




Come avevamo anticipato, questa mattina a Forio, al Balsofiore, si sono vissuti momenti di tensione dovuti al “colpo di mano” eseguito sabato mattina dalla dirigenza scolastica di Forio 1 per rendere la mensa “obbligatoria”. Alcuni genitori, infatti, fin dalle prime ore si sono assiepati all’esterno della segreteria (alloggiata nei container del cantiere fermo) per chiedere informazioni circa il ritiro del proprio figlio e per la presentazione di cerfiticati medici che, come modificato sabato mattina, permetterebbero la non partecipazione alla mensa.
L’ostruzionismo degli addetti alla segreteria, evidentemente indirizzati a dover creare un blocco alle richieste dei genitori, hanno poi istigato i genitori – già provati dalle pregresse minacce circa l’attivazione dei servizi sociali ai loro danni se non avrebbero acconsentito agli obblighi scolastici – fino al punto che qualcuno di questi reagisse.
La scusa buona per chiudere la segreteria, allertare i sanitari del 118 e chiedere l’intervento della Polizia di Stato e dei Carabinieri. Gli agenti coordinati dal vicequestore Ciro Re (che sull’isola gestiscono le vicende di ordine pubblico) sono giunti a sirene spiegate e hanno portato la calma. Al momento è necessario l’intervento della DIGOS al fine di verificare le rispettive posizioni soprattutto in considerazione di quanto prevede la legge.
Per la preside De VIta non è la prima volta che si crea questa frattura con il resto della comunità educante (così si chiama il complesso composto da scuola, genitori e alunni). Già a Milano, infatti, fu protagonista di un episodio che vide coinvolti i carabinieri e il resto dei docenti che non erano d’accordo con i metodi della dirigente.
Al momento, inoltre, si attende un incontro al municipio per addivenire ad una soluzione. Dagli uffici di Stani Verde, tuttavia, qualcuno ha già fatto sapere che la modifica apportata dalla scuola non sia stata condivisa con l’ente e che la stessa, tra le altre cose, sia in constrasto sia con l’appalto che ha realizzato il comune sia con la delibera di consiglio comunale che, di fatto, ha attivato il servizio.