Ieri qualcheduno si è lasciato andare, con l’acquolina in bocca, prima di approfondire: manette, ancora a Ischia. Gustoso. Chi c’entra stavolta? Il sindaco di Barano? Ah, no: solo indagato. Il consigliere regionale di Forza Italia? Sì, certo. Ordinanza con obbligo di dimora. Ma solo in qualità di legale rappresentante di un albergatore, la politica pare esserne fuori. Peccato, la notizia è meno succosa, non ce ne voglia il tenente della polizia municipale che andava a fare la spesa – beato lui – senza portafogli
Pasquale Raicaldo | Il rumore delle sirene all’alba. Eppure una volta c’erano passeri e fringuelli a conciliare il risveglio dell’isola. Bei tempi. Il tintinnìo delle manette e i titoloni sui portali dei quotidiani nazionali, il comunicato della Procura della Repubblica, il chiacchiericcio del bar: “Lo hanno portato a Poggioreale”. Storia e storie di un’isola che attraversa tempi difficili. E ieri qualcuno ha persino fatto confusione: cinque ordinanze di custodia cautelare, avviso di garanzie al sindaco, giù con la foto – facile – del Municipio. Di Ischia. No, stavolta il teatro è Barano. Eppure, sembra ieri quando il caso Cpl Concordia portò sull’isola i media di tutta Italia, e oltre: altro spessore, allora c’erano di mezzo 330 mila euro di convenzioni ritenute fittizie, mica patate e pomodori. Era il 30 marzo 2014: retata all’alba, protagonisti i Carabinieri. Il comandante, Andrea Centrella, pensava forse che passare dal cuore pulsante della Napoli più problematica, dov’era di stanza prima del trasferimento, all’isola verde equivalesse a un lungo periodo di relax: si è ricreduto subito, evidentemente. Perché qui non c’è camorra (forse), ma si delinque. Quotidianamente, spesso con disinvoltura.
Oltre l’abusivismo edilizio: il caso Stanziola e gli illustri precedenti
Mazzette, coop e politica: finirono in manette il sindaco di Ischia, Giosi Ferrandino ed altre nove persone, tra cui dirigenti del colosso delle cooperative Cpl Concordia. Il sospetto di tangenti pagate per la metanizzazione, il tempo avrebbe derubricato l’accusa, il processo dirà quanto ci sia stato di mediatico. Intanto, Ferrandino ha trascorso a Poggioreale poco meno di un mese. Oggi, dovrà dimostrare che la stipula di due convenzioni nell’albergo della famiglia, per un totale di 330 mila euro, non fosse fittizia, che con l’assunzione come consulente del fratello non aveva nulla a che fare e che in Tunisia non c’è mai stato. Ma soprattutto che alla Cpl Concordia non ha regalato un bel tubo, reale o metaforico che sia.
Certo è che Ischia è diventata l’isola delle tangenti, come da titolo d’ordinanza de “Il Fatto Quotidiano”. E anche ieri qualcheduno si è lasciato andare, con l’acquolina in bocca, prima di approfondire: manette, ancora a Ischia. Gustoso. Chi c’entra stavolta? Il sindaco di Barano? Ah, no: solo indagato. Il consigliere regionale di Forza Italia? Sì, certo. Ordinanza con obbligo di dimora. Ma solo in qualità di legale rappresentante di un albergatore, la politica pare esserne fuori. Peccato, la notizia è meno succosa, non ce ne voglia il tenente della polizia municipale che andava a fare la spesa – beato lui – senza portafogli.
L’ISOLA DELLA DROGA
Ma Ischia ha fatto notizia anche per gli arresti della droga. Operazioni imponenti (Drug Store, Garage), spesso ridimensionate nell’ambito di qualche mese.
Il 21 settembre scorso lo scandalo dei “secret”. Appuntamenti segreti attraverso i social network e tanta droga. Soprattutto ecstasy. Funzionava così, innescato tutto da messaggini su whatsapp o su Facebook, rigorosamente segreti. Tutto rigorosamente anonimo. Con i pusher locali che raccoglievano le adesioni per poi fornire, all’ultimo momento, le coordinate della villa che avrebbe ospitato, con la complicità dei proprietari, il festino. Preoccupandosi naturalmente di far giungere il quantitativo di droga richiesto dai partecipanti. Accade che nel cuore della notte del Cretaio qualcosa va storto. E il festino viene interrotto sul più bello dall’irruzione di Guardia di Finanza e Carabinieri, un blitz coordinato preceduto da un’operazione di intelligence.
In trenta si sballavano. Droga, sesso. Lontano dalla movida della Riva Destra. Al riparo dalle dicerie di paese. C’erano anche minorenni. Musica ad alto volume, ecstasy, cocaina, hashish. In due in manette. Ecco, l’isola della droga.
FRANE & ABUSIVISMO
Poi, certo, c’è quella dell’abusivismo. E quella delle frane. Cliché duri a morire: qui si fecero le barricate per evitare la demolizione di una villa abusiva. Poche famiglie hanno pagato i vizi di molti. La politica connivente è ancora lì. E le ferite? Quelle sono indelebili. Monte Vezzi, 2006. Casamicciola, 2010. E l’Olmitello. 25 febbraio 2015. Il fango inghiottisce Peppe Iallonardo, riecco l’isola dell’abusivismo. Dei morti per il maltempo. Che costruisce dove non si vede. Che interdice, senza interdire. Che volta pagina, senza voltare pagina. Ecco, ma il punto è che sempre più spesso la pagina è la prima. Ahinoi.