sabato, Novembre 2, 2024

Chiusura INPS, Dino D’Abundo: “pronta l’iniziativa popolare, per dire no a questo taglio”

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Antonio Di Meglio | Ischia, lo sappiamo tutti, è un’isola che soffre una serie lunga di disagi dovuti principalmente alla mancanza di infrastrutture adeguate a risolverli oppure. Negli ultimi anni la situazione delle nostre infrastrutture è andata peggiorando ininterrottamente, l’ultimo di questi episodi lo abbiamo subito con la complicata Odissea che stanno passando l’INPS e il centro di collocamento della nostra isola. Ormai ridotti entrambi a poco più di un moncone di ciò che erano originariamente e ovviamente non in grado di svolgere nemmeno i loro compiti basilari, questi due uffici ed il loro stato dissestato hanno suscitato lo sdegno e la reazione (pragmatica) del consigliere comunale Dino D’Abundo, il quale, nel corso del suo ultimo intervento durante il consiglio comunale di Forio, ha ribadito la criticità della situazione sia in veste di politico (e quindi rappresentante dei cittadini), sia in veste di libero professionista.

Proprio per questo scopo riportiamo il pensiero di Dino D’Abundo su tutta la questione, cercando di dare rilievo sia ai particolari che caratterizzano la delicata situazione attuale, sia l’agenda che Dino D’Abundo si è prefisso per mobilitare gli ischitani, sia liberi professionisti (e quindi cittadini), sia amministratori e rappresentanti dei cittadini come lui.

Innanzitutto partiamo dal descrivere la situazione attuale dell’INPS e del centro di collocamento qui ad Ischia, una situazione alquanto disastrata come lo stesso Dino D’Abundo ha rimarcato con forza: “Siamo isolani, viviamo separati dalla terraferma, per ogni bisogno che vada oltre il nostro limitato spazio siamo costretti a prendere traghetto, macchina e tanto del nostro tempo, per semplici commissioni fuori dall’isola bisogna sempre perdere un’intera giornata e finché si tratta di commissioni sporadiche si potrebbe anche accettarlo, ma quando la miopia di uno stato centrale intacca un caposaldo della nostra vita sociale ed economica io non riesco più a tollerarlo! L’INPS sulla nostra isola è già ridotto male rispetto ai compiti che dovrebbe assolvere, il centro di collocamento riceve la stessa sorte, di conseguenza siamo costretti ad andare in terraferma anche per una semplice pratica di disoccupazione”.

I disagi creati da questa situazione sono innumerevoli, gli uffici INPS in terraferma sono già sicuramente ‘ingolfati’, con l’aggiunta della mole di lavoro dovuta alla nostra isola il meccanismo si inceppa ulteriormente e pertanto “non basta più perdere una giornata per sistemare delle questioni che dovrebbero essere di ordinaria amministrazione per i dipendenti INPS, al contrario noi ischitani perdiamo giorni e giorni, che poi diventano settimane o peggio, considerando anche gli errori in cui incorre una burocrazia che viene affaticata da decisioni centrali inefficienti”.

La descrizione quantomai vivida di Dino D’Abundo fa da sfondo alle sue preoccupazioni, vivide anche queste, per uno stato di cose “che non si può più tollerare”, da libero professionista, consigliere comunale e (anche) familiare pone le cose in questo modo: “un pensionato, settanta anni, magari solo o senza accompagnatori, dovrebbe prendere traghetto, taxi o mezzi pubblici e stare in fila per dieci ore a partire dalle prime ore del mattino o anche peggio per risolvere un problema relativo alla sua pensione? Stiamo scherzando? Io da libero professionista penso anche a chi di inverno, essendo un lavoratore stagionale, si appoggia al sussidio di disoccupazione per vivere ed a causa di decisioni centrali miopi deve rischiare la propria stabilità economica, oltre a dover sopportare innumerevoli disagi; basti pensare che le pratiche di disoccupazione non vengono esaminate in Campania ma vengono spedite addirittura nelle Marche, così i tempi si allungano a dismisura, la grande mole di lavoro e gli errori umani poi fanno il resto, la situazione ischitana viene a farci trovare con le gambe da una parte e le braccia dall’altra, assurdo!”.

Per concludere, Dino D’Abundo ha esposto la necessità bilaterale di mobilitarsi per risolvere la situazione: “io mi sono rivolto già in consiglio comunale agli amministratori del comune di Forio, adesso mi rivolgo agli amministratori di tutti i comuni ed ai loro cittadini, non è possibile restare divisi o indifferenti a questa situazione indecorosa, in questo senso sono pronto ad essere il promotore di un’iniziativa isolana che miri a risolvere il problema, lo faccio da cittadino e libero professionista perché conosco i disagi della gente, lo faccio da consigliere comunale perché sono conscio di rappresentare tutti quei lavoratori, pensionati, padri e madri che si trovano in questa situazione. Invito anche gli amministratori della nostra isola a pensare fattivamente ad una soluzione, la chiusura o lo spostamento vanno evitati, pertanto bisogna reperire fondi ed immobili atti allo scopo, ogni comune deve poi provvedere almeno uno sportello per i mesi in cui le pratiche di disoccupazione raggiungono il picco dovuto alla stagionalità della nostra economia”.

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