I furbetti del terremoto continuano a tremare o, almeno, dovrebbero. La giustizia in Italia e lenta, ma arriva. Se da una parte, da tempo la Procura sta visionando e esaminando la documentazione fornita dai comuni del Cratere su circa 50 casi sospetti, dall’altra gli uffici comunali e i vigili urbani dovrebbero continuare i controlli a campione imposti dal Protocollo d’intesa siglato nel 2017 con la protezione civile nel merito di chi percepisce i contributi di autonoma sistemazione a seguito dell’inagibilità dell’abitazione e chi ha alloggiato in hotel.
Nell’ambito di questa attività si inserisce l’ultimo filone che riguarda i casi di qualcuno che continuerebbe ad abitare all’interno della casa inagibile o, addirittura, avrebbe beneficiato dell’alloggio in hotel attestando falsi esiti della Scheda Aedes. In particolare gli inquirenti hanno focalizzato la loro attenzione sulle schede Aedes. E da qui partono poi i meticolosi controlli da parte delle forze dell’ordine compresa la Guardia di Finanza.. Ieri l’ennesimo accesso degli 007 della Procura alla ricerca delle schede AEDES e le dichiarazioni di alcuni cittadini, nello specifico due cittadini, che prima alloggiavano in hotel e poi sono passati al CAS.
Una vicenda alquanto contorta. Secondo quanto ci è dato apprendere gli agenti che hanno avuto accesso agli uffici comunali erano alla ricerca della data di pubblicazione sul sito on line del Comune dell’elenco delle Schede Aedes. In tutto questo scenario, ci sono molte persone che hanno avuto la revoca del contributo che stanno già restituendo i contributi percepiti e non dovuti.
Qualcuno ha deciso di opporsi usando le vie legali, qualcun altro aspetta e teme l’esito delle indagini. Insomma, dopo la prima ondata di casi sospetti, i furbetti continueranno a dormire sonni tranquilli.