giovedì, Gennaio 30, 2025

Con la terra sullo stomaco. Serve Legnini per spezzare il monopolio

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Il settore dei trasporti marittimi continua a rappresentare un ostacolo significativo per i cantieri della ricostruzione post-sisma e post-frana a Ischia. La mancanza di corse dedicate per il trasporto dei materiali e dei rifiuti sta rallentando opere fondamentali

Un po’ soggezione, un po’ sudditanza. Un’altra, ampia percentuale, è pura incapacità! Passano i decenni, ma la distanza tra la realtà del settore trasporti marittimi e quella della politica isolana continua a essere siderale. Più in generale, manca la volontà di affrontare il problema con decisioni concrete, magari imposte dall’alto, capaci di sovvertire non il monopolio – che è dettato dal mercato e dalla concorrenza – ma le angherie che il settore subisce sia da privati che dall’indifferenza regionale.
Il ragionamento si potrebbe estendere all’intero settore, ma concentriamoci su un problema specifico: il trasporto in terraferma del materiale di risulta prodotto dai cantieri della ricostruzione post-sisma e post-frana, oltre ai molteplici lavori finanziati dal PNRR e da altre opere pubbliche.

Limitiamo il raggio d’azione a questo aspetto perché è evidente che le difficoltà riguardano in particolare i committenti pubblici: i comuni. Sull’isola sono attualmente in corso molte opere, tutte soggette agli stessi rallentamenti. Uno su tutti riguarda la possibilità di trasferire in terraferma i rifiuti prodotti nei cantieri. Tre interventi emblematici rappresentano al meglio questa problematica: lo Stadio Mazzella, il parcheggio interrato di Fondo Bosso e i lavori allo Stadio Calise di Forio. A questi potremmo aggiungere il cantiere della Giovanni Paolo II sempre a Ischia, fino ad arrivare agli interventi sulle pendici del Monte Epomeo e negli alvei di Casamicciola.
Tutti questi progetti condividono lo stesso ostacolo: lo smaltimento in discarica e l’approvvigionamento delle materie prime. E tutti hanno una sola via di collegamento con la terraferma: l’unico traghetto disponibile, che centellina gli imbarchi e rallenta in modo significativo l’avanzamento dei lavori.

Un problema politico e amministrativo
Diciamolo subito: questa è una problematica che, in teoria, dovrebbe riguardare la singola ditta appaltatrice dei lavori. Tuttavia, una classe politica attenta e consapevole delle dinamiche del proprio territorio si sarebbe già fatta promotrice di una soluzione condivisa per affrontare e risolvere il problema.
Nel frattempo, sull’argomento è intervenuto – seppur con ritardo – anche il Commissario Straordinario Giovanni Legnini, rompendo il muro di silenzio che da tempo circonda i ritardi, i cantieri fermi e tutto ciò che ne consegue. Prima di analizzare la richiesta avanzata dal Commissario, una domanda sorge spontanea: è davvero così difficile organizzare una corsa dedicata al trasporto di questi camion verso la terraferma? Davvero è impossibile spezzare il cappio che strangola il settore?

Soluzioni ignorate: il paradosso del trasporto marittimo
Non si potrebbero forse richiedere accosti speciali e corse straordinarie per un vettore che consenta l’imbarco esclusivo delle ditte incaricate nei cantieri pubblici? Magari effettuando una programmazione basata sulle esigenze effettive dei vari lavori? È davvero necessario attendere che il Commissario Legnini solleciti le istituzioni per ottenere una risposta?
L’assenza di volontà da parte dei sindaci – che, tra l’altro, non hanno assessori dedicati al settore! – è la chiave di lettura di questa situazione. Si organizzano corse straordinarie per le partite del Napoli, ma non si riesce a predisporre un collegamento (peraltro economicamente garantito) destinato ai cantieri? Impossibile! È molto più credibile pensare a una combinazione di disinteresse e mancanza di volontà politica nell’affrontare il problema.
Un atteggiamento che rispecchia esattamente la gestione lassista e distratta con cui si affrontano, in generale, i problemi del trasporto marittimo dall’isola di Ischia alla Terraferma.

La Regione Campania: un’assenza ingiustificabile
In tutto questo, ovviamente, la medaglia al disastro spetta alla Regione Campania, l’ente che dovrebbe garantire servizi essenziali, la tanto sbandierata continuità territoriale e che, invece, tratta gli isolani come cittadini di serie B.
Inutile ricordare la disparità di interventi economici tra il trasporto su gomma e su ferro rispetto a quello via mare. Inutile anche sottolineare la cecità amministrativa con cui vengono affrontate le questioni più urgenti, come le esigenze dei pendolari e il blocco dei collegamenti invernali, sistematicamente giustificato con pretestuosi problemi legati al maltempo.

LEGNINI: RICHIESTA URGENTE DI NUOVE LINEE MARITTIME PER IL TRASPORTO DI MATERIALI E RIFIUTI DELLA RICOSTRUZIONE

La ricostruzione post-sisma del 2017 e post-frana del 2022 rappresenta una sfida complessa per l’isola di Ischia, soprattutto dal punto di vista logistico. Il trasporto di materiali edili e lo smaltimento delle macerie provenienti dai cantieri stanno incontrando difficoltà che rischiano di rallentare i lavori. Per affrontare il problema, la Presidenza del Consiglio dei Ministri, attraverso il Commissario Straordinario per la ricostruzione, ha inviato una comunicazione ufficiale alle principali compagnie di navigazione operanti nell’area, tra cui Caremar, Medmar, Traspemar e Gestour.
L’obiettivo della richiesta è chiaro: potenziare le tratte marittime dedicate al trasporto di materiali e rifiuti per consentire il regolare proseguimento dei lavori di ripristino urbano ed edilizio.
Nella nota si legge: “Facendo seguito alle molteplici segnalazioni da parte di imprese e professionisti circa le difficoltà che si riscontrano per il trasporto e lo smaltimento delle macerie e rifiuti provenienti dai cantieri della ricostruzione post sisma e post frana sull’isola di Ischia, con la presente si chiede alle compagnie di navigazione in indirizzo, autorizzate al trasporto dei predetti rifiuti e di ogni tipo di materiale edile, la disponibilità alla attivazione di ulteriori linee marittime a servizio delle imprese impegnate nelle attività connesse alla ricostruzione.”
Attualmente, il numero di transiti esistenti non è sufficiente a smaltire l’ingente quantità di rifiuti accumulata, provocando ritardi significativi nei cantieri. Per questo motivo, il Commissario ha evidenziato l’importanza di un intervento tempestivo: “La disponibilità di un numero adeguato di linee marittime riveste un ruolo di fondamentale importanza per evitare rallentamenti ai numerosi cantieri in corso.”

IL COINVOLGIMENTO DELL’UFFICIO CIRCONDARIALE MARITTIMO DI ISCHIA
Oltre a sollecitare le compagnie di navigazione, la nota si rivolge anche all’Ufficio Circondariale Marittimo di Ischia, chiedendo il suo contributo per facilitare l’attivazione delle nuove linee e garantire una gestione più efficiente del traffico marittimo: “All’Ufficio Circondariale Marittimo di Ischia si chiede la disponibilità a fornire ogni utile contributo ed indicazione che possa favorire la celere attivazione delle linee marittime aggiuntive, eventualmente proposte dalle compagnie in indirizzo.”

UNA SCADENZA STRETTA PER EVITARE ULTERIORI RITARDI
Per evitare ulteriori ostacoli ai lavori di ricostruzione, il Commissario ha richiesto un riscontro entro sette giorni dalla ricezione della nota: “Si confida in un riscontro entro 7 giorni dalla ricezione della presente.”
L’urgenza della questione è evidente. La mancata attivazione di nuove linee marittime potrebbe avere ripercussioni significative sulla tempistica dei lavori e, di conseguenza, sulla ripresa economica dell’isola. Ora la palla passa alle compagnie di navigazione, che dovranno decidere in tempi brevi se e come potenziare il servizio per sostenere la ricostruzione.

2 COMMENTS

  1. AFFONDATELE TUTTE LE COMPAGNIE DI NAVIGAZIONE DEL GOLFO…..SONO SOLO UNA VERGOGNA…LE ISOLE DEL GOLFO NON MERITANO, COME BIGLIETTO DA VISITA, QUELLE BAGNAROLE .

  2. Ma s condo Voi se avessimo avuto un commissario capace, il terreno della frana sarebbe ancora accantonato a forio?
    Solo un idiota, non riuscirebbe a capire gli equilibri precari di un isola. Se vengono aperti molti cantieri post sisma e post frana è più che logico che l intero comparto sarà sottoposto ad un sovraccarico. È impensabile che questi Padri Eterni chiamati alla ricostruzione, dall alto del cielo non si accorgano dopo anni ed anni ad operare sulla nostra isola di quanto siano labili questi equilibri. Due sono le opzioni o non sanno svolgere il proprio incarico oppure sono totalmente scollati dalla realtà isolana!

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