Testo e foto Lucia De Luise
Puntuali tornano i festeggiamenti per Sant’Antonio Abate, nella frazione ai piedi del piccolo e caratteristico borgo di Campagnano. Dieci giorni sacri dedicati alla celebrazione del monaco egiziano, tra i simboli per eccellenza della lotta contro il demonio. Gli eventi più attesi sono stati senz’altro la benedizione degli animali, il 16 gennaio, e quella del fuoco, il 17. Questo Santo è infatti anche il protettore dei nostri amici a quattro zampe. Cavalli, cani, gatti, tartarughe e persino conigli hanno letteralmente invaso il piazzale antistante la Chiesa di Sant’Antonio Abate, dove Don Giuseppe Nicolella ha consacrato l’antica usanza. Una tradizione che segna in modo indelebile il gennaio ischitano. Una festa del popolo, per il popolo. Amata dai grandi e seguita piacevolmente anche dai più piccini, che si lasciano trasportare dall’atmosfera piacevolmente calorosa.
Andato in scena ieri sera, il tipico falò, che ha radunato nella folkloristica porzione di Sant’Antuono centinaia di fedeli, si è confermato uno dei momenti più attesi. «I contadini della zona – ci racconta l’instancabile Ciro Agnese – conservano di proposito ogni anno la raccolta della potatura delle proprie viti. E’ una tradizione che dura da sempre. Io ho 44 anni e ne ho avuto sempre un dolce ricordo. Siamo un gruppo di amici, ovviamente tutti legati alla Parrocchia. Siamo cresciuti insieme. Questa è una realtà che si tramanda da padre in figlio». Un momento per trascorrere ore felici e spensierate; questo è lo scopo che tiene insieme una comunità salda come quella di Sant’Antuono. Già dal giorno prima circa trenta persone si sono riunite in una cantina, ad esempio, per pulire le tantissime casse di friarielli, che hanno farcito insieme alle salsicce i classici panini. Immancabile è anche il vino, bianco e locale. Inoltre, le note del gruppo tutto ischitano “P.Acca Band” hanno accompagnato l’intera manifestazione. I proventi raccolti durante l’evento saranno interamente donati alla Chiesa, recentemente restaurata.
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Ieri è andato in scena il tipico falò, giovedì “invasione” di cani, gatti, cavalli e tartarughe