martedì, Febbraio 25, 2025

Colombaia, meglio tardi che mai. Il 5 ottobre si riunisce il Consiglio: “Riaprire la Villa il 17 marzo”

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Pasquale Raicaldo | Il consiglio generale perde pezzi. La Villa, anche. E resta chiusa, intanto. Ma la lunga e complicata strada per il rilancio della Colombaia, la villa che fu di Luchino Visconti e al cui esterno riposano le ceneri del grande maestro del neorealismo italiano, potrebbe vivere una svolta il prossimo 5 ottobre.
Quando, dopo un colpevolmente lungo periodo di studio (e silenzio) è convocato il consiglio generale della Fondazione: alle 8 in prima convocazione, alle 9 in seconda. All’appello, chiamati a raccolta dal presidente Francesco Del Deo, risponderanno Giuseppe Colucci, Annamaria Miragliuolo, Franco Iacono, Franco Monti e Pascal Vicedomini (che però nella convocazione diventa Vicidomini, componenti del consiglio generale orfano del dimissionario Gerardo Calise. E all’ordine del giorno al primo punto figura proprio la presa d’atto delle dimissioni di Calise, che qualche settimana fa aveva formalizzato l’atto con una nota carica d’amarezza. Nella quale non mancò di indirizzare qualche frecciatina all’amministrazione comunale di Forio, raccontando di vedersi costretto a dimettersi «da una poltrona “virtuale” priva del più piccolo significato, senza aver avuto l’onore e la possibilità di una riunione, annunciata, fra il Direttivo ed il Consiglio, per poter dettare le linee programmatiche per il prossimo futuro. Futuro, che a tutt’oggi  – denunciò Calise – non presenta nessun embrione o speranza di partenza del prestigioso Ente che porta il nome di un dei più grandi maestri del cinema mondiale. Evidentemente non c’è alcuna volontà politica in tal senso. Mi auguro vivamente, che La Fondazione riprenda quanto prima il suo cammino e che io debba pentirmi di queste mie dimissioni irrevocabili».
Dovrà ad ogni modo essere il consiglio comunale di Forio, secondo lo statuto della Fondazione, ad accettare le dimissioni di Gerardo Calise, trovando un sostituto nell’organo di gestione generale. Assai meno preoccupante è la fuoriuscita di Pietro Del Monte del consiglio direttivo della Fondazione per una incompatibilità emersa già nei mesi scorsi.
Ma il 5 ottobre sarà soprattutto il giorno nel quale, auspicabilmente, sarà dato il via libera al nuovo corso della Fondazione. Che potrebbe portare alla riapertura della Villa per una data importante, tonda, precisa.
Il prossimo 17 marzo.  A quaranta anni esatti dalla morte di Luchino Visconti, la Colombaia potrebbe riaprire i battenti con un’iniziativa di richiamo nazionale. Che per ora è solo negli ambiziosi progetti di Luigi Covatta, l’ex senatore che ha assunto da qualche mese il coordinamento del nuovo direttivo, subentrato al dimissionario Massimo Bottiglieri.
All’ordine del giorno dell’incontro del 5 ottobre, infatti, figura un punto cruciale: l’approvazione delle linee programmatiche proposte dal Comitato direttivo. «Sarà il momento giusto per ripartire – ammette il sindaco di Forio, Francesco Del Deo – benché la strada sia innegabilmente ancora in salita. Tra decreti ingiuntivi e debiti, frutto dell’assalto alla diligenza figlio di anni di sperperi, non è facile trovare la quadratura del cerchio per la Fondazione. Discuteremo però delle idee di Covatta e del nuovo direttivo, e della possibilità di intercettare nuovi finanziamenti». Intanto, tuttavia, la priorità è costituita da interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria non più procrastinabili. Perché anche durante le brevi parentesi in cui la Villa è rimasta aperta, la scorsa estate (il Global Fest e il premio “I love Ischia”), è emerso impietoso il degrado dell’immobile e delle sue pertinenze: calcinacci a rischio crollo, intonaco staccato in alcuni ambienti, le inconfondibili persiane azzurre cadenti, le balaustre fradice, la pavimentazione dell’anfiteatro in legno ormai inesorabilmente del tutto compromessa. Per tacere, naturalmente, del percorso per le ceneri di Luchino Visconti, ricoperto da erbacce e foglie secche.
E’ anche per questo che l’idea di tentare una corsa contro il tempo per l’apertura natalizia della Villa parrebbe già scartata. E quella data del 17 marzo, invece, costituirebbe l’ideale per il rilancio dell’immagine, proprio mentre il mondo ricorderà – a quarant’anni dalla morte del compianto Luchino – la sua opera immortale.
Articolato (e ancora top secret nei dettagli) il piano di rilancio pensato e immaginato dal direttivo:  lo stesso Covatta ha però anticipato al “Dispari” alcune idee generali. «La nostra missione – ha spiegato l’ex senatore – è quella di pensare, dopo aver fatto un quadro dei lavori necessari, alla prossima stagione turistica, e puntare ad una rinascita della Colombaia. Vogliamo che la Villa torni ad essere un posto culturalmente attraente, e non più la cattiva e triste limonaia di cui abbiamo sentito tanto parlare dalla stampa nazionale. E’ vergognoso che un posto di tale importanza e rara bellezza ad oggi sia ridotta ad un punto dove fare feste, incontri e divertirsi… appoggio per pochi». E ancora: «La Colombaia nasce come uno studio, un punto dove meditare e creare. Noi vogliamo che ritorni ad essere tale. Immagineremo questa struttura come una fucina di artisti, un punto dove fare convegni, workshop e produrre attività culturalmente di spessore. Questo dobbiamo tornare a fare, pensare alla qualità e non alla quantità. Anche il pubblico che verrà a visitare la Colombaia, già oggi, è settoriale. Chi cerca la casa di Luchino Visconti ha un bagaglio culturale di un certo livello e noi dobbiamo puntare su questo: offrire al turista qualcosa di concreto e di nuovo, andando però all’indietro, alle origini della Colombaia stessa. Avremo il piacere di riportare la Colombaia ai vecchi lustri». Evitando di perdere pezzi per strada. Che siano quelli della Villa o quelli, metaforici, del consiglio.

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