venerdì, Marzo 21, 2025

COVID & RIZZOLI: FACITE AMMUINA. Un ospedale “senza” guida e la guerra alla “direzione”. E’ davvero necessaria la riapertura del reparto Covid?

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Gaetano Di Meglio | All’ordine Facite Ammuina: tutti chilli che stanno a prora vann’ a poppa e chilli che stann’ a poppa vann’ a prora: chilli che stann’ a dritta vann’ a sinistra e chilli che stanno a sinistra vann’ a dritta: tutti chilli che stanno abbascio vann’ ncoppa e chilli che stanno ncoppa vann’ bascio passann’ tutti p’o stesso pertuso: chi nun tene nient’ a ffà, s’ aremeni a ‘cca e a ‘ll à”
Questo è un meraviglioso falso storico. La tradizione vuole che “Facite Ammuina” sia un presunto comando contenuto in un inesistente Regolamento da impiegare a bordo dei bastimenti della marina Borbonica.

In pratica, sempre secondo il falso storico, per minacciare i nemici o impressionare i “superiori”, i marinai si dovevano muovere in modo caotico per mostrare di essere indaffarati. Chi stava sopra andava giù e viceversa, chi stava a poppa andava a prua e così via. Il comando doveva essere messo in atto se si fosse presentato un ufficiale superiore, in modo da essere avvertito e, allo stesso tempo, di dimostrare l’operosità dell’equipaggio.
E questa è la dimensione, reale, dell’Ospedale Rizzoli di Ischia.
Un ospedale che da mesi è senza è un direttore sanitario e che, secondo le accuse del Segretario Regionale della Uil, il sindacalista Ciro Chietti, è in preda al primo che “si alza la mattina”.

Le accuse di Chietti sono chiarissime: “Nulla da dire sull’operato del dottor Quinto, che nel Presidio giuglianese sta lavorando benissimo, ma Ischia merita un direttore a tempo pieno. Fatto strano è che molti mi riferiscono che si stia aspettando che Quinto sia assente per dare inizio alla roulette di chi comanda: dal medico alla Posizione Organizzativa per finire al sanitario di turno”

RIZZOLI SENZA DIRETTORE. SCELTA POLITICA?

La pandemia non ha insegnato nulla. Stando al direttore D’Amore, dobbiamo ringraziare Ciro Di Gennaro che non è andato in ferie a Ferragosto, ma dobbiamo avere un direttore sanitario a mezzo servizio (sembra sia a Ischia solo 2 giorni a settimana) perché lo abbiamo avere in condivisione con Giugliano.
In verità, poi, ci ritroviamo con un ospedale senza direttore sanitario e con i medici che si agitano da un reparto all’altro affinché il governatore De Luca possa vedere che l’ASL Napoli 2Nord è operosa e che quando D’Amore va in “sala giunta” la narrazione del “terrore” che fa D’Amore sia credibile.

E allora, mentre da qualche giorno, in Italia si registra un considerevole aumento dei casi, mentre Sicilia e Sardegna rischiano di diventare zona gialla, dal Rizzoli, forse per aumentare la questione potere (e quindi consentire a chi è più lecchino di altri) e dare più voce in capitolo a tizio tranne che a caio, è iniziata una squallida narrazione del terrore sostenuta con la diffusione di notizie strumentalizzate ad arte.
Una narrazione del terrore con azioni “piglia clic e strappa titoli” che dovrebbe essere contrastata con tutte le forze, da parte di tutti. Purtroppo siamo una società moscia, distratta, sdraiata (come dice Carmelo Amente) che ha perso le sue voci di protesta. Per fortuna c’è chi, come questo giornale, che continua la sua resistenza contro questa gestione della sanità, non si arrende e non crede alle dichiarazioni di direttori e medici, ma affronta la realtà con logica e praticità!

Prima con “Repubblica” e poi con l’editore che incassa per la vendita di tablet e connessioni, dal Rizzoli (l’ospedale senza direttore sanitario che è preda del primo che si sveglia la mattina), a tutti i costi, vogliono giustificare “manovre interne” come “esigenze da covid”. E così, con gli strimpelli a pagamento, arriva l’ordine del “facite ammuina”. D’Amore grida quasi 300 positivi senza dirci quanti, come e dove. Gli assuefatti ad Ischia rispondono con “300 positivi e 2 morti”. Il collegamento mediatico e comunicativo è semplice: siamo in pericolo.
Un uno-due studiato a tavolino che crea l’emergenza e, si sa, l’emergenza si chiama sempre soluzioni fuori dall’ordinario. Se poi a tutto questo ci aggiungi l’aggravante dei ricoverati (sono sempre 7?) ecco che viene fuori la necessità di “riaprire il reparto Covid”.


RIAPRIRE IL REPARTO COVID PER METTERE UNA COCCARDA?

Chi non collega la denuncia di Ciro Chietti con le notizie del covid (mai ufficiali, mai costanti, mai aggiornate) viene colpito dalle notizie tirate su ad arte e si lascia impressionare.
Chi collega le due notizie, invece, si pone qualche domanda. Quando è stato chiuso il reparto? Quanti posti ha il reparto Covid del Rizzoli? Qual è il livello di saturazione a cui dobbiamo guardare? Da quando il Rizzoli è diventato l’unico covid center a cui dobbiamo fare riferimento? Da quando abbiamo smesso di essere in rete con la sanità regionale? Perché solo Ischia dovrebbe essere a rischio “zona gialla” e non tutta la Campania?
Non vorremmo che nel vuoto lasciato dal direttore Quinto (logicamente assente per dirigere Giugliano) il covid sia la scusa per consentire a qualche raccomandato del PD (io ricevevo le telefonate in prima persone affinché ne raccontassi le gesta!) di aver più voce in capitolo al Rizzoli.

Non vorremmo che la scusa del Covid serva solo a mettere una divisa o una coccarda a chi ha già dato dimostrazione di non essere all’altezza (e i morti di Villa Mercede gridano ancora giustizia!)
Non ci caschiamo. Stando alle parole di D’Amore e dei media assuefatti al potere, i ricoverati sono sempre 7 di cui solo 2, sembra, in condizioni serie. 7 ricoverati Covid ci mettono in difficoltà? Davvero non possiamo sostenere 7 ricoverati? O l’emergenza covid, lo ripetiamo, serve per giustificare, invece, qualche altra manovra di “politica” sanitaria e mettere il giocattolo Rizzoli nelle mani dei medici che “rispondono con abnegazione ammirevole: come il responsabile del pronto soccorso del “Rizzoli” che ha rinviato le ferie per fronteggiare questa situazione”?

E’ DAVVERO NECESSARIO RIAPRIRE IL REPARTO COVID?

Nei giorni scorsi, con un dettagliato articolo, vi abbiamo racconto delle difficoltà di comunicazione con le famiglie al Rizzoli. Pazienti senza assistenza e parenti costretti a ricorrere alle vie legali per conoscere le condizioni dei propri cari. Un reparto, questo della medicina del Rizzoli, che è preda di caos e difficoltà organizzativa, immune dal covid, che va avanti da anni.
Alla luce di tutto questo e con solo 7 ricoveri, è davvero il caso di riattivare questo reparto? E’ davvero necessario ridurre l’efficienza del Rizzoli per ospitare i positivi del Covid invece di prevedere un sistematico ricovero in terraferma? Perché dobbiamo ridurre le prestazioni del Rizzoli?
In una settimana abbiamo avuto cinque vittime per problemi oncologici, non era il caso di ampliare i servizi offerti a questi cittadini? Non è il caso di potenziare la nostra risposta agli oncologici invece che “riaprire” reparti covid?
Stando ai dati ufficiali del 17 agosto, ieri, i posti letto su base regionale hanno questa incidenza: terapia intensiva disponibili 656, occupati 18; degenza disponibili 3.160, occupati: 327.
Davvero abbiamo bisogno di riaprire il nostro piccolo reparto Covid che leva spazio e funzionalità all’intero Ospedale? Quale scenario apocalittico state raccontando? Quale isola della morte da Covid volete farci credere?

E CONTINUA LA CENSURA SUI DATI

Nonostante lo scorrere dei mesi, nonostante le ondate di Covid che passano come i cavalloni dei Maronti, restiamo ancora senza chiarezza sui dati. L’ASL tace e i sindaci anche. Nessuno sa quale sia la verità e, giorno dopo giorno, veniamo colpiti dalle più assurde ricostruzioni per assenza di chiarezza. Piovono positivi di qua e positivi di la, in racconti fantasiosi che si reggono tutti sullo stesso registro: “tengono nascosti i tamponi”. Sarebbe ora di cambiare registro e di affrontare la realtà qualunque essa sia. Ma è più comodo alimentare paure e terrori. E’ più comodo tenere le popolazioni soggiogate da dichiarazioni shock, da post strappalacrime e da decisioni calate dell’alto che servono come brace fresca per le strumentalizzazioni politiche e per dinamiche interne che, in verità, non dovrebbero interessare a nessuno!

Avete voglia di “fare ammuina”, vi abbiamo sgamato mesi fa. Non fate più impressione. Qui da noi non ci sono eroi del covid, ci sono scalatori. Qui da noi non ci sono angeli del covid, ci sono medici di serie A e medici di serie B che cambiano categoria a seconda dell’adulazione del momento.

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  • Articolo realizzato dalla Redazione Web de Il Dispari Quotidiano. La redazione si occupa dell'analisi e della pubblicazione fedele degli atti e dei documenti ufficiali, garantendo un'informazione precisa, imparziale e trasparente. Ogni contenuto viene riportato senza interpretazioni o valutazioni personali, nel rispetto dell’integrità delle fonti e della veridicità dei fatti.

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