Il fuoco covava sotto la cenere. A riattizzarlo è bastato poco, del resto lo scenario foriano, contrassegnato da illegalità e connivenze, è tale da essere destinato alle scosse telluriche e alle polemiche divampanti. La gestione della monnezza e il “patto d’acciaio” Del Deo-Ciummo, nell’interesse solo di questi ultimi e sulla pelle dei lavoratori e della cittadinanza tutta, stanno nuovamente infuocando l’opinione pubblica. Augusto Coppola punta il dito contro il «folle» aumento del canone e se la prende con le autorità che non intervengono: «Arpac e Asl… chi le ha viste? E lo stesso vale per le forze dell’ordine. Abbiamo vissuto con percolato e puzza e vengono pagati servizi non svolti. Sulle trattenute del quinto dello stipendio, trattenute e non versate per molti mesi, tutti zitti. Si prosegue con una Cassa Integrazione (CIGS) illegittima da un anno… e si vuole continuare così». Ma non è finita. «Si mescolano i rifiuti – accusa Coppola -. Mancano i dispositivi di protezione personale dei dipendenti. Tutti i mezzi sono zozzi. Le aree al Campo sportivo Calise, al Palazzetto dello sport, alle Pietre Rosse e a Cava indegnamente occupate. Ho scritto una decina di articoli-denuncia, ma niente! Ma per caso fossero collusi? Ma no! Manco una cazzo di contestazione! E sapete come finirà? La Ego Eco farà causa per qualche milioncino perché non le è stata messa a disposizione un’area di trasferenza. Faranno una transazione e andranno a casa tutti felici con i soldi pubblici….».
Se Augusto Coppola non è tenero, un protagonista della vita politica che per qualche tempo era rimasto in silenzio, adesso ha deciso di tornare a denunciare i veleni foriani. Il consigliere Nicola Nicolella, che da quando fa gruppo indipendente con la Parpinel è stato relegato in un angolo da Del Deo, riaccende il fuoco che era già divampato la scorsa estate. Quando in pieno consiglio comunale denunciò: «C’è un complotto del sindaco per farmi arrestare. Ne ho le prove!». Una vicenda finita all’attenzione della magistratura. Nicolella non ci sta agli intrecci, o meglio intrallazzi tra mondo politico e imprenditoriale sulla gestione di risorse importanti come il porto o di servizi delicati come la N.U. E da questa sua ferma opposizione sarebbe nato il complotto per mandarlo in galera, come da lui stesso riferito, con tanto di prove e testimonianze. Si voleva incolparlo addirittura del reato di riciclaggio, ma l’avvocato ha reagito in maniera dura. Uno scontro culminato appunto nei fatti del consiglio comunale del 21 giugno scorso, quando Nicolella, nel rispondere a Del Deo che lo accusava di vilipendio, controbatteva rinfacciandogli il complotto ordito per farlo finire in manette e successivamente abbandonava la seduta. Nei giorni seguenti, Nicolella chiedeva al prefetto e al ministro degli Interni lo scioglimento del consiglio comunale di Forio, riferendo, in ordine alla seduta consiliare del 21 giugno: «… allorquando il sottoscritto si apprestava a leggere la risposta a quanto richiesto con la missiva di cui sopra dallo stesso Sindaco inopinatamente lo stesso Sindaco interrompeva il Consiglio comunale dicendo che su richiesta dell’Arma dei Carabinieri si richiede l’acquisizione delle richieste rese dal Consigliere Nicola Nicolella e siano consegnate al Capitano della Compagnia di Ischia. Evidentemente il Capitano della Compagnia dei Carabinieri anche attraverso l’interruzione del Consiglio comunale, l’acquisizione delle dichiarazioni poiché nell’intervento reso dallo scrivente nel riferirsi al complotto ordito dal Sindaco orientato a farlo arrestare, avesse fatto riferimento all’utilizzo dei componenti dell’Arma per raggiungere il suo scopo». Fendenti durissimi.
Una storia, come detto, sulla quale dovrà fare chiarezza la magistratura. Adesso, dopo qualche mese di “riflessione”, Nicolella torna alla carica confermando in toto quelle accuse e “avvisando” gli avversari: «Sono stato messo nell’angolo dal sindaco – dichiara – con la complicità di altri consiglieri comunali proprio perché ho denunciato le inadempienze della Ego Eco a discapito dei cittadini e dei lavoratori. E come ritorsione il sindaco mi voleva fare arrestare con la complicità di alcune persone delle Istituzioni e il Ciummo mi ha minacciato. Oggi la magistratura sta indagando e chissà che forse ci saranno dei colpi di scena che andranno a stroncare il malaffare di questi accattoni. Invito i consiglieri comunali che per le strade parlano male di questa Amministrazione e del sindaco a non dare più l’appoggio, con un pizzico di orgoglio». Lasciando intendere che in galera potrebbe finirci qualcun altro, al suo posto…
Dissotterrata l’ascia di guerra, l’avvocato rincara la dose: «Sono tornato, e più forte di prima. Adesso abbiamo il compito-dovere di demolire l’accordo scellerato del malaffare. Lo dobbiamo ai cittadini».
Decisamente più “soft” l’intervento di Vito Iacono, che chiede al presidente Michele Regine la convocazione della conferenza dei capigruppo e del consiglio comunale per discutere sempre della “Ego Eco”, in ordine agli esuberi di personale e alla tutela dei lavoratori. Per il capogruppo de “Il Volo” «sono queste le sedi istituzionali proprie per intraprendere un percorso condiviso e più volte auspicato, teso a salvaguardare i livelli occupazionali del settore NU evitando il pericoloso ritorno all’utilizzo di ammortizzatori sociali che grave danno arrecherebbero ai lavoratori. E’ necessario, con buon senso mettere mano al modello di gestione del servizio privilegiando la ottimizzazione delle risorse umane salvaguardando così i livelli occupazionali e gli standard qualitativi del servizio. Chiedo altresì che in quella sede venga condivisa la opportunità di un atto deliberativo che vada nella direzione della unificazione del servizio sull’intera isola» E conclude chiedendo che alla conferenza dei capigruppo partecipi anche il dirigente del Settore « per un’audizione in ordine agli aspetti tecnici ed economici del servizio con particolare riferimento al dato riferito al numero effettivo di addetti attualmente in servizio».