E’ tutto pronto per “Cassino ad Ischia”, l’ultimo film girato ad Ischia. Il prossimo 3 febbraio, infatti, la pellicola con Dominic Purcell (famoso soprattutto per la serie “Prison Break”) arriva sulla piattaforma Amazon Prime. Michelangelo Messina, direttore dell’Ischia Film Festival, ha intervistato per noi Frank Ciota, il regista della pellicola.
Frank Ciota, produttore e regista di origine Italiana, ha diretto diversi film, dal suo esordio con Martin Scorsese in Casinò del 1995, ha diretto attori del calibro di Danny Aiello, (Fa la cosa giusta, Stregata dalla Luna) Lesley Ann Warren, (Desparet House wifes, Victor-Victoria) in “Stiff” del 2010, Frank Vincent (Toro scatenato, Quei bravi ragazzi, I soprano) in “The North End” del 1997 ed ora con il suo ultimo film ha diretto l’icona australiana della serie tv “Prison Break” Dominic Purcell. Ho avuto il piacere di lavorare con Frank quale Location Manager per il suo ultimo film, L’ho incontrato in occasione dell’imminente uscita del suo ultimo lavoro “Cassino in Ischia”, scritto dal fratello Joe Ciota, quasi interamente girato sull’isola verde per un’intervista in esclusiva per il Dispari.
di Michelangelo Messina
Buongiorno Frank, vorrei iniziare questa intervista partendo dai precedenti film che hai realizzato, la tua filmografia. Questo è il quarto film in cui metti l’accento sulle tue radici italiane. Hai iniziato con North End nel 1977, che racconta la storia di due amici che vivono nel quartiere italiano di Boston…poi con Ciao America nel 2010, che racconta di un italo-americano torna nella terra dei suoi antenati per allenare una squadra vivace nella nascente Lega di Football Americano in Italia, una sorta di autobiografia se vogliamo, in considerazione che sei stato giocatore ed allenatore di Football dell’Harvard univeristy“, e poi c’è Stiffs”(2010) , dove un conducente di carro funebre (Aiello) si lega a un gruppo di bostoniani nel tentativo di mantenere in attività una casa funeraria locale anche con questo quarto film si evidenzia la prevalenza di mettere in evidenza le tue radici italiane.
Qual è stata l’ispirazione dietro la creazione di Casino in Ischia? Come è nata l’idea per il film?
“Bella domanda. Sai, il film è stato ovviamente scritto da mio fratello (Joe Ciota), e mio fratello ha scritto tutto ciò che ho diretto. E come sai, mio fratello ha un legame speciale con Ischia perché è sposato con una donna ischitana. Ma penso che, sai, sarebbe meglio chiedere a mio fratello da dove sia nata l’idea. Penso che volesse scrivere qualcosa che rappresentasse uno scontro culturale tra gli Stati Uniti e l’Italia, e ovviamente il cinema era il luogo migliore per farlo”.
Beh, in parte questo risponde anche alla mia seconda domanda. Come descriveresti il tono del film? È una commedia, un dramma o un mix di generi?
“Spero sia una commedia. No, penso sia un mix di tutto. Sai, per me, la parte più importante del film è la storia dei due fratelli, perché ovviamente parla di me e mio fratello. Sì, e per me questo è sempre stato il cuore del film. La commedia è secondaria. Quando ho guardato il film a Roma con Cristina Giubetti (produzione Italiana della Cattleya) , che è seduta proprio accanto a me in questo momento, non lo ricorderà, ma io sì. Ricordo bene che, nella scena in cui il fratello compare, ho afferrato la sua gamba e mi sono sentito molto emozionato. Questo è sempre stato il cuore del film per me, la ragione per cui ho voluto farlo”.
Il titolo del film Cassino in Ischia è intrigante e un po’ enigmatico. Puoi spiegare il significato dietro questa scelta?
“Beh, devo dirti Cassino significa confusione”.
Confusione?
“È quello che è stato questo film, dall’inizio alla fine. Penso che, sfortunatamente, fosse il titolo giusto per il film. È un gioco di parole”.
In effetti hai già fatto un film chiamato Casinò, se ricordo bene.
“Sì, è divertente che tu lo chieda. La mia prima esperienza nel mondo del cinema è stata lavorare su Casinò, il film di Scorsese. Il mio lavoro per sei mesi era prendere il pranzo per Barbara, la produttrice.”
Beh, tutti iniziano da qualche parte, sai. Qual è il tema principale del film? Cosa speri che il pubblico porti con sé dopo averlo visto?
“Sai, onestamente, non cerco di fare film per mandare un messaggio, per così dire. Spero solo che le persone si godano il film. È un film divertente, un viaggio che puoi fare per due ore. Ma non c’è un messaggio che voglio trasmettere. È solo un film di intrattenimento”.
È intrattenimento. Beh, hai fatto una grande promozione dell’isola con tutte le scene e la bellezza dell’isola. È una location affascinante.
Com’è stato girare sull’isola? Hai affrontato delle sfide o vissuto momenti particolarmente memorabili?
“La cosa più difficile è stata girare sott’acqua, cosa in cui non siamo stati molto bravi. Sai, meglio di chiunque altro, dato che eri responsabile della location. È difficile catturare Ischia con tutte le sue colline. È complicato muoversi. Poi alla presentazione in anteprima del trailer all’Ischia Film festival quest’anno mi ha molto emozionato vedere tutti i sindaci dell’isola li per l’occasione. Ma una cosa che ho sentito spesso da persone negli Stati Uniti è stata: “Dove si trova questo posto? È fantastico!”.
È fantastico che tu sia riuscito a catturare quella bellezza.
“Sì, sono felice di come sia venuto. Penso che mostri davvero la bellezza unica di Ischia, e mi piacerebbe che più persone andassero ad Ischia in vacanza, per visitarla dopo aver visto il film”.
Hai detto che una delle sfide principali è stata girare sott’acqua. C’è qualche scena particolare o qualche momento sul set che ti è rimasto impresso?
“Beh, ce ne sono stati molti. Ma credo che la scena del matrimonio sia stata quella più caotica. Avere così tante comparse, tutti in abiti eleganti, e poi dover coordinare tutto… è stato un vero casino, letteralmente! Ma alla fine penso che sia una delle scene più belle del film”.
Sembra che sia stata un’esperienza indimenticabile. Hai menzionato tuo fratello, che ha scritto il film. Com’è stato lavorare con lui? È stato facile collaborare o ci sono stati momenti di tensione?
“Oh, sempre momenti di tensione! Sai com’è lavorare con la famiglia. Ma allo stesso tempo c’è un livello di fiducia che non si può avere con nessun altro. So che lui capisce esattamente cosa voglio e io capisco cosa vuole lui. Alla fine, penso che questo renda il nostro lavoro migliore”.
È bello vedere questa dinamica familiare portata sullo schermo. Parlando del cast, hai lavorato con un mix di attori italiani e americani, sei gia molto abituato a questo, penso ai grandi nomi che hai gia diretto nei tuoi precedenti film come Danny Aiello o Lesley Ann Warren, Com’è stato dirigere un cast così variegato? Da Dominique Pourcell a Miriam Candurro ?
“È stato interessante, per dire poco. Penso che la cosa più difficile sia stata la barriera linguistica. Non tutti parlavano inglese e non tutti parlavano italiano, quindi c’è stato molto lavoro di traduzione sul set. Ma penso che alla fine questa diversità abbia dato al film un’energia unica”.
É stato difficile girare ad Ischia? Il rapporto con la popolazione locale?
“Mi è piaciuto, mi piace girare a Ischia perché ho trovato le persone lì molto accoglienti, così aperte e amichevoli. E questo, di solito, non succede.”
Parliamo un po’, anche, del cast. Non ti ruberò troppo tempo, ma come hai scelto il cast per il film? Vedo che ci sono molti personaggi italiani. Quali qualità cercavi negli attori per interpretare i personaggi?
“Sai, beh, ovviamente Dominic è il primo, il protagonista principale. Sì, avevo un’idea molto chiara di chi volevo per tutti gli altri nel cast. Ugo, sì, per me è la star del film. È lui, ruba la scena. Ma anche Carlotta Natoli. E poi ci sono altre persone che sono secondarie, persone che ho scelto un po’, sai, ovviamente. Miriam, sì, è fantastica, vero? E ovviamente Lucianna De Falco, mi e dispiaciuto che is suo ruolo non era cosi grande per lei, ha molto talento”.
Hai già fatto quattro film. come abbiamo descritto prima basandoti sulle tue radici italiane. È un passo in avanti? Un esperimento o un ritorno alle tue origini? quali sono i tuoi piani futuri? Hai già in mente un nuovo progetto?
“Non credo di avere un percorso preciso, ma cercherò di rispondere, sai, onestamente. Devo prendere tutto un passo alla volta. Ci sono certe cose che mi interessano in determinati momenti. Stavo appena parlando con Christina di una sceneggiatura che voglio fare, che riguarda la mia esperienza come studente alla Harvard University. Sì, come qualcuno che è cresciuto senza soldi. Quindi quella potrebbe essere la mia prossima sceneggiatura, il mio prossimo film, ma dipende. Voglio dire, dipende da cosa mi interessa. Sono anche molto interessato alla musica, e questa è una cosa su cui sto lavorando, con i ragazzi che hanno fatto la musica per il film Lions in the Street, che stanno appena iniziando. Sono interessato alla loro musica. E quindi non so, vado un po’ a orecchio, perché non ho, come dire, un percorso preciso da affrontare. Sto lavorando a un paio di idee. Sai, niente di concreto ancora, ma mi piacerebbe continuare a esplorare storie che collegano le culture. Penso che ci sia ancora molto da dire su questo tema”.
C’è un messaggio finale che vorresti condividere con il pubblico che guarderà il film?
“Questa è la domanda più difficile. Direi semplicemente, sai, lo direi alle persone di Ischia, perché ovviamente questo è per Ischia. No. Sì. Solo che Ischia mi ha ispirato, ha ispirato mio fratello, ed è un’isola incredibilmente bella. E se potessi condividere questo con il resto del mondo, lo farei, e ci sto provando. Ecco”.
Ora ho un paio di domande personali a Franck Ciota: Chi sono le tue principali influenze come regista o quale opera ha maggiormente influenzato la tua carriera?
“Molto ovvio. Martin Scorsese e i suoi film”.
Potevo immaginarmelo, Ultima domanda: se potessi collaborare con qualsiasi attore o attrice, passato o presente, chi sceglieresti in questo momento?
“Con il migliore Daniel Day Lewis. Chissà, magari un giorno”.
Suona promettente. Grazie mille per aver condiviso tutto questo con noi. Non ci resta che attendere il 3 Febbraio per vedere “Cassino in Ischia” sulla piattaforma Amazon Prime.
“Grazie a te! Grazie Ischia! È stato un piacere”.