Sandra Malatesta | Caro Stefano Di Meglio,
sono Sandra Malatesta ed ho appena letto la tua lettera. Quello che hai fatto significa tanto. Prima di tutto hai avuto un incredibile coraggio in un momento veramente di forte caos e attacco verso il tuo amico M. firmandoti con nome e cognome nel cercare di farci capire.
Io, ieri, avevo scritto che la scuola deve accogliere, educare e poi dare conoscenze, ma mai cacciare un ragazzo che se ha sbagliato verrà punito e poi si potrà discutere, aprire un dibattito per scambiare pareri e cercare di capire. Ora, al di là delle ideologie politiche io voglio scrivere a te ragazzo di 17 anni che se ho capito conosco bene.
Sai Stefano, ci sono momenti nella vita di ognuno in cui non ci si può tirare indietro o far finta di non aver saputo, o, al limite stare in silenzio. Difendere un amico come hai fatto tu, spiegando bene i passaggi che hanno portato al forte attacco, significa che stai crescendo bene. Stefano tu hai avuto il coraggio di prendere una posizione scomoda, ma l’hai presa.
Da questo momento tu sei schierato e quindi appassionato e vivo. Vivo non nel senso di vita che hai e che passa su di te, ma vivo perché partecipi alla tua vita riempiendola di valori e tra questi l’amicizia. Tutti, compresa me e te abbiamo detto che lui ha sbagliato, ma quando ho saputo che era un ragazzo di 17 anni ho voluto scrivere.
Dico spesso nei miei scritti che a quell’età si sputano sentenze sentendosi forti e sicuri. Anche io da ragazza giudicavo, dicevo non farò mai questo, mai quello, e poi mi sono trovata a fare quello che non avrei mai fatto. Chi si sente di lanciare la prima pietra? Molti si sono sentiti di farlo chiamando M. in mille modi e sappiamo che i social sono atroci in momenti come questi.
Allora ne parlavo ieri con Gaetano e dicevo che ora dai basta. Si decida per una punizione qualsiasi, che lui accetterà se già si è dimesso come rappresentante di istituto, e poi di nuovo insieme con le nostre idee diverse che fanno di noi qualcosa di unico nella storia della vita sulla terra.
Sapete ragazzi che il fatto che non siamo tutti uguali uomini, animali e piante, garantisce un migliore adattamento ai vari processi che intervengono nella vita? Sapete che se fossimo cloni perfetti avremmo tutti la stessa reazione di fronte a una difficoltà e potremmo essere spazzati via?
Sapete che in un prato verde la formica verde si mimetizza meglio di quella rossa che viene catturata prima? Allora adesso torniamo a studiare tutti insieme e a cercare di capire non solo la storia, le varie ideologie e tutto il resto, ma soprattutto facciamo come Stefano che si è comportato da amico vero, pronto ad essere anche lui attaccato pur di dire la sua.
Questa lettera è una cosa bella e dolce e mi ha fatto capire ancora di più che aver insegnato 42 anni mi ha dato una sensibilità verso i ragazzi e i giovani che mi rende sempre più fragile ma sempre più sicura di aver dato ai miei giovani alunni la voglia di migliorare ma non di essere per forza il migliore. E oggi leggendo vi sento tutti come se stesse in classe con me a scrivere sui bigliettini anonimi i vostri pensieri, metterli sulla cattedra e poi leggerli uno a uno come facevamo sempre nei momenti difficili.
Fermiamoci qui e facciamo capire a tutti che quella bella opera aveva un solo scopo, essere un legame tra tutti noi di Ischia che siamo brave persone e abbiamo sempre accolto e aiutato chi è in difficoltà, e dire al mondo intero che fuori a un nostro liceo c’è l’opera di Jorit che rappresenta una donna scura di pelle arrivata naufraga su una barca e che in tanti veneriamo.
Si in tanti amiamo Santa Restituta e ne siamo fieri e.. Sapete? La mia nonna non se ne sarebbe nemmeno accorta del colore della sua pelle. Dico la mia nonna per dire che anni e anni fa si parlava meno e si lavorava tanto per portare a casa la zuppa.
Grazie Stefano, mi sento così fiera che ancora l’amicizia vera esista e so che da questo momento tanti faranno come te. Hai aperto una strada Stefano, quella di saper essere forte e coraggioso nel dire che il tuo amico ha sbagliato, pagherà ma è un tuo amico e lo hai difeso proprio per quanto riguarda i vostri momenti insieme.
Voglio anche rivolgermi a Francesca e a Niki le cui parole mi hanno fatto pensare non a ragazze di 18 anni ma a persone adulte, mature e responsabili. Noi non siamo razzisti, non siamo fascisti, noi non siamo vandali: significa quello che ho appena scritto a Stefano.
Noi non siamo tutti uguali nel nostro essere pur di una sola razza e questo ci consente di dire la nostra, di pensarla diversamente, di reagire in modo diverso di fronte a varie cose. Ragazze mi sembra che era ieri che stavate lasciando le scuole medie e ora vi sento parlare con una maturità che mi spinge a voi a volervi vedere per stringervi forte.
I dibattuti, le discussioni sono importanti ovunque, ricordate che i silenzi sono pericolosi, ma voi avete voluto gridare che non si può attraverso social o cose capite male, far perdere tutto quello che da anni una scuola importante per tutti noi ha cercato di insegnarci. Per noi, dite, arte è sinonimo di libertà, di inclusività e novità e che il passato è importante ma non si deve tornare indietro, anzi si deve fare del passato tesoro per costruire un presente migliore. E voi ragazze, siete sicuramente ragazze di un presente che non si sta e che reagisce. Grazie a voi, leggendo ho avuto la sensazione di stare seduta in un banco ad ascoltare la vostra bella lezione. Complimenti a tutti i giovani che hanno voluto chiarire e smorzare i toni.
Vi voglio bene e vi ammiro