lunedì, Dicembre 30, 2024

Casamicciola, ecco la super zona A: è quella blu. Il rischio “allerta meteo” fa paura

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Ora c’è paura. Ed era anche ora. Il rischio non è più residuo o calcolato “a vista”, ora ci sono gli studi scientifici. Studi annunciati e realizzati. Studi che spingono a prendere decisioni e, soprattutto, studi che non lasciano più innocenti. Eggià, ora che il Monte Epomeo è venuto giù il 26 novembre e ha cambiato tutto, non ci sono più innocenti. In verità, prima non c’erano lo stesso, ma quello che conta è il presente. O meglio, il passato conta per la Procura. Il futuro, invece, per i cittadini, per i commissari, per gli scienziati, per i giudici, per i tribunali e per quelli che ameranno anche la nostra terra.

Come annunciato questa mattina il CCS ha preso visione degli studi eseguiti dal Centro di Competenza dell’Università di Firenze e degli studi realizzati da tutti gli atenei della Regione Campania che hanno contribuito a mappare il territorio fragile del comune di Casamicciola Terme. Un territorio fragile, mal gestito, mal amministrato e, soprattutto, mal considerato.

Come vi abbiamo già annunciato, Casamicciola è stato diviso in quattro zone. C’è una grande Zona A (la più pericolosa, da Piazza Bagni al Celario), c’è una zona B (Via Monte della Misericordia), una grande zona C (gialla) che prevede tutta la parte bassa di Casamicciola e una zona D (un po’ spezzettata) che è concentrata su alcuni punti del territorio dove sono previsti interventi di mitigazione.

Secondo questi studi, ad ogni allerta meteo (di qualsiasi colore) si dovrebbe provvedere ad allontanare tutti i cittadini che rientrano nella zona blu. Una missione impossibile da valutare e considerare al pari di come è impossibile valutare e considerare il rischio ricadente sulla zona. Se non è possibile calcolare il rischio a cui è esposta questa grande zona A, è allo stesso modo impensabile valutare il potenziale sgombero. Una scelta, questa, che farebbe di tutta l’erba un fascio, che è evidentemente impraticabile.

Sulla base di questo concetto, anche a rigor di logica, i commissari di Casamicciola e il Prefetto Palomba, hanno chiesto alla “comunità scientifica” che ha mappato il rischio di poter definire i criteri da dover comunicare ai cittadini senza creare allarmismi o false informazioni come, in parte, ha fatto il capo della Protezione Civile Regionale, Italo Giulivo. Evidentemente in mala fede e troppo condizionato da quelle pessime frequentazioni casamicciolesi che tutti conosciamo. Il ripetersi di concetti astratti e non scientifici che farebbero piacere ad albergatori con le RESA e altri personaggi con interessi privati e diretti tra le zone interessate dagli studi e gli uffici della Regione Campania.

Ai commissari, Legnini e Calcaterra, il 27 dicembre saranno consegnate le indicazioni scientifiche per consentire di adottare le relative ordinanze di rientro nelle abitazioni dei cittadini sfollati sia dall’evento del 26 novembre sia dall’allerta meteo del 2 dicembre.

L’area A, la grande area blu che si vede su questa pianta, colloca sullo stesso piano – almeno per il rischio – chi è stato sfollato per “precauzione”, chi ha perso casa per colpa del fango e chi, inoltre, è sfollato dal sisma del 2017 e che, evidentemente, in qualche modo legittimo (ma molti lo hanno fatto in maneira illegittima, magari sperando, ora, di prendere il doppio cas) è rientrato nelle proprie abitazione, magari avendo anche realizzato la messa in sicurezza dal punto di vista sismico.

Questa grande area dove, in concreto, il rischio non è preventivabile, si presta anche ad un’attenta redazione degli atti amministrativi affinché la bontà del testo possa, poi, resistere dinanzi al TAR e dinanzi al Consiglio di Stato. Valutare bene le parole, le motivazioni e le soluzioni è la missione che si prova a completare prima del 28 dicembre, quando, come comunicato dal commissario Legnini, si potrà dare anche una risposta agli amici di Casamicciola che si trovano sfollati ed ospitati in albergo o in maniera autonoma lontano dalle proprie abitazioni.

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