Focus di Ida Trofa | In comune si brinda, la lotta agli sprechi può attendere! Non brindano invece i cittadini che comunque dovranno tirare la cinghia e sperare che oltre i trent’anni accordati al comune arrivi una schiarita sulla tassazione e le aliquote. La jattura del dissesto evita la gestione controllata dei fondi, ma solo una vera lotta agli sprechi e l’attenzione alle finanza pubblica potrà ridare fiato ai contribuenti ed alla comunità chiamata a sostenere sacrifici economici, ICI, IMU, TARI, TASI e chi più ne ha più ne metta.
“Il Dispari” ne aveva anticipato l’intervento della politica a salvare gli Enti in adempienti muniti di un Piano di Risanamento. Come Procida (che non ha ingaggiato nessun consulente strapagato, ndd), Casamicciola ha scongiurato il dissesto del comune solo grazie all’ANCI e al suo emendamento salva comuni: “La commissione bilancio della Camera ha approvato definitivamente il 17 dicembre l’emendamento Anci sul Piano di Riequilibrio dopo una tre giorni intensissima”.
La commissione Bilancio della Camera infatti, martedì scorso, ha dato il via libera al testo della legge di Stabilità 2016 dopo una maratona durata oltre 37 ore, affidando mandato ai relatori per portare il testo in Aula , giovedì 17 dicembre. Il rush finale alla corsa agli emendamenti era iniziato lunedì mattina alle 10 e si è potuto concludere dopo una seduta fiume lunga un giorno e mezzo, con soltanto due sospensioni per il voto sui giudici costituzionali, sempre nella serata di martedì scorso. Con l’approvazione della Legge di Stabilità si scongiura il rischio dissesto per il molti comuni sull’orlo del baratro.”
Il Sindaco di Procida, Dino Ambrosino con molta onestà intellettuale, rispetto ad altri tromboni lo conferma: “La Legge di Stabilità approvata alla Camera salva il comune di Procida dal Dissesto”. Alla faccia dei complimenti di buon lavoro che arrivano da onorevoli e senatori.
LA MOTIVAZIONE
Sul predissesto c’è il rischio di fare figli e figliastri fra gli enti locali per colpa del Milleproroghe . Il tutto anche alla luce della nuova normativa appena approvata.
Con gli emendamenti al decreto Milleproroghe (la nuova normativa), infatti, è stata prevista la possibilità, per le amministrazioni il cui piano di risanamento è stato bocciato dalla Corte dei Conti, di presentarne uno nuovo entro il 30 giugno 2015. Mancava ancora, invece, una norma che consentisse di modificare i piani già approvati, malgrado che le norme sul riaccertamento straordinario dei residui imposto dall’avvio della nuova contabilità abbiano consentito di spalmare i disavanzi su un arco temporale più lungo (addirittura trentennale) rispetto a quello (al massimo decennale) previsto dalla procedura di riequilibrio finanziario pluriennale. I correttivi al “milleproroghe” aprono una nuova finestra a favore degli enti in predissesto che si sono scontrati con il niet dei giudici contabili e che avrebbero avuto tempo fino a metà anno per riprovarci, presentando un nuovo set di misure di risanamento.
GLI APPUNTAMENTI MANCATI DI CASTAGNA E DELLA CIMMINO
Sempre entro il 30 giugno, poteva essere sanata anche la mancata presentazione del piano nei 60 giorni dall’esecutività della delibera consiliare che ha dato il via alla procedura. Il Comune termale rientrava appieno nella casistica. Ma anche in quella circostanza l’Ente si dimostrò inadempiente, nessuna rimodulazione o deduzione in merito giunse. La Corte dei Conti si vide costretta a dare un termine ultimo, il 3 settembre 2015. Entro quella data Casamicciola doveva rimodulare il Predissesto e dimostrare la sua politica di risanamento. Appuntamento anche quello mancato con l’arrivo della bocciatura della Magistratura contabile Partenopea con il rischio concreto di andare al dissesto. L’unica via per cancellare i mesi di “fancazzismo amministrativo” era il ricorso alla bocciatura(17mila e più di consulenze!) aggrappandosi alla opportunità di ritenersi tra gli enti vittime della sperequazione milleproroghe, aggrapparsi all’ANCI .
LA SVOLTA LONTANA DA CASAMICCIOLA
La legge di stabilità 2015 in questione lascia, infatti, irrisolta la questione della revisione dei piani già approvati alla luce della più favorevole disciplina di riassorbimento dei disavanzi dettata dalle norme sull’armonizzazione dei bilanci. Paradossalmente con la nuova finestra di salvataggio concessa agli Enti inadempienti dal governo Renzi si favoriscono i comuni meno virtuosi. Il legislatore non aveva finora previsto alcun raccordo, infatti, fra i due meccanismi (pre-dissesto e nuova contabilità), con conseguente penalizzazione per gli Enti virtuosi , cui si aggiungeva la disparità di trattamento rispetto a quelli che, pur avendo incassato una bocciatura, sono stati rimessi in termini.
L’unica via restava la Corte dei Conti, ovvero la soluzione ricercata in via interpretativa: è stata la magistratura contabile, in particolare, a dover definire tempi e modalità per la rimodulazione dei piani già presentati, oltre agli eventuali limiti necessari ad evitare manovre dilatorie. L’ANCI raccoglie al volo l’occasione e Fassino prospetta le modifiche necessarie al Governo affinché siano inserite nella nuova legge per superare l’empasse, in attesa, che la Legge di Stabilità 2016 fosse realtà.
UN GIORNO PRIMA
Casamicciola, con la bocciatura della Corte dei Conti Campania, non ha altra strada che cavalcare l’onda della sperequazione, dichiarandosi un potenziale “figliastro” di questa norma e sperato che in breve la legge di Stabilità 2016 approvasse l’emendamento ANCI cosi come è stato di fatto il 15 dicembre, martedi sera, con giusto un giorno in anticipo rispetto all’appuntamento fissato con il verdetto della Corte dei Conti per Casamicciola.
Infatti, l’attuazione in corso di un piano di riequilibrio finanziario pluriennale ex art. 243-bis del Tuel deve essere coordinata con le attività propedeutiche all’introduzione della contabilità armonizzata. Poiché, in tale ambito, gli eventuali effetti peggiorativi dei risultati della gestione sono da ricondursi ad adempimenti obbligatori per legge, occorre consentire agli enti interessati di rimodulare i piani già approvati anche al di fuori delle fattispecie tipizzate. Oltre a tenere conto delle nuove poste contabili tipiche del nuovo ordinamento (fondo crediti di dubbia esigibilità e fondo pluriennale vincolato), occorre considerare gli eventuali effetti sulla gestione non rilevabili all’epoca della presentazione del piano.
A questo, agli Enti virtuosi il Governo Renzi non aveva pensato gettando un ulteriore ancora di salvezza a chi invece, sin’ora se ne era fregato altamente. Fatta la legge trovato l’inganno e il modo di ricompensare per l’aiuto gli amici degli amici, I professori con gli agganci giusti e i parenti impiegati presso il tribunale Amministrativo. Tanto paga sempre Pantalone.
Sergio Luciano una attento analista della Pubblica Amministrazione ama ripetere: «Chi ga i sghei ga vinto», riprendendo un proverbio veneto. Ovvero chi ha soldi, ha vinto. Nella pubblica amministrazione, chi ha i soldi vince più che mai, perché non sono soldi suoi ma glieli diamo noi, pagando la tasse. Il comune di Casamicciola, i suoi amministratori, lo spettro può bene estendersi ad ampio raggio, con tre anni di ritardo, una miriade di super consulenti e non ultimo il “Fattore doppia T” pagato nel nome del dissesto da evitare, per salvare il piano di predissesto dimenticato. Evitare sopratutto di essere potenzialmente responsabili del relativo danno erariale.
Terracciano e Tarantino innanzi alle sezioni riunite della Corte dei Conti per euro 17.128,80 hanno portato il salvifico ricorso alla bocciatura del Predissesto “Costituitosi in giudizio avverso il diniego di approvazione piano di riequilibrio finanziario” ovvero la richiesta di annullamento della “Delibera N. 4583 Del 28/10/15 della Corte dei Conti della Campania”. Un ricorso mai valutato nel merito semplicemente accantonato in attesa che la Camera votasse approvando la Legge di Stabilità e i 12 punti dell’emendamento ANCI.
L’AMARA VERITA’.
Nulla di quanto detto o scritto dai consulenti avrebbe potuto evitare il dissesto del paese se non fosse intervenuta la Legge di Stabilità, la politica.
In realtà piuttosto che il regalo natalizio per la super Consulenza regalata dal comune di Casamicciola agli amici onorevoli è stata la legge di stabilità 2016 con il progetto ANCI sul Predissesto a salvare il comune, come molti, dal baratro del dissesto. Il “mille proroghe” aveva cominciato l’opera, l’ANCI di Piero Fassino l’ha conclusa.
Dunque il Predissesto salva prima di tutto la politica, non ha caso è stato il milleproroghe del Governo Renzi ad offrire la scappatoia agli Enti dotati di un Piano di Risanamento economico e Finanziario. Lo stesso Piano a cui ora brinda l’amministrazione Castagna e che in campagna elettorale era stato da Lui stesso bollato come il male assoluto, l’istituto avviato dal nemico e che la sua amministrazione avrebbe revocato. Memorabili i comizi del professore Castagna! Siamo qui, la storia è un’incredibile maestra, a commentare la grandezza del Predissesto… Esilaranti le ironie che la storia, maestra di vita, ci riserva. Per adesso Casamicciola resta cosi, per un favorevole cavillo del milleprooghe, con il suo bel predissesto e ora potrà dare corso alla sua revisione, una rimodulazione rispetto alle previsioni originali. Ma con i milioni di entrate, la Tassa di Soggiorno e 30 anni di pagherò c’è tempo per far ancora danni. Tra sei mesi la nuova verifica. Su tutto la mole del Contenzioso .
Matteo Barbero la definisce la “resistenza passiva “.
Il succo della lotta al famigerato «titolo quinto» della Costituzione, quello che Renzi vuol riformare per ridurre l’autonomia di spesa degli enti locali, autonomia che in massima parte Comuni e altri Enti territoriali hanno dimostrato di usare malissimo. Ebbene: se fosse passata questa riforma, sindaci e sindachini avrebbero perso potere sui soldi. Costretti a spenderli bene e a non dissiparli o peggio…. Ed è cosi che la riforma viene silurata. La lobby dei «frenatori di provincia» chiede e ottiene che la norma,la riforma slitti ancora e poi chissà! Tutto in Italia ha un prezzo anche le sentenze. La proroga dell’attuale regime di finanza allegra, contenuta nell’abominevole «decreto milleproroghe», conferma la forza della lobby della resistenza passiva. Appalti,finanza allegra, lobby… un mantello di immunità pagato con i soldi dei contribuenti. Insomma la politica brinda ma il debito resta.
IL GIUDIZIO DELLA CORTE DEI CONTI SUL PIANO
La Corte dei Conti ha rinviato ogni decisione sul dissesto finanziario del Comune alla prossima verifica semestrale. La Corte ha precisato che: “… occorre procedere a rideterminare il risultato di amministrazione con tutte le conseguenze di legge.”
Inoltre, ha ribadito il “grave mancato rispetto degli obiettivi intermedi indicati dall’Amministrazione nel periodo che va dal 2013 al mese di giugno 2015”; ha evidenziato “l’insostenibilità e la mancanza di congruità del Piano di riequilibrio presentato con la condotta amministrativa e i dati forniti negli anni successivi, le operazioni di dismissione del patrimonio immobiliare, le partecipate, un piano per il quale se non fosse intervenuta la politica non esisteva alcun presupposto normativo che consentisse di rimodularlo ”
La situazione economica, finanziaria e patrimoniale del Comune è talmente deteriorata e compromessa, che solo un intervento normativo (testualmente: “… nuovi eventuali ausili decisi dal legislatore”) poteva consentire all’Ente di procedere al risanamento finanziario, rimodulando il Piano nei tempi (da 10 a 30 anni) e nelle modalità.
Ad ogni buon conto, il disegno di legge di Stabilità per il 2016 discussione ed approvato dal Parlamento, ha recepito l’emendamento dell’A.N.C.I. ( Associazione Nazionale Comuni Italiani), e che consente di rimodulare e riformulare il Piano di riequilibrio. “Gli enti locali che hanno presentato, o per i quali è stato approvato il piano di riequilibrio pluriennale possono ripianare la quota di disavanzo applicato al piano di riequilibrio, secondo le modalità previste dal DM del 2 aprile 2015. A tal fine, ferma restando la durata massima del piano di riequilibrio pluriennale, tali enti possono provvedere a rimodulare o riformulare il precedente piano in coerenza con l’arco temporale di anni trenta previsto per il riaccertamento straordinario dei residui attivi e passivi, di cui all’articolo 3 del D. Lgs. n. 118/2011……”