La bella stagione sembra essersi orientata sull’autunno, le piogge sono un timido ricordo eppure l’isola anche, anzi sopratutto, con la siccità per effetto del passaggio tra stati termici si trova a fare i conti con un preoccupante dissesto idrogeologico.
Il versante al disopra del reticolo stradale a nord ha mostrato tutta la sua delicatezza. Ancora una vola a cedere è la costa casamicciolese. Prima fu il “vriccillo” ora è la pomice ed il materiale lapideo disgregato. Un massiccio cedimento ha fatto emergere una micro caverna visibile dalla strada. L’entità della sgrottatura non è stata ancora verificata, ma la sensazione visiva è che sia molto profonda e che il piano di calpestio al disopra non sia più tanto sicuro.
La cavità a circa dieci metri d’altezza mostra il lavoro di erosione compiuto per anni dall’acqua, ma anche l’azione umana con la massicica antropizzazione dei luoghi. Il fenomeno, ove mai non venisse tenuto sotto controllo con il recupero e le verifiche statiche sul costone potrebbe creare disagi importanti per la popolazione. Allo stato il crollo rappresenta un pericolo costante in attesa di una auspicabile messa in sicurezza.
E intanto, dovremmo cominciare ad interrogarci sulle cause di una crescente fragilità del territorio insulare. Gli eventi climatici sempre più estremi, secondo gli esperti del settore, sono gli osservati speciali. E il caso di Casamicciola dove massicce porzioni di rocce (ghiaia costituita da pomici, lave, scorie e tufo) già fratturate si sono definitivamente staccate e accumulate al piede del costone, o nei casi più a rischio sono rimaste impigliate nelle reti di contenimento pronte e cedere scaricando giù il loro carico di massi finendo per invadere il marciapiedi o addirittura la strada. Sempre sperando che non vi finisca sotto qualcuno! Ora ai crolli si aggiungono le micro caverne nel sottosuolo un fenomeno carsico del tutto particolare che potrebbe essere stato favorito da trivellazioni o lavori di escavo effettuati in zona.
Basta parlare con gli esperti per capire, però, che il dissesto idrogeologico è un tallone di achille per l’isola, il cui territorio è vulnerabile in più punti. Le frane possono rappresentare un rischio.
Secondo molti geologi esperti anche il fattore climatico e le sue variazioni gioca un ruolo chiave sull’isola d’Ischia. In particolare nella zona interessata del fenomeno a Casamicciola si possono verifi care frane nei costoni dove le rocce sono sempre più fratturate ed esposte a frequenti sbalzi termici. La roccia subisce gli sbalzi termici, specialmente se prima esposta a climi torridi, essendo molto scura, con alte percentuali di ferro, grafite, raggiunge temperature molto alte. La frana si è innescata con l’abbassamento della temperatura e e della pioggia. Il freddo fa contrarre la roccia, il caldo la fa dilatare.
Ora nella fattispecie toccherà ai periti, ai tecnici delle varie autorità coinvolte a stabilire l’entità e la qualità del fenomeno. Speriamo che sia presto.
IDA TROFA
Su il dispari in edicola il 18 ottobre