Tutti mi hanno sempre detto che Antonio Conte sia uno degli uomini più fortunati al mondo, calcisticamente parlando. Io stentavo a crederci, specie alla luce della sua ultima esperienza al Tottenham, dove al di là dell’aver riportato gli Spurs in Champions League da precedenti posizioni di metà/fondo classifica, non aveva certo brillato quanto a successi.
Oggi devo ammettere che è così: Antonio Conte è senza dubbio fortunatissimo. Il passo falso dell’Inter allo Juventus Stadium è parso un autentico miracolo, specie alla luce delle tantissime occasioni da gol sprecate dai nerazzurri; per cui tutto continua a remare a favore del tecnico salentino e degli Azzurri, sebbene a “spizzichi e minuzzi” e senza alcuna certezza di poter centrare l’obiettivo finale più caro a noi tifosi. E’ altrettanto vero, però, che la fortuna aiuta gli audaci. E a quanto pare, anche gli uomini-azienda! Perché se da una parte è ormai chiaro a tutti che Conte abbia accondisceso da tempo ai disegni societari di recuperare dalla vendita di Kvaratskhelia a gennaio una metà di quanto speso l’estate scorsa senza rimpiazzarlo e provvedere anche a puntellare gli altri reparti bisognosi, dall’altra friggere i pesci con l’acqua cambiando schema di gioco e tanti titolari pur restando saldamente in vetta alla classifica è una virtù di pochi, pochissimi condottieri.
Certo è che vedersi sfilare per la terza volta la vittoria dalla tasca fa rabbia… Ma se si analizzano le cause che lo hanno consentito è fin troppo facile rilevarne il denominatore comune: le carenze in organico. Non possiamo e non dobbiamo prendercela con Mazzocchi e i suoi limiti oggettivi, ma con chi lo ha messo in condizioni di diventare essenziale per un livello di gioco che proprio non è alla sua portata. Non dobbiamo arrabbiarci con Rafa Marin in ritardo sull’anticipo verso Zaccagni nell’azione del gol del 2-2 di Dia, ma con chi ne ha approvato l’acquisto e da agosto ad oggi non lo aveva fatto ancora esordire in campionato. Non possiamo inveire contro il gigante Billing, bensì contro chi non ci ha messo in condizioni di poterne finalmente usufruire anche per un solo scampolo di gara. Così come non serve incolpare Okafor, perché chi lo ha ingaggiato nel mercato di riparazione ben conosceva le condizioni fisiche in cui si trovava.
Il Napoli avrà pure un calendario che lo avvantaggerebbe rispetto all’Inter fino allo scontro diretto dei primi di marzo al Maradona! De Laurentiis, complice Conte e come con Sarri, ancora una volta ha preferito badare ai suoi equilibri di bilancio anziché blindare un risultato storico a portata di mano con un esborso minimo di cui sarebbe ampiamente rientrato a fine stagione. Ma ancora una volta con largo anticipo, come successo con Spalletti, mi chiedo: e se poi lo scudetto lo vinceremo lo stesso, chi potrà mai dare semplicemente del fortunato al padrone della nostra squadra, negandone le abilità? Ai posteri, già da Como, l’ardua sentenza!
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Daily 4ward di Davide Conte del 18 febbraio 2025