Il disgelo delle scorse settimane tra questi ultimi e il Comune di Barano d’Ischia avrebbe già portato ad alcuni risultati positivi per la collettività: al Tar, ad esempio, sarà prospettata una proroga di due mesi per l’attività del centro di Barano, a due passi di San Rocco. Sessanta giorni entro i quali la proprietà dovrebbe mettere a norma alcuni degli aspetti contestati. Con modalità sulle quali vige, al momento, il più stretto riserbo.
IL NODO FIAIANESE
Unità d’intenti a quanto pare decisamente più complicata nel caso del Decò di Fiaiano, per il quale non si sarebbe trovata al momento la quadratura del cerchio. In via Duca degli Abruzzi, il Comune di Barano aveva – lo ricordiamo – disposto l’annullamento e la revoca dell’autorizzazione commerciale: la superficie della struttura di vendita risulterebbe superiore alle autorizzazioni del 2000 e del 2009
Pasquale Raicaldo
E’ la settimana decisiva dopo una lunga estate di ansie e preoccupazioni. Con cinquantuno dipendenti, quelli dei due supermercati Decò di Barano d’Ischia, finiti sulla graticola e a rischio licenziamento per via della paventata (e già disposta) chiusura delle attività di via Corrado Buono e via Duca degli Abruzzi.
Ora, giovedì 10 settembre saranno discussi negli uffici del Tribunale Amministrativo della Campania i due ricorsi che la proprietà ha presentato contro altrettante ordinanze disposte dall’Ufficio Tecnico del Comune di Barano d’Ischia. Dentro o fuori, insomma. E nell’arco, probabilmente, di poche ore sapremo se e quanto sanguinosa sia stata la guerra tra l’imprenditore Vitobello (che aveva messo le mani sul progetto di un supermercato al Testaccio) e i Lombardi, proprietari dei due Decò, tra le realtà produttive più imponenti della nostra isola.
E il disgelo delle scorse settimane tra questi ultimi e il Comune di Barano d’Ischia avrebbe già portato ad alcuni risultati positivi per la collettività: al Tar, ad esempio, sarà prospettata una proroga di due mesi per l’attività del centro di Barano, a due passi di San Rocco. Sessanta giorni entro i quali la proprietà dovrebbe mettere a norma alcuni degli aspetti contestati. Con modalità sulle quali vige, al momento, il più stretto riserbo.
Ricordiamo che sul Decò di via Corrado Buono, come vi abbiamo più volte spiegato, grava un’istanza di condono non ancora esaminata dal Comune di Barano, che aveva indotto il dirigente dell’Ufficio tecnico a disporre la revoca dell’autorizzazione commerciale rilasciata nel 1988, in particolare «a causa degli intervenuti mutamenti dello stato dei luoghi effettuati dopo il 1998, l’annullamento d’ufficio dell’autorizzazione sanitaria perchè svolta in locali abusivi o/o parzialmente abusivi, senza il prescritto certificato di agibilità e l’inibizione all’utilizzo del locale seminterrato perchè non autorizzato dell’Ufficio Commercio e non presente nei grafici afferenti l’autorizzazione commerciale». Dal 6 agosto, così, il supermercato avrebbe dovuto chiudere. Il Tar aveva congelato l’ordinanza, giovedì se ne riparla. Con una novità sostanziosa: Comune e attività imprenditoriale hanno trovato un’unità d’intenti.
Unità d’intenti a quanto pare decisamente più complicata nel caso del Decò di Fiaiano, per il quale non si sarebbe trovata al momento la quadratura del cerchio. In via Duca degli Abruzzi, il Comune di Barano aveva – lo ricordiamo – disposto l’annullamento e la revoca dell’autorizzazione commerciale: la superficie della struttura di vendita risulterebbe superiore alle autorizzazioni del 2000 e del 2009, rilasciate dallo stesso comune. La proprietà contava su un trattamento meno risoluto, sull’adeguamento della superficie al consentito, su una chiusura parziale e non certo totale. L’ordinanza imponeva, prima della sospensiva, la chiusura per il 20 agosto. Il dialogo non avrebbe portato, fino ad ora, risultati concreti.
E’ per questo che l’appuntamento di giovedì viene vissuto con trepidazione dalla proprietà e dai dipendenti: qualora il Tribunale amministrativo regionale non accolga il ricorso, si profilerebbe la chiusura.
Del resto, lo stesso Paolino Buono, sindaco di Barano, aveva auspicato l’individuazione di piani alternativi entro la data del 10 settembre: «Di fronte alla chiara volontà della proprietà di risolvere le difformità, potrebbero – ed è quel che mi auguro, ribadendo il mio ruolo di mero garante della legalità – cambiare per così dire le carte in tavola». Sarà così per Barano, per Fiaiano invece la partita sarà tutta da giocare.
«Da sindaco – ha proseguito Buono – ho ribadito che non influisco sulle decisioni, legittime e trasparenti, dell’ufficio tecnico e del dirigente, che ha agito in scienza e coscienza. Da buon sindaco e da padre di famiglia, tuttavia, non posso non sottolineare – e sarebbe anormale il contrario – che mi farebbe piacere se la vicenda, assai complessa da un punto di vista tecnico e legale, avesse un epilogo fortunato. Senza dunque la chiusura dei due supermercati, che comporterebbe la perdita dei posti di lavoro dei dipendenti Decò. A loro (nel cuore del mese d’agosto l’incontro al Municipio di Barano, n.d.r.) non potuto fare promesse ma ho, nella massima trasparenza, voluto che venissero al Comune, per tracciare un quadro della situazione». Prima della chiosa: «Se il Tar accogliesse il ricorso dei Lombardi contro la chiusura delle strutture, ritenendo i provvedimenti esagerati, sarei certo felice per i dipendenti».
Loro, del resto, sono l’anello debole di una catena che rischia inesorabilmente di spezzarsi per via di una guerra tra imprenditori senza esclusione di colpi. Che ha finito con l’ingigantire anche le lacune di un’amministrazione, quella baranese, per troppi anni colpevolmente pilatesca nell’affrontare le defaillance delle strutture che insistono sul suo territorio. Ora, rien ne va plus: sarà il Tar a decidere.
Dispiace molto per le famiglie dei dipendenti.
Al “buon Sindaco” vorrei però chiedere come fa a ritenersi “buono” se ha sempre chiuso gli occhi circa gli abusi che vengono contestati …
DISATTENZIONE ?
Come a Casamicciola con l’Ovviesse ?