Ida Trofa | Mentre ancora si brancola nel buio e le vittime del terremoto che ha colpito Casamicciola e Lacco Ameno nelle sue zone alte è alle prese con una conduzione dell’emergenza nel pieno della bufera, ferma in alto mare.
Stando alle prime informazioni, al di là della querelle sulla magnitudo sbagliata con la quale l’INGV e le istituzioni hanno dato i numeri (4.0 la magnitudo durata, ma in un primo momento l’Ingv aveva diffuso il dato di magnitudo locale di 3.6), si tratta di un sisma che rimane solo alle sfortunate comunità colpite da quella scossa maledetta. Solo a loro la sventura, i danni e le perdite restano sul groppone. Per tutti, una intensità relativamente bassa per i quali danni e vittime sarebbero dovuti solo alla superficialità dell’epicentro, e – punto fondamentale – all’inadeguatezza delle costruzioni.
Dunque zone distrutte ma non meritevoli di attenzione.
Su quest’ultimo tema ci saranno indagini e approfondimenti, per ora basti l’ulteriore tragica conferma che l’Italia ha un gravissimo problema con la prevenzione ai terremoti. Tutte le regioni, nessuna esclusa, aspettano di trovarsi alle prese con la loro personale sciagura. Tre terremoti devastanti in 150 anni fanno di Casamicciola e Lacco Ameno un nodo sensibile a cui prestare cura ed attenzioni non disprezzo e noncuranza.
Sta di fatto che l’Italia ha un problema altrettanto grande con le ricostruzioni. Una brutta coincidenza vuole che il sisma a Ischia arrivi a un anno esatto dalle prime scosse che hanno colpito il Centro Italia: era la notte del 24 agosto 2016 quando un terremoto di magnitudo 6.0 devastava la valle del Tronto, dando il via a una serie di eventi sismici proseguiti per mesi. Il 30 agosto del 2016 anche Casamicciola fu allarmata da un boato, un terremoto che tutti liquidarono di magnitudo 2.0. Quella paura, però, non servì a muovere la macchina della prevenzione nè ad attivare il giusto monitoraggio della rete sismica.
Abbiamo dovuto sorbirci una serie di dichiarazioni e prese di posizione istituzionali che sconfinavano nel surreale. Il premier Paolo Gentiloni ha assicurato che «La ricostruzione si farà». Ma come si farà? Intanto le macerie sono quasi tutte lì. Sono lì ad Amatrice un anno dopo, sono qui a Casamicciola un mese dopo.
Il Governo favoleggia di ricostruire Amatrice sotto forma di Smart city. A Casamicciola la ricostruzione sotto la voce, o meglio il pretesto ABUSIVISMO, è sempre più un miraggio quando davvero questo piccolo fazzoletto di terra con pochi sforzi ed una seria attenzione potrebbe rifiorire come simbolo e modello di sicurezza.
Le macerie sono ancora tutte sui luoghi della devastazione. Secondo Legambiente, il 91 per cento dei detriti è ancora da rimuovere ad AMATRICE. Il 100% è da rimuovere a Casamicciola per di più con una cospicua percentuale posta sotto sequestro dalla magistratura che indaga sul “perchè“ dei crolli.
Fa abbastanza specie che il governo favoleggi di ricostruire Amatrice sotto forma di “Smart city” mentre a 12 mesi esatti il commissario, Vasco Errani, lascia l’incarico «per motivi personali» pare e con una governance della ricostruzione da rifare. Addirittura con una circolare sugli sgravi fiscali nelle zone colpite «in via di correzione» (sempre Gentiloni dixit).
Cosa possiamo aspettarci noi isolani abbandonati da Dio e dagli uomini in tutta questa approssimazione?
Sarebbe ora di confessarselo, con l’onestà che la tragedia impone, e con l’impellenza di una nuova emergenza a chiudere le vie di fuga: la ricostruzione dopo il terremoto del Centro Italia è stata un disastro, forse peggiore di tutte le precedenti, pur in un Paese che delle ricostruzioni ha fatto welfare (vedi caso Irpinia 1980), business e maneggi. Tutto questo chiacchierare, tutto questo vaneggiare, proclami inutili ed assurdi ascoltati fin qui per chi aspetta un tetto e un letto.
La realtà è che ad oggi, per l’ultima sequenza sismica prima dei fatti registratosi in un angolo sperduto di Ischia, non c’è stata una ricostruzione sensata. E non ci sarà per la “nostra Ischia“ per Casamicciola e Lacco. Non esiste una procedura chiara che si occupi di questi tragici eventi. Non c’è nemmeno una legge sulle assicurazioni. Sarebbe ora di confessarselo, con l’onestà che un anniversario tragico impone, e con l’impellenza di una nuova emergenza a chiudere le vie di fuga: la ricostruzione dopo il terremoto del Centro Italia è stata un disastro. La non-ricostruzione di Amatrice, la burocrazia e la confusione decisionale che ha paralizzato l’azione ricostruttiva in mille modi assurdi, fa apparire la ripresa del nostro paese un miraggio irraggiungibile.
Al momento la situazione ischitana è monitorata dal premier in persona, in contatto con le istituzioni regionali campane e col capo della protezione civile Angelo Borrelli. Se è vero, come dicevano gli antichi greci, che si impara dal dolore, allora si spera che questo ulteriore disastro sia l’occasione per ripensare – in fretta – le politiche di intervento, e di passare all’azione. Servono cose reali. Il contrasto tra quello che abbiamo visto in quest’anno e la nuova emergenza imporrebbe una presa in carico di responsabilità seria, ora con le chiacchiere e le viste di cortesia ci avete stufato.
Siamo ad un mese dal sisma e i due sindaci maggiormente interessati si trastullano con le convention a Fiuggi o regalando soldi ai loro amici geologi.. “Giacomino il dissestato” non è stato nemmeno capace di assumere un autista per lo scuolabus, ed ero stato facile profeta a prevedere che i tassisti non avrebbero accolto il suo accorato appello strappalacrime di trasportare i bambini a scuola gratuitamente.
Vediamo sciacalli aggirarsi dalle parti di piazza Marina in cerca di incarichi e prebende, e dirigenti scolastiche fare le sgallettate per arruffianarsi i sindaci..
Quando si comincerà a parlare della ricostruzione? Di “dove” e “come” ricostruire? Si è chiesto alle famiglie che hanno avuto la casa crollata se sono disponibili a farsi ricostruire la casa altrove?
Temo che la lentezza sia voluta, per creare opacità, per sfiancare i cittadini e preparare il terreno per le ditte e i professionisti legati a doppio filo coi soliti noti..
Non vi preoccupate non faranno come ad amatrice. Faranno molto ma molto peggio. Fidatevi!!
Io non me lo auguro,ma con questi personaggi il Belice non è tanto distante come aspettativa.Amateice ha un sindaco con le “palle”vere e con il governo strafalcione che ci ritroviamo non è arrivato a nessuna conclusione o quasi,questi che hanno due paia di biglie (e li ho trattati) dove si presentano?Politicanti da strapazzo