Per Davide Laezza inizia la grande sfida del più giovane della politica isolana. La grande sfida, forse, su quella che è la polemica più grande che anima l’isola e non solo, che è la Villa della Colombaia.
– Un obiettivo importante, di grossa responsabilità, che carica di responsabilità allo stesso modo anche il tuo sindaco Stani Verde. Abbiamo visto che già ha iniziato a mettere mano, a ragionare su quello che potrebbe essere il primo degli aspetti, la pulizia del giardino della Colombaia. Proviamo a capire quali sono i passi da compiere, qual è la proiezione. Cosa significa per te La Colombaia? Cominciamo però da questo affidamento per dare almeno un po’ di decoro alla villa.
«La Colombaia è il tema cruciale dell’amministrazione di Stani Verde. Già prima, in campagna elettorale e ora che siamo impegnati in una grande rincorsa per permettere una prima apertura e per dare finalmente dignità a un luogo fondamentale. Io la vivo in maniera ancora più diretta, con passione e con una certa affezione al sito, perché essendo sin da piccolo appassionato di cinema, avere qui Visconti vuol dire avere qui un pezzo non solo di storia che riguarda Forio, ma di storia mondiale. Me ne resi conto quando alla Sapienza venne organizzata una serie di workshop, di incontri su Visconti e vidi studenti arrivati dal Giappone, dall’Asia interessati a quell’evento.
Sulla Colombaia va fatto un lavoro vero che sinora è stato portato avanti con serietà dagli uffici, lavorando non a beneficio della videocamera, bensì stando negli uffici, studiando attentamente tutti i passi da fare. Si sta lavorando ad una prima apertura, come ti dicevo. Il primo passaggio è la pulizia del sito dove c’è la targa commemorativa del Comune di Forio, sia a Visconti che alla sorella, a cui è stata restituita finalmente dignità. È stata una scena veramente emozionante. Quello è il primo step. Poi, contestualmente, già dalla settimana prossima, si partirà anche con una prima messa in sicurezza del sito a livello strutturale, prevedendo anche degli interventi di pulizia interna e di recupero dei luoghi. La volontà è questa, nella speranza di riaprire al pubblico, nelle forme possibili, almeno dello spazio che porta per l’appunto al sito. Ripartire almeno con quella che storicamente era una bellissima arena, con qualcuno degli spazi della villa, favorire le prime visite guidate, integrare i giovani, le associazioni nelle prime attività, immaginare anche un grande evento di presentazione.
La mia è sicuramente una grande responsabilità. Dovevo laurearmi a dicembre invece lo farò a marzo, perché mi sto concentrando totalmente, in prima persona, su tutto quello che è il patrimonio culturale. Il Comune di Forio sta lavorando anche a nuove azioni di trasparenza, perché i cittadini devono sapere cosa è stata sino ad ora la Colombaia, quali sono state le mancanze e gli errori e qual è stata la negligenza su alcuni aspetti».
LA GESTIONE AMMINISTRATIVA
– Va bene la pulizia e quest’apertura temporanea, ma poi la Colombaia come camminerà? Su quali assi? Su quali prospettive? Cosa sarà la Colombaia domani?
«Innanzitutto un museo che rappresenta un punto di riferimento per la storia del cinema mondiale, ma anche per la storia culturale del nostro paese, deve avere una gestione amministrativa degna delle responsabilità e delle spese che ritiene di avere un sito del genere. Quindi bisogna immaginare la miglior gestione amministrativa, un lavoro che sto cercando di portare avanti l’Università La Sapienza, confrontandomi con un professore di diritto amministrativo per capire quella che può essere la strada migliore rispetto agli errori del passato. Bisogna capire entro quali limiti riesce ad agire pienamente il pubblico. Bisogna inserirsi in un circuito museale che riguarda tutti i siti dell’isola, ma anche i siti nazionali. Bisogna riprendere il dialogo con gli Enti sovracomunali, sia la Regione che la Città metropolitana. Ritengo che sia un sito di valore a livello europeo. Credo che dopo l’annuncio il ministro Sangiuliano visiterà anche Forio, e quindi nascerà un confronto. Si immagina un progetto che porteremo avanti insieme ai Comuni di Lacco Ameno, di Ischia, proprio per mettere in comunicazione i siti principali dell’isola.
Poi bisogna capire realmente quelli che saranno i costi di gestione. Come immaginare una gestione al passo con i tempi. Quando parlo di trasparenza intendo voler davvero dare un taglio nuovo alla gestione e comunicare cosa abbiamo risolto. Ad esempio, con l’Evi abbiamo risolto una perdita di 5000 metri cubi. Questa verità era lì da anni. Nessuno era mai intervenuto in prima persona. Ci sono delle problematiche interne che conosciamo tutti, che riguardano anche delle situazioni particolari su cui si sta cercando di intervenire per individuare la migliore soluzione per tutti. La vicenda Colombaia però, ovviamente apre una grande polemica. Questo bene del Comune limitato, un po’ isolato, e si sta pensando anche ad una sua centralizzazione, ovvero la possibilità di poter essere raggiunto in maniera più comoda».
– Alla fine la Colombaia resta lontana, nel bosco di Zaro…
«E’ tutta un’area che va riscoperta, compreso il bosco che lo circonda. Immagina che le cene che avvenivano a casa di Luchino Visconti nascevano anche dalla possibilità per gli ospiti di giungere in baia e da lì attraccare e avviarsi alla villa. Immaginare davvero di riaprire il sito in tutte le sue peculiarità, riprendere quella storia e dare la possibilità ai turisti di vivere quello che era prima la villa, quello che realmente ha rappresentato un cenacolo artistico culturale. Lì Visconti ha scritto parte di opere cinematografiche. Sto provando a portare avanti dei contatti anche con il Centro sperimentale. A Roma c’è stato un confronto con dei professori, un professore dell’Università di Nizza e una professoressa della Sorbona di Parigi che sono venuti qui ad Ischia, c’è stato un primo confronto e poi si lavorerà a immaginare un partenariato. È giusto che questo centro culturale che è la Colombaia diventi un punto di riferimento per tutte le realtà, anche accademiche del territorio italiano e non solo. Così come è importante avviare un dialogo con i Festival del cinema, perché la vocazione è quella e il bellissimo scenario della Colombaia si presta a iniziative di questo genere».
IN PASSATO ABBANDONATA E VILIPESA
– Negli anni scorsi, almeno dopo la decisione di Francesco Del Deo di chiudere la Fondazione, erano stati pubblicati alcuni bandi, di cui uno annullato e poi ripreso. Com’è la situazione sotto questo aspetto? E’ una strada che volete percorrere o invece ne intraprenderete una diversa?
«Credo che la Colombaia negli anni abbia subito delle ingiustizie gravi, nel senso che è stata presa in giro, è stata vilipesa. Sono stati presi in giro i foriani su quello che realmente è avvenuto. Non ultimo, quello che tu mi citi. Mai una strada portata avanti con chiarezza. Il sito è stato abbandonato a se stesso. Non c’è mai stata una presa di posizione netta su alcune situazioni che tuttora sussistono all’interno della villa. Bisogna intervenire su tanti aspetti, sulla gestione. Ripeto, è un cammino che deve riguardare con attenzione il sindaco e l’amministrazione. Io sto provando in prima persona a seguire questa vicenda, facendomi aiutare e quindi sto cercando di avvallare la discussione a livello amministrativo con l’Università La Sapienza, prendendo spunto anche da altre realtà. E lo preannuncio, probabilmente sarà anche il mio argomento di tesi: portare la gestione amministrativa della Colombaia, ma anche la visione di tutto il patrimonio culturale perché, come Comune di Forio, stiamo seguendo sì la Colombaia, ma c’è tutto un patrimonio da riscoprire.
Quanto agli asset che personalmente sto cercando di seguire, mi sto concentrando sull’idea progettuale nata in campagna elettorale, che è quella che realmente rappresenta una missione per i giovani del Paese, ovvero il ripristino e il recupero dell’ex ristorante del Soccorso. Abbiamo incontrato la Sovrintendenza, sono andato personalmente a Napoli per affrontare il tema del ripristino di quell’area. Poi c’è il progetto del sito. Insomma, cerco di portare avanti quanto annunciato in campagna elettorale. Uno spazio polifunzionale, un caffè letterario, un luogo che sia casa delle associazioni, aula studio, un luogo che si apra realmente a quelle che sono le esigenze di chi vive il territorio. E ancora il progetto del chiostro. La prima parte è stata oggetto di interesse del commissario Legnini per un piano di recupero e di messa in sicurezza sismica. Da quel progetto elaborare già la destinazione d’uso finale e immaginare l’utilizzo anche del piano inferiore del chiostro che attualmente, dopo anni, si sta aprendo alle attività. C’è un bellissimo programma che è Forio InChiostro, che ci accompagnerà fino a ottobre. Insomma, sapendo che il filone attualmente è questo, deve diventare realmente il Palazzo delle Arti Foriane. La nostra storia deve avere nel chiostro finalmente un luogo che sia un museo civico, ma un museo che rappresenti tutta la storia di tutte le arti e che si apra anche all’arte che ha toccato in tutte le sue forme l’isola d’Ischia. C’è una storia enorme da scoprire. È il luogo con più siti culturali. Questa è la mia missione e credo si possa davvero riuscirci, salvo imprevisti, nel senso delle esigenze che potranno esserci. Ad esempio nel caso di San Gaetano, per la questione delle aule scolastiche. Sicuramente anche questi siti dovranno dare un contributo se nasceranno queste emergenze. Penso a un Rinascimento Foriano, mi piace chiamarlo così anche se il Rinascimento Napoletano è partito benissimo, ma poi non si è concluso nel migliore dei modi. Io dico che in due anni l’Amministrazione di Forio deve impegnarsi affinché tutti questi siti riaprano con una visione chiara».
IL SENSO UNICO A MONTERONE
– Ma non è che mentre il delegato studia, il paziente muore?
«E’ un’osservazione giusta. Il paziente non muore perché lo teniamo in vita lavorando costantemente sui progetti, nel senso che non ti sto parlando delle idee, ma ti sto parlando di quello che attualmente già stiamo facendo. Gli uffici già stanno lavorando su queste iniziative. Stiamo lavorando a queste proposte progettuali in maniera concreta, così come le collaborazioni di cui sto parlando sono già partite. Gli obiettivi? Credo e spero che tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre si possa definire nel dettaglio, condividendo come sempre con tutta l’amministrazione, con questa famiglia amministrativa. Speriamo come time line di aprire per fine mese, inizio del mese entrante la struttura, almeno la parte esterna, così da permettere ai turisti di fruire dello spazio esterno e di poter far visita al luogo dove è sepolto Visconti. Dalla settimana prossima inizieranno i lavori di messa in sicurezza per permettere un’apertura in sicurezza del sito e il ripristino delle stanze, come anche dell’intero intonacato esterno. In modo da prevedere una riapertura spero completa entro gli inizi o metà del mese prossimo.
Ci mette un po’ di paura questa sfida, ma la paura aiuta anche a concentrarsi. Io sono tre mesi che non vado a Roma, ho vissuto un’estate altalenante, però credo che mai come questa volta c’è bisogno di dare dei segnali forti. La gente ha voluto questo, la gente ha cercato un primo cambiamento, vuole e merita una serietà che dobbiamo portare avanti e che credo stiamo portando avanti tutti come amministrazione tutti, sugli aspetti e sulle deleghe che ognuno sta seguendo in maniera veloce. Ripeto, è importante il rapporto di famiglia, questa fissazione di vivere come una famiglia in cui si deve camminare insieme. La paura ce l’ho, ma fa parte del gioco. È più forte invece la voglia di fare, ma di fare bene e in maniera pragmatica, perché bisogna dare un filone logico a quello che si fa, che deve restare intatto nella memoria storica di Forio ma anche di coloro che verranno. Spero che anche io ci possa essere sempre».
– Ti faccio una domanda, per vedere se sei bravo a cavartela politicamente. Il senso unico a Monterone, il senso unico su via Baiola ha sicuramente spaccato il paese tra i pro e i contro. Cosa ne pensi della loro valutazione?
«Parliamo di una zona che mi tocca particolarmente, perché io abito a via Baiona, lì vivo in maniera prioritaria. Quello è il luogo dove ho ottenuto il maggior suffragio in termini elettorali. Devo dire però che il delegato Salvatore Serpico ha fatto una valutazione che ha a che fare con la viabilità, con un problema storico che ha visto anche dalle precedenti amministrazioni varie valutazioni e possibili soluzioni. Salvatore ha cercato con questo esperimento, che dovrebbe terminare alla fine di settembre, di migliorare la viabilità su Monterone, che è solitamente un ingorgo che tende spesso a bloccarsi, e favorire una uscita da via Spinavola. Purtroppo invece, in via Spinavola spesso, soprattutto nei primi giorni della fase di lavoro, si sono formati delle code e dei blocchi. So che però Salvatore sta lavorando in questo senso, ad interagire tra i due semafori nel migliorare la velocità. Ora è arrivata la nuova scelta del senso tra virgolette unico, che credo migliorerà la circolazione.
Quindi sono sicuro che la scelta nasce veramente dalla volontà di migliorare la viabilità e che in corso d’opera verranno valutate anche le cose che non funzionano, come già sta avvenendo».