Se è vero che ad ogni azione c’è una reazione, eccoci alla reazione.
La scelta di “sponsorizzare” la richiesta da parte della EnerGas di Menala Pasqualantonio da parte del vice sindaco Di Vaia, del consigliere Montagna e di Antonio Buono, oltre a rappresentare un’ottima occasione per rendere produttivo il terreno di Isidoro Di Meglio (e di sfruttare il possibile e potenziale affare economico che ne deriverebbe) serve, soprattutto, come prova di forza contro la linea di “carburante” aperta da Paolo Ferrandino con le varie manovre “Eni” (le “schifezze” al porto, gli affari Piazza degli Eroi legati al distributore di Via delle Terme) in cambio degli occhi (amministrativi) chiusi sul parcheggio della Siena. Una guerra tra assessori e “poteri” che mira già alle prossime elezioni.
Come tutti sappiamo, Enzo Ferrandino vive una fasi di solitudine assoluta. I consiglieri e gli assessori lo hanno abbandonato (nei fatti) e gli reggono la poltrona solo fino a quando potranno continuare ad incassare la loro “clientela quotidiana”. Ma c’è bisogno di guardare al futuro e creare le condizioni, non solo politiche, per affrontare le prossime elezioni. I consiglieri sanno che Enzo non tira tra la gente, che la sua gestione clientelare e da “consigliere comunale” li ha penalizzati e prospettare una nuova coalizione così come quella del 2017 è un salto nel buio.
Dal canto suo, questa convinzione è anche del sindaco. Enzo si sta preoccupando di consolidare le posizioni di quelli che gli erano “contrari”. E la dimostrazione l’abbiamo avuta con le ultime due manovre. La prima sono gli incarichi tecnici ai “quelli” di Gennaro Scotti (che surclassa il valore di Luca Montagna), la seconda è l’apertura a Peppe Silvitelli. Dopo la nomina della moglie a Ischia Ambiente è di qualche giorno fa l’aggiornamento della short list comunale per gli incarichi legali. Dal 9 gennaio, infatti, Enzo potrà scegliere anche l’avvocato Giaffreda Stanislao, un legale di Casamicciola che piace molto al Quaglia, al quale poter rivolgersi.
Come accade spesso, però, che mentre loro (gli asini) litigano, noi (i barili) ci rompiamo come società.