Dopo 15 anni il caso della mai realizzata caserma della Forestale nel Bosco della Maddalena di Casamicciola finisce di nuovo nelle aule giudiziarie. I lavori erano stati sospesi nel 2009 con ordinanza del Comune, in quanto privi di tutti i titoli abilitativi. Nel 2010 arrivò il sequestro penale, da cui scaturì un processo conclusosi con l’assoluzione per tutti gli imputati, compreso l’allora ed attuale sindaco Giosi Ferrandino. Sta di fatto che dopo 15 anni il cantiere fermo allo stadio degli scavi era rimasto abbandonato. Ma a settembre, su input del primo cittadino, l’ing. Gaetano Grasso aveva adottato l’ordinanza che intimava al Provveditorato Interregionale per le Opere Pubbliche il ripristino dello stato dei luoghi.
Evidenziando «che allo stato l’intera area versa in un completo stato di abbandono e degrado tale da costituire pericolo per la pubblica e privata incolumità; che l’intera area allo stato rappresenta un vero e proprio scempio alla natura e al bosco che la circonda; che prima dell’inizio dei lavori la stessa area era destinata ad uso civico di legnatica». Ravvisando «la necessità di risanare l’intera area per restituirla alla cittadinanza del Comune di Casamicciola Terme all’uso civico quale era destinata in precedenza».
Ma, incredibile a dirsi (o forse no…) il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e dal Provveditorato interregionale per la Campania, Molise, Puglia e Basilicata hanno impugnato dinanzi al Tar Campania quell’ordinanza. Dopo gli errori del passato e lo scempio nel bosco, non ritengono evidentemente di doversi accollare le opere – e le spese – di ripristino.
L’ORDINANZA
Con quella ordinanza, la n. 67 del 24/09/2024, Grasso, in qualità di responsabile dell’Area VII – Manutentiva – Patrimonio, ingiungeva «all’ing. Placido Migliorino, nella qualità di Direttore Generale del Provveditorato interregionale per la Campania, Molise, Puglia e Basilicata e a chiunque altro coobbligato, di provvedere ad horas a ripristinare lo stato dei luoghi della zona del Bosco della Maddalena, sito in Casamicciola Terme e insistente sul terreno riportato in mappa nella maggiore consistenza della particella n. 9 (ex 1) del foglio 4, dove doveva sorgere la Caserma della Forestale, previo ottenimento degli eventuali titoli abilitativi necessari per la esecuzione dei lavori; a ripiantumare le essenze vegetative presenti nei luoghi prima dell’inizio dei lavori della caserma della Forestale; a produrre a lavori eseguiti certificato che attesti la corretta esecuzione dei lavori, a firma del tecnico abilitato;- munirsi, preventivamente, se le opere risultano eventualmente ancora sequestrate, del dissequestro penale presso la competente autorità».
Il Ministero e il Provveditorato hanno chiesto l’annullamento previa sospensiva dell’ordinanza come anche di altri atti, compresa «la nota, richiamata in premessa all’ordinanza prot. 13328 del 13.10.2009 prot. int. 781-2009 del Comune resistente non conosciuta, in una con tutti gli atti comunali in essa citati, comprese le ordinanze n.ri 93 e 99 del 15.10.2009 di sospensione dei lavori, queste ultime già peraltro oggetto di impugnazione e decisione del Tar adito».
QUELLA STRANA PRIVACY
Ma il Comune di Casamicciola non ci sta. E Grasso, stavolta in qualità di responsabile dell’Area II – Servizi al Territorio, ovviamente su input dell’Amministrazione, ha conferito l’incarico legale per resistere in giudizio. Anzi, per la verità ha dapprima conferito un incarico e poi lo ha revocato decidendo di affidarsi all’avv. Alessandro Barbieri. L’altro aspetto in un certo senso curioso delle due determine è che, in nome del rispetto della privacy che non sembra comunque molto attinente in questo caso, sia le denominazioni del Ministero che del Provveditorato, e persino del Bosco della Maddalena, sono state riportate con le sole “iniziali”.
Nella prima determina del 26 novembre Grasso evidenziava la necessità di opporsi «avversando tutte le richieste avanzate e far valere in giudizio le ragioni dell’Ente circa l’inammissibilità ed infondatezza, in fatto ed in diritto, delle pretese dei ricorrenti, al fine di far accertare la correttezza e ottenere la conferma degli atti adottati». Quindi affidava l’incarico legale all’avv. Stanislao Giaffreda con studio in Ischia, in regime di convenzione con il Comune.
Sono trascorsi solo due giorni e c’è stato un “ripensamento”, alla luce della complessità del contenzioso. Con il ricorso e l’istanza di sospensiva, infatti, il ripristino del Bosco della Maddalena resta appunto ancora “in sospeso” dopo 15 lunghi anni.
E così il 28 novembre Grasso ha revocato la precedente determina, motivando che «stante la specificità della vertenza si ritiene di affidare la stessa all’avv. Alessandro Barbieri, già investito della questione successivamente al ricevimento del ricorso notificato all’Ente».