giovedì, Dicembre 5, 2024

Carlo Villano: “I giovani, gioia e speranza della Chiesa e del mondo!”

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La lettera di Villano ha un’ampia parte dedicata ai giovani. “Una parola speciale e carica d’affetto, in questa lettera sulla speranza alle soglie del Giubileo, vorrei rivolgerla ai giovani, “sentinelle del mattino”, come ebbe a chiamarli san Giovanni Paolo II all’alba del nuovo millennio.
Cari giovani, abbiamo bisogno del vostro sguardo capace di cogliere le prime luci di giorni nuovi, di nuove stagioni nel nostro modo di vivere la vita. Abbiamo bisogno del vostro entusiasmo e della vostra capacità di sognare un futuro diverso.

Al tempo stesso, sentiamo, come comunità cristiana, la necessità di prenderci cura di voi, delle vostre speranze spesso inespresse o inascoltate. Con preoccupazione guardiamo a quanti tra voi sembrano aver perso non solo la speranza, ma il gusto di una vita piena e gioiosa e si abbandonano alla nebbia della rassegnazione o addirittura al buio della disperazione. I nostri territori hanno ancora la grazia di una nutrita presenza di giovani, anche se le previsioni per il futuro non ci escludono dal declino del cosiddetto “inverno demografico”. I giovani sono un tesoro prezioso che dobbiamo custodire con ogni sforzo nelle nostre comunità ecclesiali e civili. Non possiamo assistere inermi alla continua emorragia di giovani presenze che dalle nostre terre emigrano verso situazioni che danno maggiori assicurazioni di una qualità di vita più prospera e dignitosa. Cosa facciamo come comunità diocesane e parrocchiali per i nostri giovani? Siamo in grado di entrare in dialogo con il loro mondo, di ascoltare le loro esigenze? I nostri linguaggi sono adeguati per una comunicazione viva ed efficace con i nostri giovani?

Con tutto il cuore sento di dire grazie al servizio di pastorale giovanile delle nostre diocesi e a quanti operano nelle comunità parrocchiali, nelle associazioni e nei movimenti a favore dei giovani. Al tempo stesso, sento di dover incoraggiare tutti perché in tutte le espressioni della vita ecclesiale i giovani abbiano uno spazio da protagonisti e siano al centro dei nostri programmi e delle nostre attenzioni formative.

Anche le cronache delle ultime settimane, in modo tragico, ci pongono di fronte alla spiacevole realtà di un disagio giovanile così diffuso quanto nascosto. Proprio i giovani, che dovrebbero essere l’espressione più evi- dente di speranza per la nostra società, spesso appaiono più scoraggiati nella ri- cerca di una valida speranza per andare avanti. Non possiamo rimanere impassibili! Non possiamo restare inermi di fronte a giovani che tolgono la vita ad altri giovani!

Le recenti notizie di numerosi episodi di violenza tra adolescenti non possono la- sciarci indifferenti. Come cristiani siamo chiamati a denunciare con fermezza il ricorso a ogni forma di violenza, a partire dall’uso delle parole, dalla pubblicità dei modelli di vita da seguire etc. Non stanchiamoci di proclamare la bellezza di una vita vissuta nel pacifico rispetto degli altri. Non lasciamoci rubare la speranza, e soprattutto non lasciamo che la speranza venga rubata alle giovani generazioni! È in questo contesto che si comprende l’importanza e la valenza del patto educativo per Napoli e con Napoli.

Nelle nostre comunità ci possa essere sempre più spazio all’ascolto nell’incontro personale e di gruppo. Attraverso il nostro impegno e la nostra testimonianza possiamo aiutare i giovani a riscoprire la dimensione vocazionale della loro vita. Favoriamo nelle nostre comunità gli oratori, le associazioni e i movimenti che si preoccupano dei giovani e sanno stare con i giovani: apriamo, anzi spalanchiamo loro le porte delle nostre comunità parrocchiali! Non rinunciamo alla speranza che ci fa accompagnare i giovani nei loro percorsi di vita”.

Poi il Vescovo aggiunge: “Cari amici giovani, non spaventatevi di fronte alla scoperta che la vostra vita è innanzi tutto una chiamata a vivere nell’amore secondo la volontà di Dio. Siate curiosi di scoprire la missione che ognuno di voi può realizzare, così che ciascuno di voi possa dire: «io sono una missione su questa terra». Le nostre proposte pastorali dovrebbero essere tutte animate da una preoccupa- zione vocazionale. Abbiamo bisogno di testimoniare la bellezza della vita cristiana vissuta come vocazione. La nostra speranza viva può incoraggiare i nostri giovani ad ab- bracciare la scelta di una vita vissuta come vocazione nel matrimonio cristiano, nella vita religiosa, nel sacerdozio diocesano e nell’impegno pastorale come laici. Infatti, «dobbiamo pensare che ogni pastorale è vocazionale, ogni formazione è vocazionale e ogni spiritualità è vocazionale». Sarà importante, perciò, proseguire nell’integra- zione sempre più intensa dei servizi diocesani di pastorale giovanile, vocazionale e familiare, insieme all’ufficio catechistico”

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