E’ da mesi che l’utenza se ne lamenta. E le associazioni avevano protestato con forza con l’assessore regionale ai Trasporti, Sergio Vetrella, nell’incontro di Casamicciola. Ora l’Agata, l’obsoleto traghetto della Medmar, finisce ancora di più nell’occhio del ciclone: a margine dell’incidente della Norman Atlantic, “Il Fatto quotidiano” rispolvera un documento “confidential” dell’Unione Europea nel quale si definiva la flotta italiana vecchia, obsoleta e rischiosa. E nel dossier, che evidenziava come il 45 per cento delle 200 navi traghetto in servizio sulle rotte nazionali sia di età superiore ai 20 anni (più di 30 di queste navi superano il limite di 27 anni, e 6 compiono ora 30 anni; altre 23, poi, arrivano a sfiorare i 40 anni dal varo), una menzione ad hoc la merita proprio la nave di casa Medmar.
“Sotto altre bandiere e per conto di altre società navigano imbarcazioni della compagnia di navigazione delle Ferrovie dello Stato – scrive il Fatto Quotidiano -. Come la Classe Agata, nave di 77 metri varata nel 1973 e ancora in servizio per conto della Medmar tra Napoli e Ischia». Ancora, già. «Una flotta molto anziana – commenta il giornalista – . Certo, sotto controllo, certificata, ma anziana, fatta di traghetti che sono stati varati per svolgere un servizio mezzo secolo fa e sono stati allungati, accorciati, snaturati. Con tutto quello che questo comporta per la sicurezza.»
E ancora non ci e stato detto perche si deve pagare un biglietto passegiero quando non vi e posto e bisogna stare seduti in auto o in un pulman. Come si fa a certificare una nave per 200 persone quando I posti per sedersi si fa per dire visto che sono tutte sedie di plastic!) e ce un solo bagno? Speriamo che non si guasta mai quell unico bagno!
Stiamo rovinati. Se ci accorciamo le maniche ci vogliono venti anni per metterci a pari di altre nazioni che fanno veramente turismo.