chimici; che siano utilizzati mezzi di locomozione elettrici; che siano incentivate forme di sfruttamento di energie sostenibili. A quel punto saremo noi cacciatori a chiudere per sempre i nostri fucili nei rispettivi foderi.
In ultimo si segnala quanto avvenuto nella vicina Svizzera più precisamente nel Cantone dei Grigioni, dove, lo scorso giugno, si è svolta una consultazione referendaria che presentava fra diversi quesiti anche uno “Per una caccia rispettosa della natura ed etica”. L’iniziativa popolare mirava, come in Italia, a sottoporre a revisione parziale diversi punti della legge cantonale sulla caccia, con una forte estensione delle tutele e forme di protezione della fauna, l’abolizione della caccia agli uccelli, l’introduzione di munizioni senza piombo, ulteriori verifiche e certificazioni per i cacciatori, forte restrizione degli interventi da parte degli organi di vigilanza della caccia in caso di danni causati dalla selvaggina.
Ebbene, in un luogo definito “natura allo stato puro”, l’80% degli elettori ha respinto la proposta referendaria, consentendo il mantenimento delle norme regolatrici dell’attività venatoria.
Ebbene, quella svizzera, è una chiara indicazione, ancora una volta, che chi nella natura vive e svolge la propria attività, non limitandosi a un concetto astratto di questa o a esserne un fruitore saltuario, considera l’attività venatoria sostenibile e regolamentata non solo assolutamente “normale” ma soprattutto una forte e insostituibile componente di gestione e conservazione di habitat, territorio e fauna.»
Salve, non voglio ne essere qualunquista ne banale, Caccia si ma regolamentata, ovvia, con leggi ferree e con multe salate per chi viole le stesse.non posso immaginare che i cinghiali inizino la superiorità numerica come a Roma. Ogni anno bisogna sfoltire alcune specie di animali per garantire loro , la sopravvivenza.
Non sono un cacciatore e non li giudico.
Ma mi sono sempre chiesto quale sia davvero il piacere nel togliere materialmente la vita ad un altro essere vivente.Lo potrei concepire se fosse per necessità di sopravvivenza..
Va bene, ognuno la vede a suo modo.
Rispetto.
Si, sono assolutamente d’accordo con corry54.Bisogna sfoltire alcune specie.
Soprattutto quelle più pericolose…….