Per un vizio tecnico gli atti sono stati ritrasmessi al pm che vuole alla sbarra l’ortopedico isolano
Colpo di scena nella camera di consiglio, quando il gup Rovida si è ritirato per decidere su un’eccezione presentata dalla difesa in ordine alla richiesta di rinvio a giudizio avanzata dalla procura della Repubblica nei confronti di un medico isolano accusato di violenza sessuale in danno di una giovane paziente per un episodi risalente allo scorso inverno. L’accusa è di violazione dell’art. 609 bis del codice penale (violenza sessuale, per aver obbligato la donna a un rapporto orale), che il pm di udienza ha ribadito nel suo intervento, spiegando che ci sono tutte le condizioni per obbligare l’imputato D.M. a presentarsi dinanzi al tribunale per difendersi dalla gravissima accusa. La stessa costituita parte civile ha incalzato spiegando che i fatti come si sono svolti hanno una valenza tale che non vi sono le condizioni per un proscioglimento dell’imputato. E aggiungendo inoltre che la ragazza ha ripercorso le fasi con una particolare attenzione e puntualizzando particolari che danno l’esatta dimensione del fatto. E fatto più grave, era stata costretta a soddisfare le richieste sessuali dell’imputato proprio perché minacciata con un bisturi.
La difesa non è entrata per nulla nel fatto, ma si è soffermata su un aspetto tecnico della richiesta di rinvio a giudizio. Spiegando che all’atto della notifica dell’avviso della conclusione delle indagini preliminari l’allora indagato, per il tramite del suo difensore di fiducia, aveva depositato richiesta, nei venti giorni, di essere sottoposto ad interrogatorio. Per spiegare le sue ragioni, raccontare come realmente stanno i fatti e per aggiungere che il medico si trova attualmente, e lo era ancor più prima che esplodesse il caso giudiziario, coinvolto in una sorta di macchinazione tesa a creargli dei problemi con la giustizia. A fronte di questa richiesta scritta e depositata nella cancelleria della Procura, il sostituto procuratore non ha ritenuto, o forse si è dimenticato o non si è accorto dell’istanza, della volontà dell’indagato a sottoporsi ad interrogatorio. E ha proceduto speditamente a depositare presso l’ufficio gip la richiesta di rinvio a giudizio ed il gup conformemente ha fissato l’udienza di comparizione delle parti.
Così si è andati alla ricerca, nel fascicolo, di un eventuale provvedimento del pm affinché l’ortopedico venisse ascoltato come richiesto. Quest’ultimo documento, ovviamente, non è stato rinvenuto. Dopo una camera di consiglio durata non più di quindici minuti, il gup ha dichiarato la nullità della richiesta di rinvio a giudizio, ordinando la trasmissione di tutti gli atti nuovamente al pm, affinché rinotifichi l’avviso della conclusione delle indagini preliminari ed eventualmente ascolti l’indagato e solo dopo richieda, se lo vorrà, il rinvio a giudizio.