Paolo Mosè | L’imputato Noè Fioretti, tramite il suo difensore di fiducia Michele Calise, ha riproposto la richiesta di abbreviato condizionato all’esame del proprio consulente. Una riproposizione dopo che il giudice per le indagini preliminari aveva rigettato tale richiesta ritenendola non praticabile e spiegando le ragioni in un’articolata ordinanza. Dando la possibilità alla stessa difesa di poter rettificare il rito alternativo con un abbreviato secco. Non ritenuto praticabile e quindi si è andati al processo dibattimentale con la trasmissione degli atti dinanzi al collegio, come era stato sollecitato dallo stesso difensore avv. Vincenzo Aperto della costituita parte civile.
Il collegio si è riservato ogni decisione, dovendo valutare una serie di circostanze soprattutto legate alla mancanza nel fascicolo dibattimentale di una serie di documenti necessari per accogliere o meno il rito abbreviato condizionato. Nella stessa udienza di ieri sia il pubblico ministero che l’avv. Aperto ne hanno chiesto il rigetto, facendo proprie le considerazioni del gup Verduccio nell’ordinanza dell’11 aprile scorso.
Bisognerà attendere soltanto una settimana e sapremo quale sarà la decisione dei giudici ai quali è stata demandata la sentenza in ordine ai fatti che sono contestati a Noè Fioretti. Nei cui confronti il pubblico ministero mantiene ferma l’accusa di tentato omicidio in danno di un cugino, il quale dopo aver ricevuto una coltellata era stato ricoverato in codice rosso al “Rizzoli”. E nella immediatezza dei fatti sottoposto ad intervento chirurgico per eliminare qualsiasi pericolo di complicazioni. Avendo la lama sfiorato o comunque lievemente danneggiato qualche organo vitale. Saranno ovviamente i periti a stabilire l’esatta consistenza del danno, la profondità della ferita. E in questo caso, come peraltro si appalesa quasi sempre in altri episodi, vi sono tesi contrapposte: da una parte il pubblico ministero e la parte civile a sottolineare la gravità del gesto e la sussistenza del tentato omicidio; dall’altra la difesa a sostenere l’esatto contrario con una perizia che sconfessa, o tenta di farlo, quelle delle altre processuali al fine di ottenere la derubricazione in lesioni gravissime con una consistente riduzione dell’eventuale condanna.
L’accusa mossa è trascritta in poche righe, ma si sofferma sulle parti più essenziali per dare l’esatta rappresentazione del danno causato e delle successive attività sanitarie poste in essere per evitare situazioni ben più gravi sotto l’aspetto della salute della vittima: «Perché, sferrando più fendenti con un coltello con lama di cm. 10×2 in parti del corpo sede di organi vitali all’indirizzo del cugino, procurava al predetto “ferita da punta e taglio alla base dell’emicostato sinistro con fuoriuscita delle anse intestinali”, ferite che richiedevano un intervento chirurgico di urgenza di “laparotomia esplorativa e di drenaggio toracico sinistro” presso l’ospedale Rizzoli di Lacco Ameno, ove la parte offesa veniva ricoverata in prognosi riservata, così compiendo atti idonei, diretti in modo non equivoco, a cagionare la morte della parte offesa, non riuscendo nell’intento per cause indipendenti dalla sua volontà, segnatamente per l’intervento del padre della vittima, che gli prestava soccorso e per la tempestività delle cure prestategli dai sanitari dell’ospedale Rizzoli di Lacco Ameno».
Gli ultimi provvedimenti dei giudici su questa vicenda alquanto delicata perché coinvolge i nuclei familiari che sono legati sotto l’aspetto parentale, hanno la necessità di avere degli spazi adeguati per capire fino in fondo come nasce questo scontro così duro e a volte inspiegabile e quali sono state le risultanze investigative che interessano più da vicino, per capire come si possa ad un certo punto estrarre un coltello e colpire il cugino. L’imputato ha spiegato che in quel momento la sua preoccupazione maggiore era quella di difendersi, per essersi trovato di fronte colui che oggi è parte civile a impugnare un bastone per colpirlo. Anche questo aspetto è materia di verifica dibattimentale, se mai si giungerà nel caso in cui il tribunale dovesse rigettare l’abbreviato condizionato.