Dopo una breve esperienza all’Ischia, Ciro Favetta è tornato in Campania per vestire la maglia della Nocerina. L’attaccante racconta il suo passaggio da un club all’altro, le difficoltà incontrate sull’isola e le motivazioni che lo hanno spinto a cambiare squadra. Domenica affronterà i suoi ex compagni in una sfida dal sapore speciale, tra ricordi, emozioni e nuovi obiettivi. In questa intervista, Favetta parla del suo passato recente e di ciò che lo aspetta con la maglia rossonera.
In pochi mesi sei arrivato, sei andato via e ora ci ritroviamo nuovamente. Sicuramente le emozioni sono diverse, al di là delle altre partite e delle occasioni in cui ci siamo incontrati a Ischia…
“A inizio stagione avevo fatto la scelta di andare a Ischia perché alcuni amici me ne avevano parlato bene. Mi era stato presentato un progetto interessante e ho deciso di accettare. Però, nel calcio succede anche di non trovarsi bene e di conseguenza si sceglie di andare via”.
È vero che il tuo addio è arrivato in un momento un po’ turbolento per l’Ischia
“Sì, diciamo che ho incontrato molte difficoltà, soprattutto a livello ambientale e strutturale. La mancanza di un campo adeguato ha complicato la situazione. Però, nonostante questo, ho conosciuto persone splendide con cui sono ancora in contatto. È stata una parentesi breve ma intensa”.
Quindi il bilancio è comunque positivo?
“Assolutamente sì”.
Hai lasciato un’Ischia che non viveva un grande momento in classifica per approdare alla Nocerina, che ha tutt’altri obiettivi. Come si affronta questo cambio di mentalità?
“Sentivo il bisogno di nuovi stimoli. Ho sempre giocato per obiettivi di vertice e volevo tornare in una squadra con ambizioni importanti. Inoltre, desideravo essere più vicino a casa. La chiamata della Nocerina è arrivata al momento giusto e non ho esitato ad accettare”
Tornando alla tua esperienza a Ischia, cosa ti porti di bello e cosa di meno positivo?
“Di bello sicuramente il gruppo di ragazzi fantastici con cui ho legato molto. Anche fuori dal campo ho conosciuto persone disponibili e affettuose, che mi hanno dato tanto”
E di negativo?
“Le difficoltà legate alle strutture. Quando c’ero io, ci allenavamo al Rispoli e giocavamo al Calise di Forio, su campi che, a mio parere, erano ormai inadeguati. Questo ha penalizzato molto la squadra”.
Domenica ritroverai alcuni ex compagni come Peppe Mattera, Trofa, Giovanni Mattera, Giacomarro e tutti gli altri che conosci e anche qualcuno nuovo. Che partita ti aspetti?
“Sarà una gara difficile. Conosco bene i ragazzi dell’Ischia, sono giocatori che danno sempre tutto, hanno corsa e intensità. Purtroppo, la squadra è stata penalizzata dalla mancanza di un vero stadio e questo ha influito sui risultati. Noi stiamo preparando la partita con grande attenzione, sappiamo quali sono i loro punti di forza e cercheremo di dare il massimo”.
Anche la Nocerina, come l’Ischia, ha avuto un recente cambio in panchina con Mister Campilongo, che, come te ha lasciato un segno importante. Senti in qualche modo il peso o il legame particolare di questa sfida?
“Sì, sicuramente è una partita diversa dalle altre e immagino lo sia anche per Mister Campilongo. Anche lui ha vissuto un’esperienza significativa a Ischia, dove ha vinto, e penso che anche per lui sarà una gara speciale. Per me ritrovarsi di fronte degli amici sarà una vera emozione. Su tutti, dico che Peppe Mattera è un mio amico e ci sentiamo molto spesso, ma il campo ci chiama ad essere dei professionisti”
Domanda un po’ provocatoria: se segni domenica, esulti?
“In verità ancora non ho fatto gol con la Nocerina, quindi non so come reagirei. L’esultanza è un momento spontaneo, difficile da controllare soprattutto per gli attaccanti. Ho grande rispetto per Ischia e per i suoi tifosi e anche per i tifosi della Nocerina, in ogni caso farei un torto a qualcuno. Non ho ancora deciso”.
La mia era solo una battuta. Ti auguro di segnare tanto dalla gara contro il Casarano, ovviamente.
“Grazie”