lunedì, Settembre 23, 2024

Clementina Petroni: «La verità sull’area pedonale al Pontile e sul Castello». L’attacco ai Mattera e a Enzo Ferrandino

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Dai provvedimenti del Comune allo scontro con Nicola Mattera. «L’Amministrazione comunale non ha condiviso l’iniziativa con tutti i residenti del Castello, perché io e mio figlio non ne sapevamo nulla. Senza fasce orarie le nostre attività sono penalizzate». A settembre il ricorso. L’attacco al sindaco: «Parla di voler tutelare il patrimonio del Comune, ma non lo conosce nemmeno». La preoccupazione: «Nicola, da anni, vuole dimostrare di essere l'unico padrone del Castello, ormai si sente potente e onnipotente. Ma non ci riuscirà»

Benvenuta alla combattiva Clementina Petroni, per commentare questa estate calda, non solo per le temperature, del Castello Aragonese e del Pontile Aragonese, di Ischia Ponte e di tutto quanto sta caratterizzando la vita di questa zona.

Prima di arrivare al Castello Aragonese però partiamo da quella che è la novità di quest’anno, ovvero la recente istituzione dell’area pedonale del pontile che porta al Castello Aragonese. Come è nata questa iniziativa? L’Amministrazione in qualche modo ne ha condiviso con voi gli scopi e ne ha parlato. Raccontaci il quadro di questa vicenda.
“Non è del tutto vero. Non ha condiviso l’idea con tutti i residenti del Castello perché io, che ci vivo da 47 anni e ho la residenza, e anche mio figlio non ne sapevamo nulla. Praticamente l’ha condiviso con una parte del Castello: Nicola Mattera, il quale ha sempre chiesto la chiusura di quel pontile; poi Oscar Mattera, che in effetti non ci vive, al Castello ha solo il Museo delle armi, piccolissimo, 15 metri quadri, e il figlio di Oscar Mattera, l’assessore Adriano Mattera. Hanno combinato con l’assessore l’iniziativa e a noi è caduta questa tegola sulla testa. Improvvisamente abbiamo visto la telecamera e quindi ci siamo allertati. Mio figlio ha chiamato anche il suo legale, l’avvocato Maria Arturo, perché questa cosa non può andare. Perché se fosse stata rispettata la stessa modalità che seguono le fasce orarie di Ischia Ponte, allora ci sarebbe andata pure bene, perché a Ischia Ponte ci sono delle fasce orarie. Qui c’è un Castello, un paese.

Invece praticamente hanno deciso questi signori, non tutti i residenti del Castello, ma quella parte di Castello. Noi no, io e mio figlio no. E hanno deciso che deve restare chiuso 24 ore su 24, 365 giorni all’anno. Chiaramente questo non ci sta bene e quindi si farà ricorso, perché, ripeto, se fossero state rispettate le stesse fasce orarie di Ischia Ponte, nei mesi invernali sarebbe rimasto aperto. Noi abbiamo delle attività e quindi abbiamo bisogno di far venire i tecnici, l’idraulico, l’elettricista, un muratore che deve portare il carico di cemento e tutto il resto. È chiaro che abbiamo queste esigenze. Le misure adottate sono interdittive al massimo, quindi non ci stanno bene. E nemmeno mi è piaciuto come è stata organizzata, perché nel frattempo che mio figlio ne era completamente all’oscuro, il proprietario dei due terzi del Castello, Nicola Mattera aveva ottenuto tutti i permessi.

Infatti sul Pontile Aragonese passano continuamente i taxi che servono le varie attività turistiche e commerciali di Nicola Mattera e di Cristina Mattera, che sono i proprietari dei due terzi del Castello e del bar che è aperto dalle 7 alle 20. Abbiamo mandato un legale dal comandante dei vigili e dal sindaco per far valere i diritti di mio figlio, perché non ci stanno bene queste fasce orarie così restrittive che ci limitano tantissimo. Faremo ricorso appena riaprirà il tribunale. Non mi è piaciuto come ha parlato il sindaco, perché le sue parole sono importanti. Lui dice di voler tutelare il nostro patrimonio, ma se non conosce nemmeno il patrimonio del suo territorio è gravissimo. Noi, come associazione, con Gianni Vuoso e Franco Borgogna, siamo andati dal sindaco tre o quattro volte per denunciare lo stato di degrado del Maschio del Castello, e anche la Casa del Fanalista che è a rischio crollo. Le porte sono volate a mare e quello è un bene comunale, ma il sindaco se ne è fregato completamente. Ma come patrimonio non c’è solo questo che sarebbe veramente importante da tutelare…».

IL CASO ASCENSORE

Fermiamoci un attimo perché poi diventa difficile anche riannodare il discorso. Per chiudere il capitolo dell’area pedonale, non hanno ascoltato le vostre istanze, avete denunciato e presenterete a settembre, dopo la feriale, il ricorso contro l’ordinanza. Questo è per quello che riguarda l’accesso. Veniamo al Castello, prima di salire sopra e di ragionare, come avevi anticipato, sul Maschio e la Casa del Finalista e tutte le altre criticità. Ho letto un tuo post, ma ne avevamo anche parlato di persona, relativamente all’uso dell’ascensore. Qual è la questione ascensore?
«Ritengo che sia una cosa gravissima, perché vedo che i turisti sono trattati come bestie o come portatori di soldi per il Castello, e sono tanti quelli che vengono durante l’anno. Ebbene, Nicola Mattera, proprietario dell’itinerario di Levante, dell’albergo e della zona speculativa, e lo dico anche se lui si arrabbia, ha apposto pochi giorni fa un cartello su cui c’è scritto che possono salire con l’ascensore solo quelli che hanno problemi di deambulazione. Allora mi chiedo, e se lo chiedono in tanti, perché protestano alla biglietteria e sopra: ma se ci sono altri problemi di salute? Ce ne sono tanti, come le donne incinte, le persone che hanno subito un’operazione, quelle che soffrono di cuore, di pressione alta o bassa, di stanchezza cronica e via dicendo. Mica bisogna presentare il certificato medico alla biglietteria, sarebbe assurdo. Quindi è un abuso che fa Nicola e non mi piace. Inoltre devo precisare che mio figlio Giovanni è proprietario, oltre che dei due terzi del Castello, anche del 50% dell’ascensore. Quindi Nicola, da anni, vuole dimostrare di essere l’unico padrone del Castello, di dominare su tutto e di non essere ostacolato da nessuno. Ormai si sente potente e onnipotente. Qui si parla dal mattino alla sera degli scandali del Vaticano, del presidente della Repubblica, ma degli scandali del Castello non se ne deve parlare…».

MONTACARICHI NON OMOLOGATO

Noi ne parliamo. La questione dell’ascensore come verrà risolta?
«Io spero bene, ma ho parlato con il legale di mio figlio e Maria Arturo mi ha detto che Giovanni non è d’accordo con Nicola. Siamo ad agosto, il tribunale è chiuso, non si possono fare diffide, gli avvocati sono in vacanza. Questa è la solita strategia che usano i Mattera di Ponente, perché Gabriele Mattera fece la stessa cosa con Antonio, suo fratello, quando gli fece chiudere il night circa una trentina d’anni fa. Vorrei precisare che sono molto preoccupata dal fatto che Nicola usi questa strategia, perché non si fermerà e ha dei progetti in mente. Il padre di Nicola Mattera, Gabriele, circa trent’anni fa decise improvvisamente che l’ascensore gli apparteneva in esclusiva e voleva escludere dal suo uso Antonio, il fratello, e la sua famiglia, cioè io e mio figlio. Antonio Mattera, mio compagno, dovette difendersi per otto anni in tribunale per riacquisire il suo 50% di ascensore. Ma non è solo questo.

Ci sono delle verità che vanno dette. Antonio Mattera, padre di mio figlio, stava costruendo oltre trent’anni fa un ascensore con una capienza di circa 30 persone, tutto a sue spese. Era stato Pasquale Mattera, l’architetto, a ottenere tutti i permessi dalla Sovrintendenza per realizzare questo ascensore. Ma fu bloccato da Gabriele Mattera e dalla sua famiglia. Quindici sono delle storie che mi danno ragione nel tempo, perché noto che tutti questi ostacoli che ci frappongono sono finalizzati a qualcosa di sicuramente dannoso per mio figlio. Io voglio tutelare mio figlio e voglio tutelare anche il grande lavoro che ha fatto il padre. E devo aggiungere che Nicola Mattera, proprietario dell’albergo e di tutta la speculazione sul lato di Ponente, sta usando l’ascensore come un montacarichi personale, mettendoci dentro l’immondizia, le valigie, gli approvvigionamenti, il cemento, le pietre e tutto quello che gli serve. E questo senza che l’ascensore sia omologato per questo tipo di lavoro. E poi salgono quelle persone che vanno nella sua area per fare gli aperitivi, matrimoni, là non ci sono limiti. Chiaramente, e lo ripeto, questa cosa è molto pericolosa, perché Nicola ormai non ha più freni inibitori e c’è un delirio di onnipotenza che io trovo preoccupante per il Castello».

IL MASCHIO CADE A PEZZI

Chiuso anche questo capitolo, veniamo al Castello. Abbiamo parlato del Maschio che è una proprietà privata, lo ricordiamo, e della Casa del Fanalista che, invece, è di proprietà del Comune. Abbiamo letto che c’è stata un’ordinanza, ci sono stati alcuni sopralluoghi. Com’è la vicenda?
«La situazione è ferma. Io conosco bene il Castello, dove c’è il Maschio all’interno, ed è veramente un peccato che questo bene storico, di cui tutti parlano e tutti venerano Vittoria Colonna, citando i canti, le poesie e le rime di Vittoria, e ricordando l’amicizia con Michelangelo Buonarroti, sia lasciato cadere a pezzi. Allora tutta questa ipocrisia non mi piace. Come non mi piace quel mezzo busto che è stato commissionato dal Comune e che Giovanni De Angelis ha realizzato.

Io al posto di Giovanni De Angelis non l’avrei fatto, per il semplice motivo che Vittoria Colonna guarda verso il Castello e quindi verso il Maschio, ma si starà rivoltando nella tomba perché la sua dimora storica sta crollando e il Maschio è la parte più importante del Castello, perché è stato uno dei cenacoli culturali più importanti nel 1500, nel periodo rinascimentale. C’erano le teste coronate, c’erano principi, baroni, c’era di tutto. Cento stanze, scuderie, cappelle gentilizie, affreschi, sotterranei. Il Carcere Borbonico, che confina con un sotterraneo del Carcere Borbonico di mio figlio, praticamente ha il fossato che è grande circa oltre 2000 metri, però è pieno zeppo di vegetazione selvaggia. Quindi quando il sindaco parla di voler tutelare il patrimonio del Comune, non conosce il patrimonio del Comune. Poi ci sarebbe da dire altro. Se volessi andare oltre ci sarebbero le pinete…».

Restiamo sul Castello.
«Va bene, ma si potrebbe andare benissimo oltre».

LA CASA DEL FANALISTA

Invece la Casa del Fanalista?
«La Casa del Fanalista è in rovina: l’intonaco è caduto, le porte sono scomparse, forse portate via dal vento forte durante le tempeste. C’è un bellissimo terrazzo panoramico con il Faro del demanio marittimo, ma il muro che affaccia su Vivara e Procida è pieno di tronchi di capperi. Tra poco crollerà anche il muretto che dà sul mare. Tutto è in uno stato di abbandono totale, perché la vegetazione fa molti danni. Invece di vendere fumo e di fingere di amare e di celebrare Vittoria Colonna, il Castello e via dicendo, si occupassero di questo. Ci sarebbe molto da dire su questo argomento».

«CONTRO DI ME BUGIE E OFFESE»

Proviamo ad arrivare a una conclusione.
«Da anni mi batto per questa causa e l’ho scritto spesso sul tuo quotidiano. Questa situazione si sta aggravando sempre più e mi preoccupa per il futuro di mio figlio, che è un bravo ragazzo, ma non ha ancora esperienza e non conosce i fatti. Io conosco bene la storia del Castello, perché ci ho vissuto 47 anni, oltre a quelli che mi ha raccontato Antonio Mattera, il mio compagno. Quindi so tutti i particolari, gli aneddoti che gli altri ignorano. Conosco ogni angolo del Castello e vorrei difenderlo. Non ho paura di nessuno, affronto tutto e tutti con coraggio perché dico la verità. E se il signor Nicola Mattera pensa che io abbia detto delle bugie, allora lo sfido a un confronto. Può venire anche con cento avvocati, basto io sola e li affronto perché ho tutte le prove documentate, la verità è dalla mia parte.

Non parlo a vanvera, dico le cose come stanno. Da quando è morto Antonio Mattera Nicola ne sta approfittando. Vuole dominare sul Castello e su mio figlio e questo mi preoccupa, ma lo affronto a viso aperto perché devo difendere il futuro e la salute di mio figlio e anche tutto il lavoro che ha fatto il mio compagno nella sua vita. Non ho paura di nulla. E una cosa ancora: il signor Nicola Mattera può scrivere quello che vuole sul tuo quotidiano, ma non gli permetterò più di offendere la mia persona e di gettarmi fango addosso. Questo non lo tollererò più perché solo chi non ha argomenti validi da opporre usa questa strategia. Lui non ha la verità dalla sua parte e dice menzogne, falsità e bugie. E poi mi rivolge delle offese gratuite che non accetto, perché sono conosciuta da tutti per il mio coraggio di dire le cose. Queste calunnie le leggerà il giudice e non mi stanno bene».

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