lunedì, Febbraio 3, 2025

Considerazioni domenicali sulla politica | #4WD

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Daily 4ward di Davide Conte del 2 febbraio 2025



Più passa il tempo e più mi rendo conto che quando il mio fraterno amico Michele Rossena mi diceva che nonostante la mia naturale propensione alla politica avrei avuto sempre maggiori difficoltà ad avere a che fare con un sistema sempre più marcio, aveva assolutamente ragione.Ci stiamo avvicinando sempre più alla scadenza delle elezioni regionali in Campania, previste -com’è noto- per il prossimo autunno e probabilmente rinviate alla primavera 2026, in concomitanza con alcune grandi città italiane e, per quel che ci riguarda più da vicino, con il Comune di Lacco Ameno. E a livello campano, come sul piano locale, i tempi e soprattutto i modi di prepararsi adeguatamente ad una competizione elettorale sono sempre gli stessi; anzi, in molti casi l’approccio della cosiddetta classe dirigente o aspirante tale è nullo o impalpabile. In casa centrodestra si dovrebbe approfittare del clima di grave incertezza che impera nella maggioranza di centrosinistra per la vicenda De Luca, provando ad imbastire un barlume di organizzazione territoriale e coinvolgere adeguatamente una base ricreata o, quanto meno, ritrovata rispetto a chi proprio non vuol più saperne di parteggiare per l’una o per l’altra parte. E invece, eccezion fatta per la Forza Italia del solito Fulvio Martusciello, i partiti del centrodestra sono fermi al palo e continuano nel consueto gioco delle parti “fra di noi” avanzando ciascuno la propria candidatura alla presidenza, salvo pervenire poi ad escluderle tutte e tre per favorire il frutto di un accordo nazionale su un nome calato dall’alto e non necessariamente più autorevole dei precedenti aspiranti, per poi farsi rivedere a liste presentate con chissà quale ulteriore promessa dell’ultim’ora per chiunque abbocchi al loro amo.Non mi va di scomodare necessariamente alcuni grandi della politica di sempre, ma a volte è importante ricordarne il pensiero. Come nel caso di J.F. Kennedy, quando disse: “…non concentriamoci solo sulle nostre differenze, ma pensiamo anche ai nostri interessi comuni e a come superare tali differenze. E se le nostre divergenze non possono essere risolte oggi, almeno possiamo cercare di rendere il mondo un luogo sicuro per le diversità. Perché, in fin dei conti, il nostro più elementare legame è che tutti noi abitiamo questo piccolo pianeta, respiriamo la stessa aria, ci preoccupiamo per il futuro dei nostri figli, e siamo tutti mortali…”. 
Non ho certo la presunzione di associarmi a tanta grandezza, ma nel rileggere questa citazione mi rendo conto che di interesse comune, nel ricorrente agire politico dei nostri tempi, ormai resta assolutamente poco o nulla. E allora, pur dispiaciuto, riesco molto più facilmente a capire come sia possibile che, col tempo, le persone realmente perbene e capaci si allontanino sempre di più e necessariamente dalla pratica politica, lasciandola ai faccendieri, ai raccomandati, ai figli illustri, agli yesman, ai portaborse e alle veline (giusto per non essere sessista). Perché valori veri e rispetto degli impegni non appartengono più a questo ambiente ormai vuoto e inutile.

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