L’amico Gigi Mollo ha condiviso l’altro ieri un post tratto dal profilo Facebook denominato “Lo Shock”, omonimo del negozio d’abbigliamento che un tempo apparteneva al suo compianto cognato Biagio. Tale post commentava, riportandolo in foto, un articolo del nostro quotidiano in cui veniva stigmatizzata l’ennesima ghettizzazione pubblica di sua moglie, il vicesindaco Ida De Maio, ad opera del “suo” sindaco Enzo Ferrandino, con la complicità di chi ha organizzato e condotto la cerimonia dei diplomati liceali tenutasi alla Torre di Guevara qualche giorno fa.
Il comportamento di Ferrandino contro la De Maio non mi meraviglia affatto. Innanzitutto perché non è la prima volta che accade una porcheria del genere, ma soprattutto perché è sotto gli occhi di tutti l’atteggiamento puerilmente punitivo che egli adotta anche a fronte del minimo sospetto che qualcuno dei “suoi” gli remi contro, in un modo o nell’altro, direttamente o indirettamente. E come Ida De Maio, sono altri i puniti e gli scontenti della sua maggioranza senza minoranza, la cui totale inerzia ed assuefazione al sistema pur di non lasciare la propria poltrona ed i propri apparenti benefici clientelari li porta a calpestare finanche la loro stessa dignità.
La nomina assessorile, e ancor di più quella da assessore/vice sindaco, rappresenta un istituto altamente fiduciario da parte del primo cittadino. Laddove tale fiducia venisse meno, sarebbe buona norma, come accaduto nel caso di Paolo Ferrandino (senza per questo dimenticarne la pretestuosità delle motivazioni addotte), che Enzo revocasse la nomina a Ida. Ma va anche detto che una persona dello spessore umano, culturale e professionale come Ida, che in quel contesto ci sta decisamente come il cavolo a merenda, la smettesse di supportare e sopportare tutto quanto riguarda il suo ruolo ormai svilito di contenuti e, senza attendere un giorno in più, mandasse lei “a fantrippola” (come dice sempre la mia teutonica suocera) Enzo e compagni, prendendone definitivamente le distanze.
Solo in questo modo la De Maio potrebbe ancora salvare la faccia, al pari di tutti i vari Antonio Mazzella, Pasquale Balestrieri, Massimo Trofa e qualche altro scontento underground, confermando di non aver mai vissuto di politica e, men che meno, della diaria assessorile o della necessità di restare sul “cerasiello” ad ogni costo (o di tutti e due). Lo so, ci vuole fegato, specie rispetto al proprio risultato elettorale e alla fiducia ricevuta da tanta gente; ma avendolo vissuto personalmente, Vi assicuro che è proprio questo distinguo dai “purtualli” di scarsa qualità che ci sono in giro, a pagare ben più di qualsiasi altro ruolo o prebenda. Daje, Ida!