giovedì, Settembre 19, 2024

CAMBIA L’ITALIA. Peppe Brandi: “Attenti a Renzi, ma manca visione consequenziale”

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Gaetano Di Meglio | Con Peppino Brandi per capire Berlusconi e la Seconda Repubblica. Cosa significa la sua morte? Quali sono i ricordi personali che hai del fenomeno Berlusconi. Eri sindaco all’epoca
“I ricordi personali sono semplici. Io solo una volta mi sono intrattenuto con Berlusconi in occasione delle elezioni regionali, credo del 91 e ci vedemmo all’albergo Regina Isabella, ospiti di Carriero ed ero insieme a Domenico De Siano e Giosi Ferrandino, che all’epoca era forzista come noi. Eravamo i tre sindaci di Forza Italia dell’isola d’Ischia. Subito capii che era un uomo di grande vitalità. Si muoveva agilmente a pranzo, fu ricco di battute, di barzellette. Con noi c’era il senatore Lauro, il referente per la Campania Martusciello e ci raccontò la barzelletta dell’incontro con il primo ministro portoghese. E raccontava che aveva avuto una relazione intensa con una donna di Milano e Silvio con una donna di Lisbona e si scambiavano le battute tra Berlusconi e il primo ministro portoghese. Alla fine, si trovarono che le due donne avevano tutte le stesse caratteristiche. “Peccato che non ci siamo incontrati prima ci saremmo scambiate le donne, avremmo risparmiato tempo e denaro”.

L’impressione che mi diede è che viveva la politica in una maniera diversa. Io venivo da una trentennale esperienza politica, prima nelle file dell’azione cattolica, poi nella Democrazia Cristiana. Berlusconi aveva della politica un’idea, diciamo soft e leggera, di bellezza. Su tutte le cose che ha fatto dopo come politico, certe è stato bersagliato indubbiamente. Adesso ci saranno i commenti di tutti, tranne forse quello di Travaglio e di qualche altro del Fatto, ma tutti concorderanno su una visione di statista, come ha fatto lo stesso Mattarella, dando un’interpretazione della vita politica di Berlusconi. Però lo statista è stato incalzato dalla magistratura in una maniera abnorme. La cosa più importante che diceva era “ho iniziato ad avere paura della magistratura”, citando un detto di Jorge Borges, un poeta argentino, il quale diceva “Non c’è bisogno di essere colpevoli per temere i magistrati”. E lui aggiungeva “Io ho iniziato a essere un capro espiatorio da quando sono stato eletto nel 94. Da allora sono iniziati i reati. Prima erano reati minori che nemmeno si ricordano” . Ha fatto cose importanti ma, soprattutto, aveva un filo diretto con il corpo elettorale. Era un comunicatore eccellente, su questo piano un punto di riferimento, perché, prima di lui e dopo di lui, di grandi comunicatori ce ne sono stati pochi. Lui era un’aziendalista, sapeva come trattare con gli altri e quindi, da questo punto di vista, è stato un grande comunicatore. Poi ha fatto delle cose anche positive, per esempio la legge che prevedeva il non intervento dello Stato per quanto riguarda i lasciti patrimoniali dei genitori verso i figli. Diceva che la casa è sacra e quindi non bisogna appesantire con balzelli. Tuttavia, però, ha commesso degli errori macroscopici come l’avere a che fare con Putin senza cogliere la pericolosità del soggetto, con la Merkel quando al G7 l’ha fatta aspettare o come quella volta a Roma, perché era al telefono con Erdogan. Voglio dire, tutte cose anche un po’ strampalate”.

Con Berlusconi muore la Seconda Repubblica?
“Io credo che è morto il partito, come tutti i partiti politici personali quando muore il leader. Dall’altro lato, era un perfetto democristiano, non ha fatto crescere nessuno e, come diceva Mastella, chi cresceva più del metro e sessanta, veniva segato per essere riportato ad un’altezza compatibile con la sua. Parlo di Alfano, di Bonaiuti, di Bondi, di tutti questi personaggi che sono comparsi come meteore nello scacchiere politico nazionale e che lui non faceva crescere. O meglio, faceva crescere solo quei quattro che hanno avuto un rapporto iniziale e sono praticamente Dell’Utri, Gianni Letta, Confalonieri e Galliani. Questi sono i quattro personaggi con cui Berlusconi aveva un rapporto costante”.

Tajani riuscirà a portare avanti Forza Italia…
“Chi? Tajani…Ma dai. Ha pensieri minuscoli, piccoli, piccoli. Ha un eloquio diciamo elementare. Oggi chi sostituisce Berlusconi deve essere uno che sul piano della dialettica, con una battuta, ma anche con il ragionamento razionale e logico, deve prendere una situazione e riportarla a proprio favore. Tajani è stato presidente della Commissione europea, quando questo incarico non contava e non conta nulla, perché è l’esecutivo che conta. Oggi ci sarà sicuramente un fuggi fuggi generale”.

Dobbiamo vedere come leggere Renzi.
“Sì, perché Renzi è l’unico argine alla sinistra. Oggi la politica del governo è una politica che tiene cinque stelle e i democratici in disparte, lontani. È necessario intercettare prima degli altri i movimenti della politica. E quindi credo che il vero problema non sarà tanto Tajani o qualche altro ministro attribuito a Forza Italia. Il problema è che non c’è il punto di riferimento. Come quando è morta la Democrazia Cristiana. Allora c’erano i potentati. A Napoli c’era Pomicino e Gava, a Roma Andreotti, in Umbria Fanfani: è la geopolitica. In Liguria Taviani, Marcora in Lombardia e tutti questi che si muovevano avendo a cuore le sorti del luogo di riferimento e di provenienza. Oggi, proprio perché non ci sta il voto di preferenza, quando si è votato, i vari potentati si sono misurati sulla scorta degli incarichi ricevuti e su quello che hanno fatto. Berlusconi non c’è più e quindi ci sarà questa diaspora. Credo, anche perché non vedo una alternativa, che certi manterranno le posizioni dei vari ministeri.

Naturalmente è tutto rimandato al 2024, quando ci saranno le elezioni europee perché quello sarà il vero spartiacque. Ci sarà una guerriglia urbana continua per quanto riguarda gli approvvigionamenti di persone o di gruppi politici o di gruppi imprenditoriali per la propria visione politica.
Silvio Berlusconi, con tutti i limiti o tutte le manchevolezze e tutte le cose negative che si possono dire, era un riferimento e oggi questo riferimento non c’è più. Staremo a vedere. Penso che ci saranno delle cose negative. Non c’è una visione conseguenziale alla scomparsa di Berlusconi. Oggi non c’è nessuno, quindi bisogna vedere questi manutengoli della politica cosa faranno. Io credo che Renzi avrà un ruolo attivo. E già stamattina (ieri) le prime dichiarazioni vanno in questa direzione”.

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