sabato, Dicembre 28, 2024

Davide Trofa: «Per l’Ischia Isolaverde giocherei anche in porta…»

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Giuseppe Conte | Un po’ tutti ne avevano invocato l’impiego. O comunque si erano auspicati che per lo meno fosse preso in considerazione. Sabato scorso finalmente è giunto il momento anche di Davide Trofa. A lungo accantonato da mister Porta, il buon Davide ha esordito al “Giraud” subentrando al 37’ della ripresa al posto del generoso Ingretolli. Schierato sulla destra del terzetto che in quel momento sosteneva Schetter (intanto spostato nel ruolo di punta centrale) Trofa è entrato sul rettangolo di gioco con grande determinazione, facendosi subito notare con un diagonale che però è terminato sul fondo. L’Ischia riabbraccia dunque un giocatore, tra l’altro isolano DOC, su cui sicuramente potrà contare nelle restanti trentun giornate. In attesa di conoscere quelli che finora sono oggetti misteriosi (Rosa Gastaldo, Gerevini, Di Cesare) e di poter ritrovare un altro ischitano finito nel dimenticatoio. Ci riferiamo a Filippo Florio, che (e questa è un po’ una contraddizione) nell’Ischia improntata sulla gioventù e che ha nella media età la sua bussola, non sta trovando alcuno spazio.
Tornando a Trofa, una curiosità: dei giocatori scesi in campo sabato era l’unico ad aver giocato l’ultima (a questo punto penultima) sfida tra Ischia e Savoia. Lo 0-0 del “Mazzella” nel 2008.

Davide, sabato c’è stato il tuo esordio stagionale, che poi ha coinciso col tuo debutto assoluto un terza serie nazionale. Sembravi un po’ indietro nelle scelte del mister, ma alla fine ce l’hai fatta. Segno che il lavoro e la serietà pagano sempre…
«Sicuramente. Sono contento sia per com’è andata la partita che per l’esordio. Io mi impegno sempre al massimo con la speranza di scendere in campo. Sabato c’è stata l’occasione e sono contento».

Le ultime settimane, per te, probabilmente sono state anche difficili, perché non giocavi né venivi inserito tra i convocati. Il pubblico, però, ti ha sempre supportato, invocando a gran voce il tuo impiego. Quanto è stato importante sapere di avere la tifoseria dalla tua parte?
«Questo mi ha dato la forza di allenarmi sempre bene. Il supporto del pubblico non può che far piacere. I tifosi mi hanno sempre sostenuto e ciò mi inorgoglisce».

Mister Porta, in una recente intervista, dichiarò di “vederti” come terzino. Al “Giraud” invece ti ha schierato in una posizione molto offensiva. Tu che in carriera hai fatto un po’ tutti i ruoli, in che posizione credi di poter rendere al meglio?
«A me fa piacere stare in campo, a prescindere da dove gioco. Eventualmente posso giocare anche in porta… L’importante è che gioco. Senza dubbio sulla fascia ci ho giocato più spesso – dice Trofa – ma ho giocato anche a centrocampo o da terzino. Ma, ripeto, il ruolo è ininfluente: cerco di allenarmi al massimo e di giocare nel ruolo che il mister ritiene opportuno».

Col Savoia l’Ischia ha fatto una buona partita. Secondo te è giusto il pareggio o poteva starci pure una vostra vittoria?
«Il pareggio ci può andare bene, ma per come abbiamo giocato meritavamo molto di più e il risultato ci sta stretto. Abbiamo creato tante occasioni e avuto il predominio del gioco. Abbiamo fatto una partita molto buona, peccato non aver vinto».

Giocare su un campo in erba artificiale ha influito, in positivo, sulla bontà del gioco?
«In parte. Anzi, essendo noi abituati a giocare sull’erba naturale, il sintetico avrebbe potuto crearci qualche problema, anche se alla fine non ne abbiamo avuti».

Tra la vittoria di Aversa, la cena di metà settimana con la società e il buon pareggio col Savoia, è cambiato qualcosa (in positivo) in termini di entusiasmo e di consapevolezza?
«Il nostro gruppo ha sempre lavorato con impegno, anche se all’inizio i risultati non sono arrivati. Ma solo quelli ci sono mancati: i risultati. Ora i risultati ci sono e chiaramente c’è anche più entusiasmo. La cena sicuramente ci ha fatto piacere – osserva Trofa – perché vedere la società, rappresentata da persone come Celentano, Carlino, Maione, Taglialatela e gli altri, ci ha tranquillizzati».

È lontano dal “Mazzella” che l’Ischia ha ottenuto di più. È un’Ischia a vocazione esterna?
«In casa abbiamo incontrato squadre quotate come Benevento e Salernitana e, nonostante le tante occasioni, non abbiamo raccolto quello che meritavamo. Quindi penso che sia frutto del caso il fatto che abbiamo fatto più punti fuori. Poi alla lunga si potrà dire se siamo davvero una squadra più da trasferta».

Come hai ricordato tu, finora l’Ischia ha incontrato anche un paio di “big”, ma nessuna ha destato una grossissima impressione, come del resto neppure le altre squadre incrociate. Sembra un campionato molto equilibrato, al di là dei grossi nomi che pure ci sono.
«Nel calcio di oggi ogni partita è difficile. Tutte le squadre sono organizzate ed ogni partita è dura, sia che si giochi contro la prima, sia che si giochi con l’ultima in classifica. Il calcio moderno è quasi una scienza. C’è molta organizzazione».

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